Focus Efficienza Energetica
Questo articolo ha più di 3 anni
Troppo lontani gli obiettivi climatici, gli investimenti FER devono triplicare
Dopo un calo nel 2018, gli investimenti nelle rinnovabili dovranno essere triplicare per raggiungere gli obiettivi climatici nel 2050
Il quinquennio 2013-2018 ha registrato un boom di investimenti nelle tecnologie rinnovabili, mentre dal 2018, per via della riduzione dei costi delle FER, i fondi destinati a queste soluzioni efficienti si sono ridotti. Nonostante nel corso di quei cinque anni, i cui dati sono stati analizzati nell’edizione 2020 del Global Landscape of Renewable Energy Finance, nel mondo siano stati destinati alle FER oltre 1,8 trilioni di dollari, si tratta di una cifra comunque insufficiente al raggiungimento degli obiettivi climatici internazionali.
Tralasciando le questioni più puramente economiche, i dati raccolti da IRENA, l’International Renewable Energy Agency, hanno confermato che negli ultimi 7-8 anni la potenza installata da fonti rinnovabili è stata continuamente in crescita, ma, purtroppo, il livello di investimenti attuale risulta ancora insufficiente per poter limitare l’aumento delle temperature globali a 1,5° C entro il 2050.
Per poter arrivare a questo ambizioso obiettivo, su cui da anni hanno concordato nazioni di tutto il mondo, è stato calcolato che sarebbe necessario triplicare annualmente gli investimenti, per arrivare a 800 miliardi di dollari entro il 2050.
Tutto ciò però non potrebbe essere possibile senza l’impegno dei Governi nazionali, chiamati ad agire e a supportare coerentemente le politiche energetiche con sussidi che allontanino aziende e cittadini dall’uso di fonti fossili.
Maggiori investimenti, ritiene IRENA, sarebbero necessari anche per stimolare la progettazione e l’integrazione di strumenti e tecnologie che aumentino la flessibilità del sistema energetico, come ad esempio sistemi di storage e batterie di ultima generazione. Per completare il quadro, creando un contesto evolutivo incentivante per le fonti rinnovabili, si rende necessario stimolare l’integrazione dei sistemi energetici esistenti e delle reti standard con gli impianti di produzione energetica sostenibile, sia piccoli che grandi.
“Il trend di investimenti nelle energie rinnovabili prima del COVID-19 era positivo.” ha spiegato Francesco La Camera, Direttore Generale di IRENA. “Ma il COVID-19 ci ha dimostrato che è necessario molto più impegno e che dobbiamo agire in fretta per collocarci subito sulla strada giusta per riprenderci e ridare slancio all’economia nel modo più giusto, resiliente e sostenibile. I decisori devono studiare degli approcci politici nuovi, che stimolino e velocizzino gli investimenti nelle tecnologie da rinnovabili e che ci allontanino dall’uso delle fossili, riuscendo così a stimolare la crescita economica, la resilienza sociale e lo sviluppo del welfare”
Non va dimenticato il valore che l’industria delle fonti rinnovabili potrebbe avere per la creazione di lavoro, in un contesto mondiale che si affaccia pericolosamente su un periodo di recessione post-pandemia. IRENA quindi, confermando che investimenti di 4,5 triliardi di dollari l’anno nel settore delle FER permetterebbe la creazione di 19 milioni di posti di lavoro entro il 2030, invita la classe dirigente a tenere in considerazione il valore del comparto delle rinnovabili: da un lato per l’impatto ambientale di queste tecnologie green, dall’altro per l’impatto economico positivo che deriverebbe da investimenti consistenti per lo sviluppo del settore.
Tralasciando le questioni più puramente economiche, i dati raccolti da IRENA, l’International Renewable Energy Agency, hanno confermato che negli ultimi 7-8 anni la potenza installata da fonti rinnovabili è stata continuamente in crescita, ma, purtroppo, il livello di investimenti attuale risulta ancora insufficiente per poter limitare l’aumento delle temperature globali a 1,5° C entro il 2050.
Per poter arrivare a questo ambizioso obiettivo, su cui da anni hanno concordato nazioni di tutto il mondo, è stato calcolato che sarebbe necessario triplicare annualmente gli investimenti, per arrivare a 800 miliardi di dollari entro il 2050.
Tutto ciò però non potrebbe essere possibile senza l’impegno dei Governi nazionali, chiamati ad agire e a supportare coerentemente le politiche energetiche con sussidi che allontanino aziende e cittadini dall’uso di fonti fossili.
Maggiori investimenti, ritiene IRENA, sarebbero necessari anche per stimolare la progettazione e l’integrazione di strumenti e tecnologie che aumentino la flessibilità del sistema energetico, come ad esempio sistemi di storage e batterie di ultima generazione. Per completare il quadro, creando un contesto evolutivo incentivante per le fonti rinnovabili, si rende necessario stimolare l’integrazione dei sistemi energetici esistenti e delle reti standard con gli impianti di produzione energetica sostenibile, sia piccoli che grandi.
“Il trend di investimenti nelle energie rinnovabili prima del COVID-19 era positivo.” ha spiegato Francesco La Camera, Direttore Generale di IRENA. “Ma il COVID-19 ci ha dimostrato che è necessario molto più impegno e che dobbiamo agire in fretta per collocarci subito sulla strada giusta per riprenderci e ridare slancio all’economia nel modo più giusto, resiliente e sostenibile. I decisori devono studiare degli approcci politici nuovi, che stimolino e velocizzino gli investimenti nelle tecnologie da rinnovabili e che ci allontanino dall’uso delle fossili, riuscendo così a stimolare la crescita economica, la resilienza sociale e lo sviluppo del welfare”
Non va dimenticato il valore che l’industria delle fonti rinnovabili potrebbe avere per la creazione di lavoro, in un contesto mondiale che si affaccia pericolosamente su un periodo di recessione post-pandemia. IRENA quindi, confermando che investimenti di 4,5 triliardi di dollari l’anno nel settore delle FER permetterebbe la creazione di 19 milioni di posti di lavoro entro il 2030, invita la classe dirigente a tenere in considerazione il valore del comparto delle rinnovabili: da un lato per l’impatto ambientale di queste tecnologie green, dall’altro per l’impatto economico positivo che deriverebbe da investimenti consistenti per lo sviluppo del settore.
