Speciale 56
I sistemi di telerilevamento e analisi dei consumi
Intervista

Telecontrollo e lettura dei consumi: ma il problema è più ampio

Honeywell è sicuramente una delle realtà più affermate e conosciute in questo settore, occupandosi da oltre un secolo di sistemi di regolazione e controllo finalizzati al risparmio e alla sicurezza negli ambienti di lavoro e in casa. In questa intervista con Umberto Paracchini, Marketing Communication Manager Southern Europe and Mediterranean area EVC di Honeywell, abbiamo approfondito alcuni aspetti normativi e tecnologici, con degli spunti molto interessanti.

Dott. Paracchini, crede che l'Europa dovrebbe imporre dei sistemi di telecoltrollo e lettura dei consumi sempre più affidabili?

«Io ritengo che la parte di telecontrollo e lettura dei consumi faccia parte in realtà di un problema più ampio, cioè quello del riscaldamento e raffrescamento degli edifici, che è una delle voci più importanti nella bolletta energetica europea. In questo senso sicuramente i sistemi di lettura fanno parte di una serie di azioni che sicuramente contribuiscono al risparmio, ma non sono la parte più importante. L’ideale, secondo me, sarebbe fornire dei riferimenti precisi per ogni tipo di costruzione, indicando un consumo massimo al metro quadro, dando quindi delle indicazioni a 360° sull’utilizzo dell’energia all’interno degli edifici.

Nel residenziale la lettura dei consumi di per se non fa risparmiare, però tutti gli altri interventi, senza la lettura dei consumi, hanno meno impatto. Mi riferisco ovviamente ai condomini: solo per il fatto di sapere che pagheranno per quello che consumano, gli abitanti saranno più attenti e quindi, come conseguenza indiretta, ci saranno dei risparmi che, secondo alcuni studi, vanno dal 5 al 10%.

In ambito industriale la questione è ancora più marcata: oltre a raccogliere i dati bisogna però interpretarli e capire dove e come si può intervenire per risparmiare, ma non è detto che i dati di consumo di per se dicano molto».

Quindi, secondo lei, quali sono le soluzioni migliori?

«Come Honeywell cerchiamo di fornire soluzioni diverse, con prezzi diversi e diversi livelli di risparmio, dalla normale testa termostatica meccanica, che è la base anche dal punto di vista normativo, fino alla gestione a zone con il sistema EVO Home, che è sicuramente il più evoluto».

Quali possono essere i costi e i tempi di rientro dell’investimento?

«Si va dai 15-20€ per radiatore delle semplici teste termostatiche, fino ai 120-150€ per radiatore del sistema EVO Home, ovviamente è difficile dare dei costi precisi perché dipende dalle dimensioni dell’edificio, dal numero di radiatori, dal tipo di prodotto che si decide di installare e dal costo della manutenzione.

Per quanto riguarda i risparmi, invece, possono andare dal 15% al 30% circa, ma anche in questo caso dipende da molti fattori: ad esempio lo stile di vita degli abitanti, il tipo di impianto, la coibentazione dell’edificio; comunque possiamo dire con sicurezza che nei casi “ideali” si può arrivare fino ad un 30% di risparmio, abbiamo diverse case study in questo senso».

L'apertura di questo nuovo mercato ha portato l'abbattimento dei costi di strumentazioni per i sistemi HVAC esistenti nel mercato da moltissimi anni, quali previsioni avete per il futuro?

«C’è stato un discreto livellamento verso il basso, ma in realtà, per quanto ci riguarda, non abbiamo notato cambiamenti così estremi. Sul residenziale sono aumentate le quantità e ci sono diversi nuovi attori, ma Honeywell ha un’altra filosofia: lavorando con serietà, fornendo prodotti di qualità provata, senza voler cercare la vendita a tutti i costi».

La formazione per gli operatori del settore in questo ambito è importantissima, avete qualche iniziativa in calendario?


«Abbiamo sviluppato una piattaforma di e-learning dove i vecchi partner di Honeywell possono approfondire tutti i temi specifici quando e come vogliono, mentre i nuovi iscritti possono seguire tutta la formazione comodamente da casa.

Per la parte di terziario abbiamo una quarantina di partner, per i quali facciamo della formazione ad hoc, ad esempio abbiamo tenuto diversi corsi sull’energy management, che sono disponibili anche nel nostro canale Youtube».

La ricerca di integrazione con tutte le utenze stride con la creazione continua di nuovi standard BUS, come affrontate il problema della normalizzazione di questi protocolli?

«Per la parte di terziario abbiamo sviluppato Hawk, un sistema che permettere di mettere assieme tutti i protocolli principali che si trovano all’interno dell’edificio, dalle luci all’antincendio. Per quanto riguarda il residenziale, invece, non abbiamo ancora dei sistemi così complessi da presentare questo tipo di problematiche».

Sembra che anche Apple si stia un lanciando in questo settore con un sistema che consente di gestire tutti gli impianti domestici da smartphone e tablet, non crede che sia questo il futuro? Controllare tutto da remoto?

«Il discorso è complesso, io lavoro in questo settore dal 2000 e di domotica si parlava già parecchio a quell’epoca, ma queste applicazioni dopo 13 anni ancora non sono diventate realtà, se non per una nicchia molto ristretta. Non sono sicuro che la gente voglia davvero controllare tutto da un telefono. Oltre a questo aspetto, bisognerà vedere quanto e come riusciranno a far comunicare i sistemi con il telefonino, in particolare quando si parla di riscaldamento. Negli Stati Uniti forse è più semplice perché i sistemi sono quasi tutti ad aria, c’è meno inerzia, ma qui da noi non si tratta semplicemente di accendere e spegnere i radiatori regolando la temperatura, non è quello il vero risparmio».

Ritenente possa servire una revisione della direttiva europea 2004/22 CE? Quali vantaggi (o svantaggi) porterebbe?

«Quello che posso dire è che la MID per noi è un’opportunità: permette infatti di avere degli standard molto alti per questo tipo di apparecchi e grazie a questo c’è meno concorrenza di prodotti di serie B provenienti dalla Cina. Per noi, che abbiamo solo prodotti di alta qualità certificati MID, è un vantaggio».