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Tecnologie per l’efficienza energetica, in Italia un mercato potenziale da 7 miliardi e mezzo
In conclusione al primo Roadshow di MCE a Milano si stima che il potenziale volume d’affari degli interventi di efficientamento energetico sul patrimonio edilizio italiano si aggirerebbe intorno ai 7.400 milioni di euro annui.
Gli interventi di efficientamento energetico degli edifici in Italia potrebbero garantire un risparmio annuo di 92TWh di energia, l’equivalente di circa 1/3 del consumo energetico nazionale, dei quali 72,5TWh provenienti solo dalla riduzione dei consumi di energia termica.
Il giro d’affari stimato? Quasi 8 miliardi di euro all’anno, con il residenziale in testa, con più della metà dei 7.4 miliardi di euro stimati, dove 38 milioni sarebbero destinati agli interventi di riduzione dei consumi elettrici e i restanti 4.278 milioni a quelli termici.
E’ quanto emerge in conclusione al primo roadshow MCE Comfort Technology svoltosi ieri a Milano, alla presenza di istituzioni, aziende ed associazioni coinvolti a vario titolo dal settore dell’impiantistica civile e industriale, della climatizzazione e delle energie rinnovabili.
Con i suoi 8,2 miliardi di mq necessitanti di interventi di recupero e riqualificazione, gli oltre 13 milioni di edifici e un buon 70% dello stock immobiliare datato (secondo stime Cresme, avrebbe più di 40 anni di vita), il patrimonio edilizio italiano, tra i più vecchi d’Europa, risulta fortemente energivoro.
Si calcola che il fabbisogno energetico medio degli edifici nel Paese corrisponda a 180 kWh/m2, contro i 160 kWh/m2 della Spagna e i 150 kWh/m2 della Francia, e sia responsabile del 36% dei consumi energetici complessivi italiani.
Ai consumi energetici si aggiungono poi, naturalmente, le emissioni inquinanti. L’Italia risulta infatti essere al primo posto in Europa per emissioni medie di CO2 provenienti dagli edifici.
Tutto questo, nonostante la Direttiva europea 2012/27/UE e il suo recepimento col DL 102/2014, il sistema di incentivi agli interventi di riqualificazione e ristrutturazione energetica, le proposte di adozione di un Testo Unico sull’efficienza energetica e di semplificazione della diagnosi energetica.
Secondo Giuliano Dall’O’, Professore del Politecnico di Milano, intervenuto al dibattito, solo gli investimenti in tecnologie green e smart e in competenze professionalizzanti potrebbero comportare per l’Italia una crescita del Pil fino al 4% e un aumento di circa 460.000 posti di lavoro entro il 2020.
Ancora una volta, quindi, si è tornati a porre l’accento sull’importanza di attuare operazioni di riqualificazione energetica e ristrutturazione del patrimonio immobiliare storico italiano, la spinta decisiva al rilancio del Paese, sia dal punto di vista economico, che occupazionale e ambientale.
Il giro d’affari stimato? Quasi 8 miliardi di euro all’anno, con il residenziale in testa, con più della metà dei 7.4 miliardi di euro stimati, dove 38 milioni sarebbero destinati agli interventi di riduzione dei consumi elettrici e i restanti 4.278 milioni a quelli termici.
E’ quanto emerge in conclusione al primo roadshow MCE Comfort Technology svoltosi ieri a Milano, alla presenza di istituzioni, aziende ed associazioni coinvolti a vario titolo dal settore dell’impiantistica civile e industriale, della climatizzazione e delle energie rinnovabili.
Con i suoi 8,2 miliardi di mq necessitanti di interventi di recupero e riqualificazione, gli oltre 13 milioni di edifici e un buon 70% dello stock immobiliare datato (secondo stime Cresme, avrebbe più di 40 anni di vita), il patrimonio edilizio italiano, tra i più vecchi d’Europa, risulta fortemente energivoro.
Si calcola che il fabbisogno energetico medio degli edifici nel Paese corrisponda a 180 kWh/m2, contro i 160 kWh/m2 della Spagna e i 150 kWh/m2 della Francia, e sia responsabile del 36% dei consumi energetici complessivi italiani.
Ai consumi energetici si aggiungono poi, naturalmente, le emissioni inquinanti. L’Italia risulta infatti essere al primo posto in Europa per emissioni medie di CO2 provenienti dagli edifici.
Tutto questo, nonostante la Direttiva europea 2012/27/UE e il suo recepimento col DL 102/2014, il sistema di incentivi agli interventi di riqualificazione e ristrutturazione energetica, le proposte di adozione di un Testo Unico sull’efficienza energetica e di semplificazione della diagnosi energetica.
Secondo Giuliano Dall’O’, Professore del Politecnico di Milano, intervenuto al dibattito, solo gli investimenti in tecnologie green e smart e in competenze professionalizzanti potrebbero comportare per l’Italia una crescita del Pil fino al 4% e un aumento di circa 460.000 posti di lavoro entro il 2020.
Ancora una volta, quindi, si è tornati a porre l’accento sull’importanza di attuare operazioni di riqualificazione energetica e ristrutturazione del patrimonio immobiliare storico italiano, la spinta decisiva al rilancio del Paese, sia dal punto di vista economico, che occupazionale e ambientale.
