Speciale 100
Le nuove tecnologie per il riscaldamento a pellet e biomasse
Alcuni contenuti di questo speciale:
Articolo
Stufe e caminetti protagonisti a Progetto Fuoco 2016
105.000 mq espositivi, 750 espositori e 70.000 visitatori, un’affluenza in linea con le aspettative degli anni passati: Progetto Fuoco 2016, la kermesse veronese dedicata a stufe, caminetti e tecnologie per pellet, legna e biomasse si conferma il punto di riferimento per l’Italia e l’Europa.
Un marchio ormai conosciuto e affermato, che rappresenta un segmento importante per il riscaldamento, con tecnologie sempre più evolute all’insegna del risparmio e del Green, ma anche della bellezza e del design.
Quello del riscaldamento da biomasse legnose è, soprattutto nel nostro Paese, uno dei settori più dinamici e in crescita nel comparto idro-termo-sanitario e, nonostante abbia subito una frenata dopo l’entusiasmo iniziale, i numeri restano molto alti: le biomasse legnose sono infatti la seconda fonte di riscaldamento per le famiglie italiane dopo il metano, con 6,3 milioni di impianti diffusi in tutta la penisola.
Di queste però solo il 15% ha installato una tecnologia innovativa o altamente efficiente, a dimostrazione che gli spazi da conquistare sono ancora molti.
Acquistare una stufa/camino/caldaia di ultima generazione è importante non solo per le tasche, ma anche per l’ambiente: i nuovi apparecchi (soprattutto quelli a pellet) presentano infatti fattori di emissione molto più bassi rispetto ai caminetti “classici” a fiamma aperta o alle vecchie stufe tradizionali (che pure conservano tutto il loro fascino).
Questo purché si proceda ad una manutenzione periodica degli apparecchi e delle canne fumarie, che in Italia ancora non è obbligatoria (come avviene invece per le caldaie a gas), e si utilizzino pellet certificati ENplus, l’unica certificazione internazionale che garantisce la qualità del combustibile.
Se queste condizioni si verificano, comunque, il pellet si conferma meno inquinante rispetto ai combustibili fossili, sia per quanto riguarda le emissioni di PM10 che per quanto riguarda il bilancio dell’anidride carbonica che, a livello teorico e cioè per un pellet “a km 0”, è pari a zero. Se consideriamo però che anche i combustibili fossili (compreso il metano) devono essere trasportati in qualche modo, spesso da luoghi molto lontani, il bilancio del pellet resta comunque più positivo.
Tra le novità presenti in fiera sicuramente vale la pena sottolineare il ritorno di una vecchia tecnologia che apparteneva alle stufe in maiolica, ovvero l’accumulo, ma declinato con materiali innovativi e altamente performanti, in grado di mantenere il calore diffondendolo per irraggiamento anche diverse ore dopo lo spegnimento della fiamma.
Oltre a questo, tra gli stand dei diversi produttori, si è puntato molto anche sul fattore isolamento del focolare a pellet, per introdurre le stufe anche in case altamente isolate come quelle in classe A, evitando quasi completamente il fastidioso odore del fumo.
Grandi passi avanti sono stati fatti anche nel recupero del calore dei fumi, utilizzando tecnologie simili a quelle delle caldaie a condensazione, per rendere le stufe sempre più performanti, sia nelle versioni idro, sia in quelle ad aria che ormai - grazie proprio a questa efficienza - arrivano a scaldare anche diversi ambienti con l’ausilio di semplici canalizzazioni abbinate a bocchette.
Insomma, nessuna novità eclatante, ma un continuo sviluppo tecnologico, che ha portato ormai i prodotti a biomassa ad essere considerati delle vere e proprie alternative funzionali a quelli più “tradizionali” a gas, con quote di mercato e prezzi sempre più competitivi.
Un marchio ormai conosciuto e affermato, che rappresenta un segmento importante per il riscaldamento, con tecnologie sempre più evolute all’insegna del risparmio e del Green, ma anche della bellezza e del design.
Quello del riscaldamento da biomasse legnose è, soprattutto nel nostro Paese, uno dei settori più dinamici e in crescita nel comparto idro-termo-sanitario e, nonostante abbia subito una frenata dopo l’entusiasmo iniziale, i numeri restano molto alti: le biomasse legnose sono infatti la seconda fonte di riscaldamento per le famiglie italiane dopo il metano, con 6,3 milioni di impianti diffusi in tutta la penisola.
Di queste però solo il 15% ha installato una tecnologia innovativa o altamente efficiente, a dimostrazione che gli spazi da conquistare sono ancora molti.
Acquistare una stufa/camino/caldaia di ultima generazione è importante non solo per le tasche, ma anche per l’ambiente: i nuovi apparecchi (soprattutto quelli a pellet) presentano infatti fattori di emissione molto più bassi rispetto ai caminetti “classici” a fiamma aperta o alle vecchie stufe tradizionali (che pure conservano tutto il loro fascino).
Questo purché si proceda ad una manutenzione periodica degli apparecchi e delle canne fumarie, che in Italia ancora non è obbligatoria (come avviene invece per le caldaie a gas), e si utilizzino pellet certificati ENplus, l’unica certificazione internazionale che garantisce la qualità del combustibile.
Se queste condizioni si verificano, comunque, il pellet si conferma meno inquinante rispetto ai combustibili fossili, sia per quanto riguarda le emissioni di PM10 che per quanto riguarda il bilancio dell’anidride carbonica che, a livello teorico e cioè per un pellet “a km 0”, è pari a zero. Se consideriamo però che anche i combustibili fossili (compreso il metano) devono essere trasportati in qualche modo, spesso da luoghi molto lontani, il bilancio del pellet resta comunque più positivo.
Tra le novità presenti in fiera sicuramente vale la pena sottolineare il ritorno di una vecchia tecnologia che apparteneva alle stufe in maiolica, ovvero l’accumulo, ma declinato con materiali innovativi e altamente performanti, in grado di mantenere il calore diffondendolo per irraggiamento anche diverse ore dopo lo spegnimento della fiamma.
Oltre a questo, tra gli stand dei diversi produttori, si è puntato molto anche sul fattore isolamento del focolare a pellet, per introdurre le stufe anche in case altamente isolate come quelle in classe A, evitando quasi completamente il fastidioso odore del fumo.
Grandi passi avanti sono stati fatti anche nel recupero del calore dei fumi, utilizzando tecnologie simili a quelle delle caldaie a condensazione, per rendere le stufe sempre più performanti, sia nelle versioni idro, sia in quelle ad aria che ormai - grazie proprio a questa efficienza - arrivano a scaldare anche diversi ambienti con l’ausilio di semplici canalizzazioni abbinate a bocchette.
Insomma, nessuna novità eclatante, ma un continuo sviluppo tecnologico, che ha portato ormai i prodotti a biomassa ad essere considerati delle vere e proprie alternative funzionali a quelli più “tradizionali” a gas, con quote di mercato e prezzi sempre più competitivi.
In questo Speciale
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