Focus Dal mondo
Questo articolo ha più di 3 anni
Storage ad aria liquida: costruita in UK la nuova frontiera dell’accumulo
Anche se di soli 5 MW l’impianto di storage ad aria liquida sorto vicino a Manchester potrebbe dare l’avvio ad un nuovo approccio all’accumulo dell’energia da FER

In Inghilterra, poco a nord di Manchester, è stato inaugurato il primo storage ad aria liquida su vasta scala, un impianto dimostrativo da 5 MW che potrebbe dare l’avvio a un nuovo percorso tecnologico per i sistemi di accumulo energetico.
In Europa la produzione di energia da rinnovabili continua a crescere con un trend positivo che si prevede rimarrà costante nei prossimi anni, e porta alla ribalta un problema già conosciuto: quello dell’accumulo del surplus energetico e del suo possibile utilizzo in momenti in cui la domanda sarebbe insostenibile.
Sono molte le tecnologie di storage a cui ricercatori di tutto il mondo stanno lavorando per poter offrire soluzioni il più possibile efficienti, durevoli e accessibili. Una delle più recenti novità in questo senso ci arriva dal nord-ovest dell’Inghilterra, nello specifico in un’area nei pressi di Bury, nella Greater Manchester, dove è stato inaugurato il primo progetto di storage ad aria liquida su ampia scala, l’Highview Power Storage.
L’impianto è dimostrativo, lo dimostra il fatto che si parli di soli 5 MW, un decimo rispetto ai 50 MW delle batterie a ioni di litio costruite finora per gestire l’accumulo da rinnovabili, ma i ricercatori e l’azienda produttrice intendono procedere con la progettazione e arrivare a realizzare impianti altrettanto potenti.
L’impianto appena inaugurato funziona ad aria liquida, ciò significa che l’energia da rinnovabili in eccesso viene utilizzata per raffreddare l’aria a una temperatura di -196° C così da portarla allo stato liquido all’interno di grandi cisterne metalliche nelle quali viene conservata. Nel momento di maggiore richiesta di energia e di insufficiente produzione da rinnovabili l’aria liquida viene scaldata e pompata in modo da riportarla allo stato aeriforme, e utilizzata per dare la spinta a una turbina che può quindi riottenere l’energia stoccata.
Un sistema semplice ma efficace che permette di sfruttare l’energia da FER a seconda delle necessità, il tutto senza bruciare gas e produrre emissioni.
Il titolare dell’azienda produttrice dell’impianto, Gareth Brett, ha affermato che “se si vuole accumulare energia per un’ora o poco più le batterie a ioni di litio vanno più che bene, ma nella realtà si sta cercando di trovare modi per stoccare l’energia in eccesso e rilasciarla nei momenti di massima richiesta, che in genere durano ore, o addirittura giorni.”
L’impianto attuale misura 690 metri quadrati ed è stato finanziato con 8 milioni di sterline, l’azienda comunque ha già raccolto 25 milioni di investimenti privati per altri progetti e intende creare siti decisamente più grandi, possibilmente anche uno da 50 MW.
Lo storage ad aria liquida potrebbe diventare il futuro dell’accumulo delle rinnovabili? Forse. L’azienda, nel frattempo, fiduciosa nel progetto, ha già aperto una sede negli Stati Uniti e sta pensando ad opportunità di esportazione in tutta Europa e in Australia.
In Europa la produzione di energia da rinnovabili continua a crescere con un trend positivo che si prevede rimarrà costante nei prossimi anni, e porta alla ribalta un problema già conosciuto: quello dell’accumulo del surplus energetico e del suo possibile utilizzo in momenti in cui la domanda sarebbe insostenibile.
Sono molte le tecnologie di storage a cui ricercatori di tutto il mondo stanno lavorando per poter offrire soluzioni il più possibile efficienti, durevoli e accessibili. Una delle più recenti novità in questo senso ci arriva dal nord-ovest dell’Inghilterra, nello specifico in un’area nei pressi di Bury, nella Greater Manchester, dove è stato inaugurato il primo progetto di storage ad aria liquida su ampia scala, l’Highview Power Storage.
L’impianto è dimostrativo, lo dimostra il fatto che si parli di soli 5 MW, un decimo rispetto ai 50 MW delle batterie a ioni di litio costruite finora per gestire l’accumulo da rinnovabili, ma i ricercatori e l’azienda produttrice intendono procedere con la progettazione e arrivare a realizzare impianti altrettanto potenti.
L’impianto appena inaugurato funziona ad aria liquida, ciò significa che l’energia da rinnovabili in eccesso viene utilizzata per raffreddare l’aria a una temperatura di -196° C così da portarla allo stato liquido all’interno di grandi cisterne metalliche nelle quali viene conservata. Nel momento di maggiore richiesta di energia e di insufficiente produzione da rinnovabili l’aria liquida viene scaldata e pompata in modo da riportarla allo stato aeriforme, e utilizzata per dare la spinta a una turbina che può quindi riottenere l’energia stoccata.
Un sistema semplice ma efficace che permette di sfruttare l’energia da FER a seconda delle necessità, il tutto senza bruciare gas e produrre emissioni.
Il titolare dell’azienda produttrice dell’impianto, Gareth Brett, ha affermato che “se si vuole accumulare energia per un’ora o poco più le batterie a ioni di litio vanno più che bene, ma nella realtà si sta cercando di trovare modi per stoccare l’energia in eccesso e rilasciarla nei momenti di massima richiesta, che in genere durano ore, o addirittura giorni.”
L’impianto attuale misura 690 metri quadrati ed è stato finanziato con 8 milioni di sterline, l’azienda comunque ha già raccolto 25 milioni di investimenti privati per altri progetti e intende creare siti decisamente più grandi, possibilmente anche uno da 50 MW.
Lo storage ad aria liquida potrebbe diventare il futuro dell’accumulo delle rinnovabili? Forse. L’azienda, nel frattempo, fiduciosa nel progetto, ha già aperto una sede negli Stati Uniti e sta pensando ad opportunità di esportazione in tutta Europa e in Australia.