Focus Enti e Associazioni
Questo articolo ha più di 3 anni
Settore F-Gas: le aziende italiane fanno causa ad Amazon per concorrenza sleale
Diciotto aziende aderenti alla CNA hanno deciso di intraprendere un’azione legale nei confronti di Amazon accusando la multinazionale di concorrenza sleale per il settore F-Gas
La CNA ha ricordato lo scontro tra Davide e Golia nell’annunciare l’azione legale che hanno intrapreso 18 piccole imprese impiantistiche operanti nel settore F-Gas nei confronti del colosso commerciale Amazon.
Le 18 aziende, tutte aderenti alla CNA, hanno deciso di avviare quest’azione legale, con il supporto dell’avvocato Fabio Valerini, per chiedere che alla grande multinazionale sia inibita la vendita online senza alcun controllo F-Gas, in quanto al momento viene ritenuta operare in concorrenza sleale e al di sopra dei termini di legge.
Questa dinamica non è nuova al settore che già da alcuni anni denuncia questa tipologia di irregolarità e che, dopo la denuncia pubblica avvenuta con un servizio televisivo di Striscia la Notizia, sperava di ottenere qualche tutela da parte dei rappresentanti nazionali.
In questi mesi tuttavia nulla sembra essere cambiato, e online ci sono ancora numerosi rivenditori che commerciano irregolarmente gas refrigeranti F-Gas senza richiedere agli acquirenti alcuna prova del possesso della certificazione necessaria per queste operazioni, ossia il Patentino da Frigorista.
Numerosi di questi scambi avvengono anche dalla piattaforma Amazon, da cui anche il CNA durante un esperimento ha potuto acquistare due contenitori di F-gas in modo irregolare, acquistando tra l’altro da due diversi rivenditori, uno italiano e uno tedesco.
L’irregolarità di questa compravendita è chiara e limpida alla luce della Regolamento Europeo 517/2014 che specifica come “i gas fluorurati a effetto serra sono esclusivamente venduti a e acquistati da imprese in possesso dei certificati o degli attestati pertinenti a norma dell’articolo 10 o da imprese che impiegano persone in possesso di un certificato o di un attestato di formazione ai sensi dell’articolo 10, paragrafi 2 e 5”.
È lapalissiano quindi che la distribuzione - da e a - soggetti non certificati vada a costituire un atto di concorrenza sleale e, di conseguenza, un mercato illecito per la commercializzazione degli F-Gas, da cui le aziende CNA intendono difendersi tramite questa prima azione legale.
In un comunicato della Confederazione si conferma la posizione comune in merito a questa dinamica interna al settore F-Gas: “Si tratta di un atto di concorrenza sleale che rischia di creare due mercati paralleli: accanto a quello, legittimo, degli operatori abilitati, un altro di soggetti senza la necessaria certificazione. Una pratica che le imprese ricorrenti e la CNA chiedono di far cessare al più presto per riportare il settore alla piena legalità”.
Le 18 aziende, tutte aderenti alla CNA, hanno deciso di avviare quest’azione legale, con il supporto dell’avvocato Fabio Valerini, per chiedere che alla grande multinazionale sia inibita la vendita online senza alcun controllo F-Gas, in quanto al momento viene ritenuta operare in concorrenza sleale e al di sopra dei termini di legge.
Questa dinamica non è nuova al settore che già da alcuni anni denuncia questa tipologia di irregolarità e che, dopo la denuncia pubblica avvenuta con un servizio televisivo di Striscia la Notizia, sperava di ottenere qualche tutela da parte dei rappresentanti nazionali.
In questi mesi tuttavia nulla sembra essere cambiato, e online ci sono ancora numerosi rivenditori che commerciano irregolarmente gas refrigeranti F-Gas senza richiedere agli acquirenti alcuna prova del possesso della certificazione necessaria per queste operazioni, ossia il Patentino da Frigorista.
Numerosi di questi scambi avvengono anche dalla piattaforma Amazon, da cui anche il CNA durante un esperimento ha potuto acquistare due contenitori di F-gas in modo irregolare, acquistando tra l’altro da due diversi rivenditori, uno italiano e uno tedesco.
L’irregolarità di questa compravendita è chiara e limpida alla luce della Regolamento Europeo 517/2014 che specifica come “i gas fluorurati a effetto serra sono esclusivamente venduti a e acquistati da imprese in possesso dei certificati o degli attestati pertinenti a norma dell’articolo 10 o da imprese che impiegano persone in possesso di un certificato o di un attestato di formazione ai sensi dell’articolo 10, paragrafi 2 e 5”.
È lapalissiano quindi che la distribuzione - da e a - soggetti non certificati vada a costituire un atto di concorrenza sleale e, di conseguenza, un mercato illecito per la commercializzazione degli F-Gas, da cui le aziende CNA intendono difendersi tramite questa prima azione legale.
In un comunicato della Confederazione si conferma la posizione comune in merito a questa dinamica interna al settore F-Gas: “Si tratta di un atto di concorrenza sleale che rischia di creare due mercati paralleli: accanto a quello, legittimo, degli operatori abilitati, un altro di soggetti senza la necessaria certificazione. Una pratica che le imprese ricorrenti e la CNA chiedono di far cessare al più presto per riportare il settore alla piena legalità”.
