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Servizi di ingegneria e architettura: andamento positivo anche nel terzo trimestre 2016
Per il terzo trimestre consecutivo crescono, nel 2016, le gare per i servizi di ingegneria e architettura. Nel 2016 pubblicati finora bandi per un importo di oltre 6 miliardi e mezzo.
Per il terzo trimestre consecutivo sono cresciute le gare per i servizi di ingegneria e architettura in Italia. I servizi di ingegneria, in particolare, hanno fatto registrare un aumento del 12,8% rispetto allo stesso periodo del 2015.
Dopo che i primi sei mesi del 2016 avevano già registrato una crescita, il trimestre luglio-settembre ha rivelato un aumento significativo degli importi a base d’asta, anche se non in misura da raggiungere i picchi registrati nel secondo semestre (1 miliardo e 461 milioni di euro, +100 milioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
Come sottolineato dal Monitoraggio trimestrale dei bandi per i servizi di ingegneria e architettura, svolto dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, se anche l’ultimo trimestre dovesse presentare valori positivi, il 2016 potrebbe rappresentare davvero l’anno della svolta.
Finora, nei primi tre trimestri 2016, sono stati pubblicati bandi per un importo complessivo di oltre 6 miliardi e mezzo di euro, quando nello stesso periodo del 2015 erano stati appena superati i 4 miliardi. In sostanza per i servizi di ingegneria e architettura hanno visto passare le somme a loro dedicate da 287 milioni di euro nei primi tre trimestri 2015, a 484 nello stesso periodo del 2016.
Luigi Ronsivalle, Presidente del Centro Studi CNI, afferma che il rapporto conferma l’andamento positivo rispetto agli anni scorsi. Senza dubbio un segnale di ripresa importante, considerando anche che l’entrata in vigore del Nuovo Codice Appalti avrebbe potuto far segnare una battuta d’arresto a causa dell’incertezza interpretativa delle nuove norme.
Nonostante i dati nel complesso siano positivi, è importante sottolineare anche che solo il 27% degli importi di aggiudicazione va a liberi professionisti singoli o associati, e questo avviene principalmente alla prevalenza di grandi appalti in termini di valore, che vengono affidati a società e consorzi. Per risollevare le sorti dei professionisti, quindi, non si dovrebbe puntare troppo sugli appalti pubblici, ma piuttosto sulla ripresa complessiva dell’economia e del mondo delle costruzioni.
Da evidenziare, inoltre, l’aumento delle somme destinate ai servizi di ingegneria nelle tipologie di gare relative all’appalto integrato: 61,4 milioni di euro contro i 52,1 del 2015, nonostante il D.Lgs. 18 Aprile 2016, n. 50 l’avesse abolito.
In ultima battuta il documento mostra come, in riferimento all’utilizzo del criterio di offerta economicamente più vantaggiosa a scapito di quello del prezzo più basso, sembra che le stazioni appaltanti si stiano attivando per un pieno adeguamento rispetto alle ultime indicazioni. Infatti, tra i bandi a base d’asta superiori a 40mila euro, solo uno ha usato il criterio del prezzo più basso.
Dopo che i primi sei mesi del 2016 avevano già registrato una crescita, il trimestre luglio-settembre ha rivelato un aumento significativo degli importi a base d’asta, anche se non in misura da raggiungere i picchi registrati nel secondo semestre (1 miliardo e 461 milioni di euro, +100 milioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
Come sottolineato dal Monitoraggio trimestrale dei bandi per i servizi di ingegneria e architettura, svolto dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, se anche l’ultimo trimestre dovesse presentare valori positivi, il 2016 potrebbe rappresentare davvero l’anno della svolta.
Finora, nei primi tre trimestri 2016, sono stati pubblicati bandi per un importo complessivo di oltre 6 miliardi e mezzo di euro, quando nello stesso periodo del 2015 erano stati appena superati i 4 miliardi. In sostanza per i servizi di ingegneria e architettura hanno visto passare le somme a loro dedicate da 287 milioni di euro nei primi tre trimestri 2015, a 484 nello stesso periodo del 2016.
Luigi Ronsivalle, Presidente del Centro Studi CNI, afferma che il rapporto conferma l’andamento positivo rispetto agli anni scorsi. Senza dubbio un segnale di ripresa importante, considerando anche che l’entrata in vigore del Nuovo Codice Appalti avrebbe potuto far segnare una battuta d’arresto a causa dell’incertezza interpretativa delle nuove norme.
Nonostante i dati nel complesso siano positivi, è importante sottolineare anche che solo il 27% degli importi di aggiudicazione va a liberi professionisti singoli o associati, e questo avviene principalmente alla prevalenza di grandi appalti in termini di valore, che vengono affidati a società e consorzi. Per risollevare le sorti dei professionisti, quindi, non si dovrebbe puntare troppo sugli appalti pubblici, ma piuttosto sulla ripresa complessiva dell’economia e del mondo delle costruzioni.
Da evidenziare, inoltre, l’aumento delle somme destinate ai servizi di ingegneria nelle tipologie di gare relative all’appalto integrato: 61,4 milioni di euro contro i 52,1 del 2015, nonostante il D.Lgs. 18 Aprile 2016, n. 50 l’avesse abolito.
In ultima battuta il documento mostra come, in riferimento all’utilizzo del criterio di offerta economicamente più vantaggiosa a scapito di quello del prezzo più basso, sembra che le stazioni appaltanti si stiano attivando per un pieno adeguamento rispetto alle ultime indicazioni. Infatti, tra i bandi a base d’asta superiori a 40mila euro, solo uno ha usato il criterio del prezzo più basso.
