Focus Mercati

04.12.2020
Questo articolo ha più di 3 anni

Sequestrate 117 tonnellate di Pellet illecitamente certificato ENPlus

Il pellet contraffato era distribuito in sacchetti da 15 Kg su cui era illecitamente applicato il marchio di certificazione ENPlus®
Controlli straordinari ai trasporti su strada hanno permesso alla Guardia di Finanza di Treviso di individuare e sequestrare, nei giorni scorsi, ben 117 tonnellate di pellet contraffatto o falsamente certificato, in arrivo nel nostro Paese dagli Stati dell’est europeo. Alla luce delle verifiche è scattata la denuncia per 19 persone, tra cui titolari di ditte coinvolte e autotrasportatori, che la Procura della Repubblica di Treviso ha accusato di introduzione nello Stato di prodotti contraffatti, frode in commercio, apposizione di segni industriali mendaci e ricettazione.
 
I carichi di pellet contraffatto, individuati all’altezza dei caselli autostradali di Meolo/Roncade e Mogliano Veneto/Venezia Est, si componevano di sacchetti da 15 Kg di pellet proveniente da Slovenia, Croazia, Polonia e Ucraina, pronto per essere commercializzato illecitamente da numerosi rivenditori delle Province di Padova, Roma, Frosinone, Pescara, Campobasso.
Sulla maggior parte dei sacchetti, che sarebbero arrivati presto nelle case dei cittadini, era stato illegalmente applicato il marchio internazionale ENplus®, certificazione di qualità e sinonimo di sicurezza per moltissimi.
 
La Guardia di Finanza di Treviso, che si è occupata dei sequestri, è stata insospettita dalle modalità utilizzate per il trasporto del materiale, che avveniva su autoarticolati gestiti da imprese estere, in parziale o totale assenza di documentazione di accompagnamento del prodotto.
In questo frangente è stato prezioso anche l’ausilio di AIEL, l’Associazione italiana energia dal legno, che ha verificato l’irregolarità del contrassegno di qualità intercettato dalle Fiamme Gialle, confermando così l’importanza di procedere al sequestro immediato della merce.
 
Il marchio ENplus®, ormai divenuto strumento di individuazione del pellet di qualità per la maggior parte degli utilizzatori di questa biomassa, deve rispettare precise regole di utilizzo:
  • Il logo di certificazione deve essere applicato ai sacchetti;
  • Deve essere presente il codice univoco identificativo dell’azienda certificata;
  • Devono comparire i riferimenti dell’azienda produttrice certificata;
  • Il sacchetto deve presentare una serie di requisiti standard di layout.
 
Tutte queste informazioni, utili a distinguere con facilità un prodotto certificato ENplus® da un falso sono contenute nella guida rapida all’individuazione delle contraffazioni ENplus® disponibile in calce a questo focus.
 
Il consumo di pellet nel 2019 ha superato i 3,2 milioni di tonnellate, di queste il 40% viene prodotto da aziende italiane certificate, mentre il restante 60% proviene dall’estero.
Nei negozi sono disponibili soprattutto confezioni di pellet certificato in classe A1 (80-85%), seguito dal pellet in classe A2 (7-12%) ed infine dal pellet non certificato.
I tentativi di contraffazione riguardano per la maggior parte il pellet non certificato, a cui viene irregolarmente attribuita una classificazione A1.
 
La diffusione di pellet irregolare è una problematica da non sottovalutare. Le sue conseguenze infatti non colpiscono solo gli operatori economici onesti, falsando la concorrenza del mercato, ma mette in pericolo anche la salute di consumatori, che pensano di bruciare un prodotto controllato, tracciabile e rinnovabile, non avendo invece coscienza di cosa stia bruciando il proprio impianto a biomassa.

Documentazione disponibile

Guida rapida all’individuazione delle contraffazioni ENplus® - AIEL
Doc. Tecnica - IT