Focus Incentivi

13.06.2022
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Sconto in fattura: scoperta una maxi-truffa su crediti generati con il Sismabonus

Oltre 3,5 milioni di euro di crediti d’imposta generati a seguito di lavori fittizi, un imprenditore in custodia cautelare e altri 5 soggetti coinvolti

Scoperta una maxi truffa legata al sisma-bonus a Ragusa: 5 soggetti residenti tra Lombardia e Puglia hanno dichiarato oltre 3,5 milioni di euro di crediti d’imposta fittizi per spese - non realmente - sostenute per interventi edilizi agevolati secondo il Sismabonus.

Un imprenditore di Modica è stato sottoposto a custodia cautelare in seguito a un provvedimento disposto dal G.I.P del Tribunale di Ibleo, che ha disposto anche il blocco dei crediti fiscali inesistenti ed ha disposto il sequestro di denaro, beni e assetti societari per 3.572.000 €, ossia il profitto del reato.

Le indagini che hanno portato alla luce questa prima grande truffa sono state coordinate dai Finanzieri della Tenenza di Modica, sotto il coordinamento del Gruppo di Ragusa, che hanno analizzato e confrontato i dati presentati alla “Piattaforma Cessione Crediti” dell’Agenzia delle Entrate con la documentazione bancaria, le testimonianze di persone informate sui fatti e sopralluoghi mirati.

Incrociando queste informazioni si è scoperto che cinque persone compiacenti hanno falsamente dichiarato di aver incaricato l’imprenditore modicano - ora indagato - formalmente proprietario di un’azienda operante nel settore della costruzione degli edifici residenziale, di effettuare una serie di lavori di ristrutturazione edilizia per il rischio sismico su edifici che non sono mai stati di loro proprietà.

La società dell’imprenditore, che alla luce delle analisi si è evinto essere una cartiera, ha acquistato i crediti d’imposta generati dai lavori fittizi attraverso la modalità dello sconto in fattura.
I reali proprietari degli immobili che sono stati dichiarati oggetto delle riqualificazioni edili sono risultati totalmente ignari di queste operazioni fraudolente.

Nel caso specifico i soggetti coinvolti hanno ceduto più volte i crediti fittizi, generati dai lavori mai realizzati, così da monetizzare i bonus mediante intermediari finanziari e procurarsi dei proventi illeciti di cui il sistema aveva perso sempre più traccia.

Considerando le modalità con cui i soggetti coinvolti sembrano aver gestito i proventi della propria truffa, il G.I.P. ha disposto:

  • il sequestro di quote societarie, beni, disponibilità finanziarie degli indagati,
  • il blocco sul portale dell’Agenzia delle Entrate dei crediti compensabili nei cassetti fiscali riconducibili a 8 imprese e 3 soggetti (si cui uno della provincia di Pavia, uno della provincia di Brescia e uno della provincia di Cosenza), che sono risultati i cessionari finali dei crediti di imposta fittizi.

Un risultato, questo, molto importante per la Guardia di Finanzia, che ha dimostrato di saper sfruttare al meglio la grande quantità di informazioni raccolte a livello informatico, anche grazie all’utilizzo di strumenti tecnologici e tecniche investigative avanzate da parte della polizia economico-finanziaria.