Focus Enti e Associazioni

13.03.2013
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Ritardati Pagamenti: urge un piano effettivo di pagamento come quello spagnolo

Il debito delle amministrazioni pubbliche nei confronti delle imprese di costruzioni italiane ammonta a 19 miliardi di euro. Secondo Ance, per non rischiare di fare fallire migliaia di aziende è necessario adottare una soluzione simile a quella spagnola.
Il debito delle Pubbliche Amministrazioni nei confronti delle imprese di costruzioni in Italia ammonta a 19 miliardi di euro, mentre il ritardo medio di pagamento varia dagli otto mesi ai tre anni.

Tempistiche inaccettabili per Ance, che assieme ad altre associazioni datoriali ha sottoscritto un Position Paper che chiede la definizione urgente di un piano effettivo di pagamento.
“Il meccanismo della certificazione – si denuncia nel documento - così come è stato concepito in Italia, non si sta dimostrando risolutivo perché ancora sottoposto al rispetto dei vincoli di finanza pubblica prestabiliti. Si continua a mantenere, quindi, una finzione contabile per cui fino a quando non si pagano le imprese il debito non emerge e le aziende falliscono”.
 
La finanza pubblica ed il Patto di Stabilità interno sono, secondo il Position Paper, il principale freno che negli ultimi anni ha bloccato tutte le manovre attuate per risollevare l’edilizia italiana.
Il Patto, nello specifico, blocca attualmente 5 miliardi di euro relativi a pagamenti per lavori già eseguiti dalle imprese e per i quali gli enti locali dispongono di risorse di cassa.
 
Proprio in base a queste situazioni il documento chiede che l’UE definisca un piano effettivo di pagamento dei debiti pregressi come misura una tantum (cosicché non incida sul pareggio di bilancio imposto dal fiscal compact).
“L’adozione di un piano di smaltimento dei debiti pregressi – chiedono infine le associazioni - rappresenta un elemento essenziale per garantire l’effettiva applicazione della nuova direttiva europea sui ritardati pagamenti per i nuovi contratti”. A questo proposito si auspica anche la revisione delle regole del Patto di Stabilità interno che comprenda una golden rule per la salvaguardia della componente di investimento nei bilanci delle PA.
 
Le linee d’azione indicate dalle associazioni sono supportate da un’analisi realizzata dal Centro Studi che compara il successo della misura una tantum adottata in Spagna, dove in cinque mesi sono stati saldati alle imprese ben 27 miliardi di euro rispetto ai pochi milioni certificati in Italia nello stesso periodo, grazie all’accordo siglato in Europa che prevede una misura straordinaria di indebitamento per pagare le imprese.
 

Il caso spagnolo: ecco le misure del successo

Le misure per il rapido pagamenti dei debiti degli enti locali (Regioni, Province, Comuni) nei confronti delle imprese sono state applicate in Spagna a febbraio e marzo 2012 con un intervento definito una tantum e conclusosi nell’estate 2012.
La procedura di certificazione del credito spagnola è più snella e veloce rispetto a quella italiana e, allo stesso tempo, prevede sanzioni per i funzionari degli enti che non rispettano le scadenze.
Infine, il meccanismo spagnolo ha avuto più successo di quello italiano perché non prevede particolari costi e oneri per le imprese per ottenere il pagamento del dovuto: in Italia, invece, sono le imprese a doversi fare carico delle operazioni di smobilizzo dei crediti in modo da ottenere la liquidità.
L’unico neo del caso spagnolo è dato dal mancato riconoscimento degli interessi maturati, degli aggi e degli oneri accessori che vengono cancellati con il pagamento dell’importo del debito principale.
 

In allegato il Position Paper firmato dalle associazioni e lo studio del Centro Studi Ance sul caso Spagna.

Documentazione disponibile

ANCE - Position Paper - Debiti PA
Atti - IT
Centro Studi Ance - Debiti PA in Spagna
Atti - IT