Focus Efficienza Energetica

Aicarr 08.10.2015
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Riqualificazione degli edifici storici: un giro d’affari da 6 miliardi di euro

Gli interventi di riqualificazione degli edifici storici hanno un grosso potenziale, dal punto di vista del giro d'affari: 6 miliardi di euro, 2 miliardi di metri quadri riqualificati e 500mila posti di lavoro entro il 2020
Gli interventi di riqualificazione degli edifici storici consentono non solo di rispondere alle esigenze legate al miglioramento delle performance energetiche in edilizia, ma anche di proteggere e valorizzare l’edifico stesso.

L’ha dichiarato Livio De Santoli, Presidente di AiCARR, Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria, Riscaldamento e Refrigerazione.

Secondo il Presidente, dare vita un meccanismo di promozione degli interventi di riqualificazione degli edifici storici potrebbe portare, nel nostro Paese, a dare vita a un giro d’affari di oltre 6 miliardi di euro: verrebbero riqualificati, infatti, oltre 2 miliardi di metri quadri.

Per risparmiare fino al 90% dei consumi di calore, il retrofitting del parco edilizio italiano necessita di un investimento tra i 9 e i 20 miliardi di euro l’anno per i prossimi 50 anni, e potrebbe portare alla creazione di oltre 500 mila nuovi posti di lavoro nel 2020.

La riqualificazione energetica degli edifici storici dev’essere vista come uno strumento di tutela.

De Santoli prosegue il suo intervento affermando l’esistenza di una sensibilità sempre maggiore nei confronti del riutilizzo anche degli edifici legati a una serie di paletti conservativi, ambientali ed economici, e questo obbliga a considerare, nel restauro completo, anche il miglioramento dell’efficienza energetica. Dall’altro lato, sta emergendo sempre più l’esigenza di adottare soluzioni idonee alla conservazione dell’edificio.

È fondamentale, per quanto riguarda gli interventi di restauro degli edifici storici, che conservatori e progettisti trovino un punto d’incontro. Mentre i conservatori devono comprendere che gli interventi di riqualificazione energetica sono frutto del rispetto di normative e direttive europee, i progettisti devono tenere conto dell’interesse storico-culturale dell’edificio su cui andranno a intervenire.

Ecco perché le scelte progettuali vanno concordate in collaborazione e tenendo conto, a livello di restauro, di compatibilità, minimo intervento, reversibilità e rispetto del tessuto originario, criteri fissati nella Carta di Venezia per la Conservazione e il Restauro.
 

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