Focus Eventi e formazione
Angaisa
• 04.12.2015
Questo articolo ha più di 3 anni
Ripresa lenta, possibile, ma non per tutti. La visione del mercato ITS secondo il primo Rapporto ITS ANGAISA 2015
Numerni, caratteristiche e dati del mercato della distribuzione ITS nel nostro Paese presentati ieri, durante il meeting invernale ANGAISA, nel primo Rapporto ITS ANGAISA.

È stato presentato ieri, durante il consueto Meeting Invernale ANGAISA, il primo Rapporto ITS ANGAISA, una nuova analisi conoscitiva contenente i principali numeri della distribuzione idrotermosanitaria a livello nazionale.
Il Rapporto, presentato e spiegato dal Presidente ANGAISA Mauro Odorisio, da Andrea Ricotti di Cerved Group e dal Prof. Alberto Bubbio, è stato realizzato in collaborazione con Cerved, agenzia di rating italiana, e ha l’obiettivo di presentare i principali numeri della distribuzione idrotermosanitaria italiana con un’analisi specifica sulle aziende associate ANGAISA.
Sono state approfondite e presentate una serie di informazioni “macro”, relative ai codici di attività; alla dimensione e alla localizzazione delle aziende; alle diverse tipologie di clienti; alle merceologie trattate; all’utilizzo di internet e dei social network; ai corsi di formazione; alle fiere di settore e ad altri aspetti.
Hanno partecipato allo studio ben 151 aziende associate ANGAISA (rispetto alle 231 operative) che hanno risposto a un complesso questionario online, e sono state condotte, parallelamente, diverse interviste telefoniche.
Il questionario è stato somministrato tra Maggio e Settembre 2015, e le aziende che hanno risposto sono localizzate per il 52% nel Nord Italia, e per il 48% al Sud, fornendo un quadro piuttosto equilibrato della situazione.
Vediamo, in sintesi, i principali risultati conseguiti.
A questo codice ATECO appartiene ben il 50% dei soci ANGAISA, e quasi il 60% di queste aziende vanta oltre 10 anni di attività. Queste aziende, dunque, sono strutturate e longeve, e hanno dimostrato di essere dotate di una grande capacità di evoluzione adattativa, soprattutto rispetto all’andamento del mercato.
Questo è un mercato che, comunque, attrae nuove attività e nuove aziende, nonostante il fatto che per 517 aziende nate negli ultimi anni, altrettante siano state costrette a chiudere i battenti: il bilancio finale risulta di parità.
Da segnalare, inoltre, l’elevato numero di piccole e micro imprese, e l’altrettanto elevata frammentazione delle stesse.
I prodotti di condizionamento, riscaldamento e idraulica vengono commercializzati, per ben il 55%, dai grossisti, tramite i quali passa la percentuale maggiore del flusso di beni e prodotti che arrivano al consumatore finale.
Il 35% del flusso, invece, passa per impiantisti, installatori, imprese edili e architetti, dato elevato, che fa riflettere il Presidente Odorisio per la mancanza così importante del canale intermedio rappresentato dai grossisti.
I grossisti ANGAISA sono, per la maggior parte dei casi, provvisti di un’unica sede, con riferimento particolare al mercato locale, e non di diverse sedi dislocate in tutto il territorio.
Il 69% dei soci ANGAISA tratta fino a 20mila referenze. Ma l’aspetto più rilevante da segnalare è che oltre il 30% del campione ha rapporti commerciali con un numero compreso tra i 200 e i 400 fornitori: numeri che fanno realmente riflettere.
Parliamo, infine, dei canali di vendita: quasi il 45% delle vendite vengono effettuate al banco, il 26% tramite venditori esterni, e il 23% da showroom. Il fenomeno delle vendite via internet, invece, è marginale: la percentuale delle vendite è addirittura inferiore all’1%, dato che fa riflettere sul fatto che internet rappresenti ancora un canale di comunicazione finalizzato al contatto e alla profilazione della clientela.
Da evidenziare, però, il fatto che oltre il 90% degli associati sia presente nel web, sia con un sito aziendale, che nei social network. Molto meno diffusa, invece, la presenza di un canale e-commerce.
Le previsioni per il futuro sembrano piuttosto positive, considerato che la maggior parte delle aziende intervistate dimostra il proprio interesse ad investire. Si investirà, principalmente, nelle aree promozionali, nella formazione e nell’innovazione tecnologica.
Ripresa lenta ma possibile, dunque, ma non per tutti.
Così ha concluso la presentazione del primo Rapporto ANGAISA ITS il Prof. Roberto Bubbio. La ripresa non è per tutti perché probabilmente non ci sarà la ripresa prevista, complici anche gli avvenimenti globali; perché le imprese dovrebbero aver già investito anche negli anni di crisi, non è sufficiente aver resistito; perché per tornare a crescere è necessario investire in tecnologie e persone.
Ad oggi, solo il 37% delle imprese di distribuzione ITS sembra in grado di poter fare investimenti senza grosse difficoltà.
“La ripresa non è la terra promessa, è tutta da scoprire, nel bene e nel male”, conclude Bubbio.
Il Rapporto, presentato e spiegato dal Presidente ANGAISA Mauro Odorisio, da Andrea Ricotti di Cerved Group e dal Prof. Alberto Bubbio, è stato realizzato in collaborazione con Cerved, agenzia di rating italiana, e ha l’obiettivo di presentare i principali numeri della distribuzione idrotermosanitaria italiana con un’analisi specifica sulle aziende associate ANGAISA.
Sono state approfondite e presentate una serie di informazioni “macro”, relative ai codici di attività; alla dimensione e alla localizzazione delle aziende; alle diverse tipologie di clienti; alle merceologie trattate; all’utilizzo di internet e dei social network; ai corsi di formazione; alle fiere di settore e ad altri aspetti.
Hanno partecipato allo studio ben 151 aziende associate ANGAISA (rispetto alle 231 operative) che hanno risposto a un complesso questionario online, e sono state condotte, parallelamente, diverse interviste telefoniche.
Il questionario è stato somministrato tra Maggio e Settembre 2015, e le aziende che hanno risposto sono localizzate per il 52% nel Nord Italia, e per il 48% al Sud, fornendo un quadro piuttosto equilibrato della situazione.
Vediamo, in sintesi, i principali risultati conseguiti.
Commercio all’ingrosso di apparecchi per impianti idraulici di riscaldamento e condizionamento
A questo codice ATECO appartiene ben il 50% dei soci ANGAISA, e quasi il 60% di queste aziende vanta oltre 10 anni di attività. Queste aziende, dunque, sono strutturate e longeve, e hanno dimostrato di essere dotate di una grande capacità di evoluzione adattativa, soprattutto rispetto all’andamento del mercato.
Questo è un mercato che, comunque, attrae nuove attività e nuove aziende, nonostante il fatto che per 517 aziende nate negli ultimi anni, altrettante siano state costrette a chiudere i battenti: il bilancio finale risulta di parità.
Da segnalare, inoltre, l’elevato numero di piccole e micro imprese, e l’altrettanto elevata frammentazione delle stesse.
I canali distributivi della filiera ITS
I prodotti di condizionamento, riscaldamento e idraulica vengono commercializzati, per ben il 55%, dai grossisti, tramite i quali passa la percentuale maggiore del flusso di beni e prodotti che arrivano al consumatore finale.
Il 35% del flusso, invece, passa per impiantisti, installatori, imprese edili e architetti, dato elevato, che fa riflettere il Presidente Odorisio per la mancanza così importante del canale intermedio rappresentato dai grossisti.
I numeri di ANGAISA
I grossisti ANGAISA sono, per la maggior parte dei casi, provvisti di un’unica sede, con riferimento particolare al mercato locale, e non di diverse sedi dislocate in tutto il territorio.
Il 69% dei soci ANGAISA tratta fino a 20mila referenze. Ma l’aspetto più rilevante da segnalare è che oltre il 30% del campione ha rapporti commerciali con un numero compreso tra i 200 e i 400 fornitori: numeri che fanno realmente riflettere.
Parliamo, infine, dei canali di vendita: quasi il 45% delle vendite vengono effettuate al banco, il 26% tramite venditori esterni, e il 23% da showroom. Il fenomeno delle vendite via internet, invece, è marginale: la percentuale delle vendite è addirittura inferiore all’1%, dato che fa riflettere sul fatto che internet rappresenti ancora un canale di comunicazione finalizzato al contatto e alla profilazione della clientela.
Da evidenziare, però, il fatto che oltre il 90% degli associati sia presente nel web, sia con un sito aziendale, che nei social network. Molto meno diffusa, invece, la presenza di un canale e-commerce.
Le previsioni di investimento
Le previsioni per il futuro sembrano piuttosto positive, considerato che la maggior parte delle aziende intervistate dimostra il proprio interesse ad investire. Si investirà, principalmente, nelle aree promozionali, nella formazione e nell’innovazione tecnologica.
Ripresa lenta ma possibile, dunque, ma non per tutti.
Così ha concluso la presentazione del primo Rapporto ANGAISA ITS il Prof. Roberto Bubbio. La ripresa non è per tutti perché probabilmente non ci sarà la ripresa prevista, complici anche gli avvenimenti globali; perché le imprese dovrebbero aver già investito anche negli anni di crisi, non è sufficiente aver resistito; perché per tornare a crescere è necessario investire in tecnologie e persone.
Ad oggi, solo il 37% delle imprese di distribuzione ITS sembra in grado di poter fare investimenti senza grosse difficoltà.
“La ripresa non è la terra promessa, è tutta da scoprire, nel bene e nel male”, conclude Bubbio.
