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01.06.2022

REPowerEU: decarbonizzare vietando le caldaie a gas e sostenendo le pompe di calore

Il punto di vista dei presidenti si Assoclima e Assotermica alla luce delle linee guida REPowerEU per la decarbonizzazione dell’UE

REPowerEU, il piano della Commissione europea per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e accelerare la transizione verde, pone al centro dell’attenzione il settore degli impianti termici imponendo una corsa alla decarbonizzazione.

Una delle proposte avanzate dalla commissione UE per il risparmio energetico c’è l’abbandono graduale, entro il 2029, della caldaie a combustibili fossili non assistite da fonti rinnovabili e il loro declassamento nelle etichette sulla performance energetica.

Un passaggio della proposta ha destato preoccupazione in Anima Confindustria e nelle sue due associazioni federate Assoclima e Assotermica: quello in cui si richiede di «inasprire i requisiti nazionali dei sistemi di riscaldamento per gli edifici esistenti, affrontando le grandi ristrutturazioni e le sostituzioni delle caldaie e l'allacciamento a efficienti sistemi di teleriscaldamento nelle aree densamente popolate».

Allo stesso tempo introducendo l’obbligo di raddoppiare la diffusione delle pompe di calore e installare pannelli solari su tutti gli edifici pubblici, commerciali e residenziali di nuova costruzione.

Questa proposta è naturalmente di particolare interesse per i produttori di caldaie, rappresentati da Assotermica. Il presidente Alberto Montanini ha voluto quindi rivolgersi subito ai propri associati, rassicurandoli: «Innanzitutto chiariamo che siamo in una fase d’indirizzo e ci dovranno essere ulteriori passaggi istituzionali per cui molte cose potranno ancora cambiare. Poi, certamente, la riduzione delle emissioni è una priorità per tutti, ma per farlo realmente e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione riteniamo che si debba abbracciare un approccio multi-tecnologico e multi-energetico. Il principio di diversificazione delle fonti di approvvigionamento deve trovare riscontro in un’analoga valorizzazione delle tecnologie che concorrono agli obiettivi di decarbonizzazione». 

Montanini, comprensibilmente, sostiene i players del settore che negli ultimi anni hanno già dovuto adeguarsi e fare grandi passi avanti nell’aggiornamento delle tecnologie prodotte.«…rigettiamo un approccio ideologico che vieti indiscriminatamente l’immissione sul mercato degli apparecchi a gas senza considerare che vi sono interi comparti industriali che hanno lavorato e stanno tuttora lavorando intensamente allo sviluppo di tecnologie “green gas ready”, ovvero pronte a funzionare con miscele crescenti di biocombustibili e idrogeno. Tali tecnologie sono pronte o pressoché pronte per l’immissione sul mercato e per contribuire, in maniera decisiva, alla decarbonizzazione e alla riduzione delle emissioni inquinanti.

In questo senso, il gas continuerà ad essere ancora importante per il settore del riscaldamento per molti anni. Dovrà essere sempre più green in tutte le applicazioni, ma non potrà essere escluso dal processo di transizione energetica, sia perché in prospettiva esso stesso potrà essere almeno in parte rinnovabile, sia perché tutti gli scenari di decarbonizzazione, anche quelli più orientati verso l’elettrificazione, ne prevedono una quota di utilizzo rilevante anche in futuro in un’ottica di sostenibilità dei sistemi energetici. Teniamo conto anche di come sta crescendo il mercato degli apparecchi ibridi, che integrano in una soluzione intelligente e factory made le migliori performance dei sistemi a combustione e di quelli a pompa di calore e le cui potenzialità sono solo ancora all’inizio».

Luca Binaghi, presidente di Assoclima, analizza invece l’altro lato della medaglia. Le linee guida presentate da REPowerEU infatti non pongono vincoli al settore del “clima”, ma gli riconoscono invece un ruolo sempre più centrale.

«Le previsioni di crescita implicate dalla strategia sono chiare: 10 milioni di pompe di calore installate in Unione europea nei prossimi 5 anni e 30 milioni al 2030, che vedono l’Italia diventare uno dei mercati più importanti. Uno scenario che comporta la necessità stringente di lavorare sulla coerenza tra normative europee e nazionali, su meccanismi di incentivazione ulteriormente premianti per le pompe di calore, sulla formazione dei professionisti e sulla valorizzazione di tecnologie sempre più intelligenti e flessibili che siano in grado di dialogare con la rete elettrica.

Consideriamo anche che è stato recentemente pubblicato il Regolamento delegato europeo che definisce una metodologia di calcolo della quantità di energia rinnovabile usata per il raffrescamento e questo non potrà che essere un ulteriore impulso alla crescita delle pompe di calore in ottica di raggiungimento dei target 2030».

Entrambi i presidenti si sono detti concordi nell’affermare che ci troviamo nella decade decisiva per fare il salto di qualità nel percorso verso la decarbonizzazione. Si auspicano quindi che, in seguito a proclami e programmi ambiziosi possano seguire delle regole chiare e stabili nel tempo, sicuri che il sistema italiano possa contare sulla solidità di un’industria che eccelle a livello internazionale.

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