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REbuild: la prima agenda nazionale della riqualificazione edilizia
Se la crisi finanziaria sembra aver cancellato dall’agenda pubblica il cambiamento climatico, i temi dei Green Building e della riqualificazione edilizia restano argomenti di grande interesse, perché riescono a coniugare aspetti economici e istanze ecologiste in una prospettiva a lungo termine, che non potrà esimersi da un ripensamento profondo del modo in cui concepiamo il nostro vivere, anche – e soprattutto – all’interno dei manufatti che abitiamo.
Impostare una strategia di crescita basata sulla sostenibilità che dovrà, per forza di cose, includere anche un cambiamento sociale e culturale, oltre che una ridefinizione delle regole del mercato, incoraggiando le trasformazioni dei consumi individuali, sembra ormai a detta di tutti l’unica strada percorribile per un’Europa che ancora non riesce a ripartire.
Il prezzo delle risorse, in particolare di quelle fossili, è aumentato moltissimo negli ultimi anni (pensiamo solo al gas: +30% in tre anni), ponendoci di fronte ad un quesito fondamentale: come potremo mantenere questo modello di sviluppo? Soprattutto se pensiamo che nei prossimi anni ci saranno 3 miliardi di persone in più che entreranno a far parte della Middle Class, consumando e quindi facendo aumentare ulteriormente il costo delle risorse.
Secondo Gianni Silvestrini, direttore del Kioto Club, che ha aperto il convegno: “il settore delle costruzioni, all’incrocio tra tutti questi vettori di cambiamento, è uno degli ambiti più favorevoli per applicare la sostenibilità come principio, una vera e propria trasformazione di paradigma socio-economico in chiave Green”.
Se fino a poco tempo fa si pensava a questo tipo di discussioni con un certo snobismo, relegandole nell’immaginario comune alle attitudini radical chic di qualche personaggio famoso, o alle manie di qualche fanatico ambientalista, il discorso, oggi più che mai, è imprescindibilmente legato a qualsiasi tipo di speculazione che preveda un lungo termine. Non a caso, infatti, grosse società finanziarie e immobiliari internazionali sono sempre più interessate ad investire nel mercato dei Green Building.
REbuild, in tre giorni intensi di convegni e discussioni, ha presentato approcci e idee innovative per agganciare le opportunità offerte dall’incremento delle performance energetiche degli edifici, attraverso una ricca platea di relatori che hanno dimostrato come questi approcci convengano, anche in termini economici.
Secondo Nils Kok, docente all’Università di Maastricht e cofondatore GRESB (Global Real Estate Sustainability Benchmark), “negli edifici green i prezzi delle transazioni immobiliari sono dell’11-13% superiori rispetto agli immobili non riqualificati”.
Solo lo 0,5% del mercato globale all’interno dell’Unione Europea è occupato dalle nuove costruzioni, mentre le riqualificazioni di edifici sottoposti a interventi di Deep Retrofit costituiscono una fetta ben più consistente: in 30 anni la quasi totalità degli edifici dovrà essere sottoposta ad una riqualificazione, questa potrebbe essere la più grande opportunità per l’efficienza energetica.
“Stiamo andando incontro ad un cambio di paradigma nel mercato immobiliare - spiega Thomas Miorin, Direttore Habitech - che dovrà in tempi rapidi diventare sostenibile, nella costruzione, nella gestione e nella conduzione. Questo fenomeno non solo migliorerà lo stato del patrimonio immobiliare, ma contribuirà a creare milioni di posti di lavoro e ridurre anche la spesa pubblica per il mantenimento di strutture datate”.
“Con la prima edizione di REbuild abbiamo voluto dare un’ampia panoramica delle risorse su cui si può e si deve contare per creare un nuovo paradigma immobiliare. Abbiamo a disposizione 2 miliardi di edifici da riqualificare che costituiscono una grande sfida e una grande opportunità per diversi comparti e per il nostro Paese”, spiega Gianluca Salvatori, presidente di Progetto Manifattura.
Impostare una strategia di crescita basata sulla sostenibilità che dovrà, per forza di cose, includere anche un cambiamento sociale e culturale, oltre che una ridefinizione delle regole del mercato, incoraggiando le trasformazioni dei consumi individuali, sembra ormai a detta di tutti l’unica strada percorribile per un’Europa che ancora non riesce a ripartire.
Il prezzo delle risorse, in particolare di quelle fossili, è aumentato moltissimo negli ultimi anni (pensiamo solo al gas: +30% in tre anni), ponendoci di fronte ad un quesito fondamentale: come potremo mantenere questo modello di sviluppo? Soprattutto se pensiamo che nei prossimi anni ci saranno 3 miliardi di persone in più che entreranno a far parte della Middle Class, consumando e quindi facendo aumentare ulteriormente il costo delle risorse.
Secondo Gianni Silvestrini, direttore del Kioto Club, che ha aperto il convegno: “il settore delle costruzioni, all’incrocio tra tutti questi vettori di cambiamento, è uno degli ambiti più favorevoli per applicare la sostenibilità come principio, una vera e propria trasformazione di paradigma socio-economico in chiave Green”.
Se fino a poco tempo fa si pensava a questo tipo di discussioni con un certo snobismo, relegandole nell’immaginario comune alle attitudini radical chic di qualche personaggio famoso, o alle manie di qualche fanatico ambientalista, il discorso, oggi più che mai, è imprescindibilmente legato a qualsiasi tipo di speculazione che preveda un lungo termine. Non a caso, infatti, grosse società finanziarie e immobiliari internazionali sono sempre più interessate ad investire nel mercato dei Green Building.
REbuild, in tre giorni intensi di convegni e discussioni, ha presentato approcci e idee innovative per agganciare le opportunità offerte dall’incremento delle performance energetiche degli edifici, attraverso una ricca platea di relatori che hanno dimostrato come questi approcci convengano, anche in termini economici.
Secondo Nils Kok, docente all’Università di Maastricht e cofondatore GRESB (Global Real Estate Sustainability Benchmark), “negli edifici green i prezzi delle transazioni immobiliari sono dell’11-13% superiori rispetto agli immobili non riqualificati”.
Solo lo 0,5% del mercato globale all’interno dell’Unione Europea è occupato dalle nuove costruzioni, mentre le riqualificazioni di edifici sottoposti a interventi di Deep Retrofit costituiscono una fetta ben più consistente: in 30 anni la quasi totalità degli edifici dovrà essere sottoposta ad una riqualificazione, questa potrebbe essere la più grande opportunità per l’efficienza energetica.
“Stiamo andando incontro ad un cambio di paradigma nel mercato immobiliare - spiega Thomas Miorin, Direttore Habitech - che dovrà in tempi rapidi diventare sostenibile, nella costruzione, nella gestione e nella conduzione. Questo fenomeno non solo migliorerà lo stato del patrimonio immobiliare, ma contribuirà a creare milioni di posti di lavoro e ridurre anche la spesa pubblica per il mantenimento di strutture datate”.
“Con la prima edizione di REbuild abbiamo voluto dare un’ampia panoramica delle risorse su cui si può e si deve contare per creare un nuovo paradigma immobiliare. Abbiamo a disposizione 2 miliardi di edifici da riqualificare che costituiscono una grande sfida e una grande opportunità per diversi comparti e per il nostro Paese”, spiega Gianluca Salvatori, presidente di Progetto Manifattura.
