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Atf
• 03.02.2016
Questo articolo ha più di 3 anni
Patentino frigoristi: sono oltre 50mila i Tecnici del Freddo certificati al 31 Gennaio 2016
Patentino Frigoristi e aziende certificate: i dati raccolti da ATF, Associazione Tecnici del Freddo. "Ancora molto il lavoro da fare per affrontare al meglio la grande rivoluzione che ci aspetta".
50.576 Tecnici del Freddo che hanno conseguito il Patentino Frigoristi, per poter maneggiare i gas refrigeranti fluorurati, e 20.768 aziende certificate al 31 Gennaio 2016.
Ecco alcuni dei principali dati raccolti da ATF, l’Associazione dei Tecnici del Freddo, che evidenzia come il 2016 sia l’anno dell’eliminazione graduale dei gas refrigeranti, attualmente maggiormente utilizzati in particolare nel nostro Paese.
Mentre nei paesi nordici già da tempo è stata sviluppata una politica di cambio delle tecnologie nella direzione della tutela ambientale, è necessario sottolineare come l’Italia sia ancora molto legata ai refrigeranti cosiddetti “tradizionali sintetici” come gli HFC ad alto potenziale di riscaldamento terrestre, dannosi per l’ambiente.
Dal report di EEA (European Environment Agency) “Fluorinated Greenhouses Gases Report 2014”, infatti, l’Italia risulta sempre in testa tra le aziende che comunicano i dati di produzione, import ed export di Fgas (60 aziende contro 45 della Germania seconda in classifica), a dimostrazione del fatto che, molto probabilmente, ne è pure uno dei maggiori utilizzatori e consumatori.
L’EEA inoltre dimostra che nel 2014, anno prima dell’entrata in vigore della nuova regolamentazione, c’è stata una corsa allo stoccaggio di gas refrigeranti, temendo una carenza degli stessi. Questo avrà l’effetto di calmierare i prezzi finché i magazzini saranno pieni, per poi, di colpo, dare un brusco aumento, che si rivelerà ancor più drastico a causa della mancanza immediata. Già due produttori mondiali hanno annunciato aumenti di prezzi del 15%, ma è solo l’inizio.
Tra il 2010 e il 2013, inoltre, si è verificato un forte calo del consumo degli HFC dovuto alla crisi e alle regolamentazioni; nel 2014 si è avuto un 90% di incremento, dovuto appunto all’aumento dello stoccaggio.
Il problema che riscontriamo, quindi, in Italia, è una drastica riduzione della disponibilità dei refrigeranti alla quale non siamo pronti. Siamo impreparati sia dal punto di vista della costruzione degli impianti che li utilizzano, sia dal punto di vista degli operatori, i Tecnici del freddo, che sono abituati a fare carica, recupero, controllo, installazione, manutenzione, riparazione di impianti “tradizionali”.
L’informazione e il continuo monitoraggio saranno indispensabili per il nostro Paese, e la formazione viene subito dopo. I nuovi gas refrigeranti alternativi, che vedranno il tasso inverso di crescita rispetto alla decrescita degli HFC (ne rimarrà solamente il 20% nei prossimi 15 anni), sono gli idrocarburi, l’ammoniaca, la CO2 e i refrigeranti HFO e le loro miscele.
Questi refrigeranti, esclusi forse gli idrocarburi, sono sconosciuti alla maggior parte dei Tecnici del Freddo, quindi il nostro settore deve muoversi senza indugi e mostrare nuovamente quella dinamicità che lo contraddistinse nei decenni. La maggiore rivoluzione di sempre ci aspetta!
Entro il 1° Gennaio 2017 gli Stati Membri dovranno redigere e fare applicare nuovi programmi di formazione e di certificazione che includano i refrigeranti alternativi. L’Associazione dei Tecnici del Freddo ATF con il Centro Studi Galileo CSG tratta da 20 anni di ammoniaca; dal 2004 della CO2; e dal 2008 degli idrocarburi. Sono inoltre prossimi i corsi sugli HFO con una primaria azienda del settore refrigeranti e l’R32.
Alcuni paesi come l’Olanda hanno preso alla lettera la nuova regolamentazione e hanno istituzionalizzato delle certificazioni per l’uso dei gas refrigeranti alternativi alla stregua di quanto previsto dalla normativa Europea per gli F-gas, con l’ormai riconosciuto in ogni Stato Membro Patentino Frigoristi.
Secondo un recente studio della CNA, l’Italia deve lavorare ancora molto in questa direzione: 73.437 i tecnici iscritti a Dicembre 2015, quindi ben 23mila le persone che attendono di sostenere l’esame, alla luce degli oltre 50mila tecnici certificati rilevati da ATF.
Le aziende certificate sono in una situazione ancora peggiore. Sono solamente 20.768 quelle che hanno dimostrato con la certificazione di essere preparate con l’attrezzatura tarata, il personale qualificato e formato e le procedure di buona gestione del refrigerante. Secondo la CNA, le aziende iscritte e che ancora non hanno proceduto a fare la certificazione erano 48.262 (meno della metà si sono certificate e hanno, quindi, le carte in regola per restare sul mercato).
La sola Associazione dei Tecnici del Freddo, tramite il Centro Studi Galileo, ha permesso a 10.000 tecnici di essere certificati e poter esercitare la professione in ogni paese europeo, visto il mutuo riconoscimento della qualifica ottenuta tra tutti gli stati UE.
Clicca qui per scoprire tutti i prossimi appuntamenti di ATF e Centro Studi Galileo, in programma a MCE 2016.
A cura di: Marco Buoni, presidente ATF, Centro Studi Galileo
Ecco alcuni dei principali dati raccolti da ATF, l’Associazione dei Tecnici del Freddo, che evidenzia come il 2016 sia l’anno dell’eliminazione graduale dei gas refrigeranti, attualmente maggiormente utilizzati in particolare nel nostro Paese.
Mentre nei paesi nordici già da tempo è stata sviluppata una politica di cambio delle tecnologie nella direzione della tutela ambientale, è necessario sottolineare come l’Italia sia ancora molto legata ai refrigeranti cosiddetti “tradizionali sintetici” come gli HFC ad alto potenziale di riscaldamento terrestre, dannosi per l’ambiente.
Dal report di EEA (European Environment Agency) “Fluorinated Greenhouses Gases Report 2014”, infatti, l’Italia risulta sempre in testa tra le aziende che comunicano i dati di produzione, import ed export di Fgas (60 aziende contro 45 della Germania seconda in classifica), a dimostrazione del fatto che, molto probabilmente, ne è pure uno dei maggiori utilizzatori e consumatori.
L’EEA inoltre dimostra che nel 2014, anno prima dell’entrata in vigore della nuova regolamentazione, c’è stata una corsa allo stoccaggio di gas refrigeranti, temendo una carenza degli stessi. Questo avrà l’effetto di calmierare i prezzi finché i magazzini saranno pieni, per poi, di colpo, dare un brusco aumento, che si rivelerà ancor più drastico a causa della mancanza immediata. Già due produttori mondiali hanno annunciato aumenti di prezzi del 15%, ma è solo l’inizio.
Tra il 2010 e il 2013, inoltre, si è verificato un forte calo del consumo degli HFC dovuto alla crisi e alle regolamentazioni; nel 2014 si è avuto un 90% di incremento, dovuto appunto all’aumento dello stoccaggio.
Il problema che riscontriamo, quindi, in Italia, è una drastica riduzione della disponibilità dei refrigeranti alla quale non siamo pronti. Siamo impreparati sia dal punto di vista della costruzione degli impianti che li utilizzano, sia dal punto di vista degli operatori, i Tecnici del freddo, che sono abituati a fare carica, recupero, controllo, installazione, manutenzione, riparazione di impianti “tradizionali”.
L’informazione e il continuo monitoraggio saranno indispensabili per il nostro Paese, e la formazione viene subito dopo. I nuovi gas refrigeranti alternativi, che vedranno il tasso inverso di crescita rispetto alla decrescita degli HFC (ne rimarrà solamente il 20% nei prossimi 15 anni), sono gli idrocarburi, l’ammoniaca, la CO2 e i refrigeranti HFO e le loro miscele.
Questi refrigeranti, esclusi forse gli idrocarburi, sono sconosciuti alla maggior parte dei Tecnici del Freddo, quindi il nostro settore deve muoversi senza indugi e mostrare nuovamente quella dinamicità che lo contraddistinse nei decenni. La maggiore rivoluzione di sempre ci aspetta!
Entro il 1° Gennaio 2017 gli Stati Membri dovranno redigere e fare applicare nuovi programmi di formazione e di certificazione che includano i refrigeranti alternativi. L’Associazione dei Tecnici del Freddo ATF con il Centro Studi Galileo CSG tratta da 20 anni di ammoniaca; dal 2004 della CO2; e dal 2008 degli idrocarburi. Sono inoltre prossimi i corsi sugli HFO con una primaria azienda del settore refrigeranti e l’R32.
Alcuni paesi come l’Olanda hanno preso alla lettera la nuova regolamentazione e hanno istituzionalizzato delle certificazioni per l’uso dei gas refrigeranti alternativi alla stregua di quanto previsto dalla normativa Europea per gli F-gas, con l’ormai riconosciuto in ogni Stato Membro Patentino Frigoristi.
Secondo un recente studio della CNA, l’Italia deve lavorare ancora molto in questa direzione: 73.437 i tecnici iscritti a Dicembre 2015, quindi ben 23mila le persone che attendono di sostenere l’esame, alla luce degli oltre 50mila tecnici certificati rilevati da ATF.
Le aziende certificate sono in una situazione ancora peggiore. Sono solamente 20.768 quelle che hanno dimostrato con la certificazione di essere preparate con l’attrezzatura tarata, il personale qualificato e formato e le procedure di buona gestione del refrigerante. Secondo la CNA, le aziende iscritte e che ancora non hanno proceduto a fare la certificazione erano 48.262 (meno della metà si sono certificate e hanno, quindi, le carte in regola per restare sul mercato).
La sola Associazione dei Tecnici del Freddo, tramite il Centro Studi Galileo, ha permesso a 10.000 tecnici di essere certificati e poter esercitare la professione in ogni paese europeo, visto il mutuo riconoscimento della qualifica ottenuta tra tutti gli stati UE.
Clicca qui per scoprire tutti i prossimi appuntamenti di ATF e Centro Studi Galileo, in programma a MCE 2016.
A cura di: Marco Buoni, presidente ATF, Centro Studi Galileo
