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28.04.2014
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Patentino Frigoristi: ACCREDIA chiarisce la questione degli oneri sul cambio di ente

Il chiarimento dopo che CNA Installazione Impianti aveva sollevato la questione con una lettera al Ministero dell’Ambiente.
ACCREDIA, Ente italiano di Accreditamento, ha chiarito la questione legata agli oneri da pagare in caso di cambio di ente di accreditamento durante il percorso di certificazione. La nuova circolare arriva dopo che CNA Installazione Impianti aveva inviato una richiesta di chiarimenti al Ministero dell’Ambiente proprio in merito a presunti oneri che il cliente avrebbe dovuto pagare nel caso di cambio di ente certificatore.

Nella nuova circolare si specifica che gli eventuali costi del trasferimento della certificazione dovranno essere riportati nel tariffario approvato dal Ministero e che ogni revisione dei propri tariffari da parte degli enti di certificazione dovrà essere trasmessa per approvazione al Ministero dell’Ambiente e, per conoscenza, ad ACCREDIA. La circolare specifica inoltre che la responsabilità, anche da un punto di vista legale, di qualsiasi applicazione di costi aggiuntivi per la certificazione delle persone non previsti dai tariffari attualmente depositati presso il Ministero è da addebitarsi interamente ai singoli enti.

Una specifica non da poco: infatti qualora nel contratto sottoscritto da una persona con un ente di certificazione non sia prevista alcuna “penale” per il passaggio ad altro ente, qualsiasi richiesta di pagamento deve essere considerata indebita e denunciata.

 

Oneri da pagare: la richiesta di chiarimenti di CNA al Ministero dell’Ambiente


CNA Installazione Impianti aveva chiesto al Ministero dell’Ambiente un chiarimento sugli oneri a carico di persone certificate per il trasferimento della pratica da un ente all’altro, dopo che ACCREDIA aveva diffuso la circolare 8/2014 nel quale si disponeva, per la persona che vuole trasferire la propria certificazione da un ente all’altro, il pagamento di non meglio precisati “oneri” per il trasferimento della pratica.

Il chiarimento voluto da CNA voleva evitare che i professionisti certificati debbano sostenere pagamenti non dovuti nel caso dovessero scegliere con quale ente proseguire il percorso certificativo. Un riferimento che era stato giudicato non molto corretto da CNA Installazione Impianti: “Se tale onere fosse stato già previsto nel contratto che la persona sottoscrive con un ente per ottenere la certificazione non vi sarebbe nulla da obiettare; si tratterebbe di un rapporto commerciale tra due soggetti regolato da un contratto che ciascuno dei due contraenti è libero di siglare o meno”.

Nessuna questione anche in un altro passo della circolare di ACCREDIA, quando si afferma che “L'OdC che non abbia già provveduto in precedenza dovrà comunicare i costi per la pratica di trasferimento in occasione della prima sorveglianza annuale successiva alla pubblicazione di questa Circolare; la persona che dovesse confermare il mantenimento accetterà contestualmente anche la clausola per l'eventuale trasferimento negli anni successivi”.

Il passaggio della circolare finito sotto osservazione da parte di CNA è invece quello in cui si introducono gli oneri previsti per il cambio di ente: “Per le persone che non avessero preventivamente accettato la clausola e che vogliono trasferire il certificato già al primo mantenimento, gli oneri per il trasferimento saranno oggetto di specifica offerta, con l'importo previsto a tariffario”. ACCREDIA sembra dunque voler imporre al cliente un onere non previsto dal contratto iniziale né dal tariffario inviato al Ministero dell’Ambiente da ogni OdC per l’approvazione prevista (art. 5, comma 1, DPR 43/2012).

“Se così fosse, sembra essere stata autorizzata una pratica scorretta che limita la concorrenza tra enti di certificazione – aveva commentato Carmine Battipaglia, Presidente Nazionale CNA Installazione Impianti, in merito alla prima circolare - ed istituisce un meccanismo penalizzante per le persone certificate che per passare ad altro ente di certificazione sono costrette a pagare un vero e proprio balzello non previsto all’atto della stipula del contratto e, probabilmente, neanche dal tariffario depositato presso il Ministero”.