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05.05.2015
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Manutenzione degli impianti a gas: il tecnico che se ne occupa deve essere abilitato?

Tecnici abilitati o non abilitati? Una sentenza della Corte d’Appello ha rimesso in discussione la responsabilità dei tecnici addetti alla manutenzione degli impianti a gas.
La Corte d’Appello ha assolto il tecnico non abilitato che si era occupato della manutenzione ordinaria di uno scaldabagno a gas, condannato in primo grado per la morte di una persona a causa di una canna fumaria intasata.

Il tecnico non abilitato, che si era occupato della manutenzione dell’impianto, era già stato condannato a 20 mesi e 50.000 euro di risarcimento per omicidio colposo. Ma i giudici, in Appello, hanno reinterpretato la sentenza: la manutenzione ordinaria e la pulizia degli apparecchi scaldabagno a gas può essere effettuata anche da tecnici non abilitati, finché non superi il limite delle mansioni di stretta competenza dei tecnici abilitati (come, ad esempio, lo scarico dei fiumi della macchina per il controllo del regolare tiraggio).

Dalla sentenza, dunque, possiamo evincere che i tecnici abilitati devono essere ritenuti responsabili della manutenzione straordinaria degli impianti a gas, mentre nei tecnici non abilitati non ricade alcuna responsabilità per quanto riguarda gli interventi straordinari, ma solo per gli interventi ordinari.

Questa sentenza ha decisamente creato scompiglio all’interno del settore, in particolare nel CNA, che ha espresso opinioni molto rigide in merito:

“[…] negli impianti a gas la manutenzione ordinaria non esiste in quanto anche una mera sostituzione della caldaia non può essere considerata come manutenzione ordinaria. […] Con queste paradossali ed inconcepibili motivazioni i giudici si sono resi responsabili di aver completamente minato l’architrave sul quale si regge tutta l’impalcatura normativa del settore; e cioè che le mani sugli impianti ce le mettono solo i tecnici abilitati in base ai propri requisiti tecnico-professionali”.

“Inoltre – proseguono i responsabili del CNA - se si consente a soggetti non abilitati di operare a qualsiasi titolo sugli impianti, chi glielo spiega ai manutentori abilitati che è necessario aggiornarsi continuamente, accrescere le proprie competenze e migliorare la propria professionalità se proprio questa professionalità viene vilipesa da sentenze che sfociano nel ridicolo?”

Il concetto di sicurezza dovrebbe risiedere alla base di qualsiasi decisione presa. In questo caso, chi doveva occuparsi della sicurezza dell’impianto?

Fonti: Corriere della Sera, www.cna.it