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Le rinnovabili saranno presto la seconda fonte energetica dopo il carbone
Presentato ieri a Roma il rapporto dell’IEA: entro il 2018 Rinnovabili al 25%.
Nel 2018 le energie rinnovabili varranno un quarto della produzione mondiale. Parola di Maria Van der Hoven, direttrice dell’IEA, l’agenzia internazionale dell’energia, che ha partecipato ieri ad una conferenza alla Farnesina, dove ha presentato il rapporto Medium-Term Renewable Energy Market Report.
Secondo l’Agenzia, entro il 2016, a livello globale, le rinnovabili doppieranno il nucleare, superando perfino il gas e diventando la seconda fonte energetica dopo il carbone. Entro il 2018 si stima che le fonti rinnovabili aumenteranno di un 40% la loro quota nel mix globale, arrivando a coprire circa un 25% del fabbisogno totale.
Una crescita esponenziale, che non riguarda solo le fonti più tradizionali come l’idroelettrico, ma anche quelle più innovative, come il fotovoltaico e l’eolico, che continueranno a crescere, fino ad arrivare all’8% nel 2018.
Secondo Maria Van Der Hoeven però, è importante pianificare una strategia di lungo periodo: “molte rinnovabili non hanno più bisogno di altri incentivi, ma hanno bisogno piuttosto di politiche di lungo termine, che consentano la formazione di un mercato affidabile e di una cornice di regole compatibile con gli obiettivi sociali”. Il problema dei sussidi alle rinnovabili andrebbe poi inquadrato nella giusta prospettiva, ricorda la Hoven: “a livello globale, i sussidi ai combustibili fossili restano 6 volte più alti degli incentivi alle rinnovabili”.
Secondo l’IEA, per il prossimo futuro, la sfida delle rinnovabili sarà fondamentale per i paesi occidentali: 2/3 della crescita del mercato avverrà nei paesi non OCSE, aprendo grandi opportunità per le aziende storiche del settore, che però dovranno saper cogliere queste opportunità.
Per quanto riguarda l’Italia, le rinnovabili hanno fornito nel 2012 il 31% del fabbisogno di elettricità, con fotovoltaico ed eolico ad oltre il 10%. Secondo la Hoeven, comunque, lo sviluppo delle rinnovabili in Italia è condizionato dallo scioglimento di due nodi fondamentali: il miglioramento della rete, in particolare per il collegamento tra nord (dove la richiesta è maggiore) e sud (dove le fonti rinnovabili sono disponibili in maggiore misura) e il superamento delle difficoltà legate all’autoconsumo del fotovoltaico, che sarà un fattore chiave per lo sviluppo futuro di questa tecnologia.
Secondo l’Agenzia, entro il 2016, a livello globale, le rinnovabili doppieranno il nucleare, superando perfino il gas e diventando la seconda fonte energetica dopo il carbone. Entro il 2018 si stima che le fonti rinnovabili aumenteranno di un 40% la loro quota nel mix globale, arrivando a coprire circa un 25% del fabbisogno totale.
Una crescita esponenziale, che non riguarda solo le fonti più tradizionali come l’idroelettrico, ma anche quelle più innovative, come il fotovoltaico e l’eolico, che continueranno a crescere, fino ad arrivare all’8% nel 2018.
Secondo Maria Van Der Hoeven però, è importante pianificare una strategia di lungo periodo: “molte rinnovabili non hanno più bisogno di altri incentivi, ma hanno bisogno piuttosto di politiche di lungo termine, che consentano la formazione di un mercato affidabile e di una cornice di regole compatibile con gli obiettivi sociali”. Il problema dei sussidi alle rinnovabili andrebbe poi inquadrato nella giusta prospettiva, ricorda la Hoven: “a livello globale, i sussidi ai combustibili fossili restano 6 volte più alti degli incentivi alle rinnovabili”.
Secondo l’IEA, per il prossimo futuro, la sfida delle rinnovabili sarà fondamentale per i paesi occidentali: 2/3 della crescita del mercato avverrà nei paesi non OCSE, aprendo grandi opportunità per le aziende storiche del settore, che però dovranno saper cogliere queste opportunità.
Per quanto riguarda l’Italia, le rinnovabili hanno fornito nel 2012 il 31% del fabbisogno di elettricità, con fotovoltaico ed eolico ad oltre il 10%. Secondo la Hoeven, comunque, lo sviluppo delle rinnovabili in Italia è condizionato dallo scioglimento di due nodi fondamentali: il miglioramento della rete, in particolare per il collegamento tra nord (dove la richiesta è maggiore) e sud (dove le fonti rinnovabili sono disponibili in maggiore misura) e il superamento delle difficoltà legate all’autoconsumo del fotovoltaico, che sarà un fattore chiave per lo sviluppo futuro di questa tecnologia.
