La Commissione europea multa i paesi membri non in regola con le direttive comunitarie
29/11/2011 - Richiamati all’ordine dalla Commissione Europea perché non in linea con le direttive comunitarie in termini di ecosostenibilità sono Irlanda, Polonia, Spagna, Francia, Repubblica Ceca e Slovenia.
A rischio è la Polonia che nonostante i molteplici richiami non ha inserito all’interno della sua legislazione la direttiva sulla qualità dell’aria né una soluzione per proteggere i suoi mari. Questo ha portato Bruxelles ad infliggere alla stessa due multe con l’ulteriore limite di conformarsi a quanto richiesto entro due mesi pena la possibilità di rinviare la causa alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
A Francia e Repubblica Ceca viene invece richiesto, in quanto in ritardo rispetto ai termini stabiliti, di adeguare al più presto le loro legislazioni sulle energie rinnovabili alle norme europee. In caso di mancato adeguamento la Commissione potrà sottoporre il caso alla Corte di giustizia.
La Spagna risulta coinvolta per un altro argomento caro alla commissione, ovvero gli edifici efficienti. A lei viene contestato il fatto di non essersi adeguata alla direttiva comunitaria 2002/91/CE sul rendimento energetico degli edifici. Secondo la legge spagnola, al contrario di quanto previsto dalle direttive europee, il calcolo del rendimento energetico viene effettuato solo agli edifici nuovi o a quelli esistenti in fase di ristrutturazione. La commissione ha quindi sottoposto il caso alla Corte di Giustizia europea e ha ripreso la Spagna anche per la mancata istituzione di un regolare controllo delle caldaie che non solo limiterebbe gli incidente, ma contribuirebbe anche a ridurre i costi di riscaldamento.
Contestata anche la Slovenia per il mancato inserimento all’interno della sua legislazione della direttiva sulla progettazione ecocompatibile nonostante i richiami avvenuti ad inizio 2011 che avrebbero dovuto portare all’eliminazione di tutti i dispositivi elettrici meno efficienti. La stessa ha ancora due mesi di tempo per adeguarsi.
Ultima, ma non meno importante, è l’Irlanda. A quest’ultima la Commissione ha chiesto di modificare le normative sull’acqua per allinearle a quelle europee. Adeguamento non avvenuto in quanto Irlanda e Commissione europea hanno due diverse idee in merito alla questione. Anche in questo caso il termine ultimo per l’adeguamento è di due mesi.
