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La Commissione commenta i limiti della ETD per rivedere la tassazione europea dell’energia
La CE commenta in un report i contenuti e i limiti attuali della ETD, la direttiva che nel 2003 ha introdotto la tassazione dell’energia

A distanza di più di 15 anni da quando, nel 2003, fu introdotta la Direttiva europea sulla tassazione dei prodotti energetici (ETD), la Commissione Europea ha realizzato e pubblicato un report che valuta i risultati raggiunti da questo strumento, condividendo un’idea su quali politiche alternative potrebbero essere messe in atto per supportare gli obiettivi europei per il cambiamento climatico.
La Energy Taxation Directive ha introdotto un sistema di tassazione per i carburanti per motori, per i combustibili per il riscaldamento e per l’elettricità. Purtroppo, nonostante un buon impatto iniziale per il marcato interno, queste norme oggi non contribuiscono quanto si spererebbe al quadro regolatorio europeo e agli obiettivi connessi con l’uso dell’energia e con la tutela del clima. D’altro canto, anche per quanto riguarda la tecnologia, i mercati energetici e le tassazioni nazionali si sono evolute notevolmente nel corso di 15 anni.
La relazione della Commissione UE su questo corpus normativo, la ETD, rileva che i sistemi nazionali di tassazione non sono in linea con altri strumenti legislativi, cosa che talvolta causa la frammentazione del mercato interno, un problema esasperato poi dall’introduzione diffusa di esenzioni fiscali facoltative.
Ora, l’Unione Europea ha alzato l’asticella e intende assumere nuovi obiettivi per il clima per il 2030, tra cui ridurre almeno del 40% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990. In questo contesto in veloce evoluzione, il sistema di tassazione dell’energia UE non ha saputo evolvere in modo corretto.
Ad esempio la Direttiva europea sulla tassazione dei prodotti energetici non rappresenta correttamente l’attale mix di prodotti energetici presenti nel mercato europeo.
Dal 2003 ad oggi il marcato europeo dell’energia e della tecnologia ha subito straordinari cambiamenti:
Alla stesso tempo, in questi 15 anni sono cambiati profondamente anche gli impegni politici dell’Unione Europea, che si è impegnata sia internamente con la “Strategia per una mobilità a basse emissioni” e con il pacchetto “Energia pulita per tutti gli europei", sia internazionalmente con l’Accordo di Parigi.
L’analisi della commissione sulla ETD (disponibile in calce) è approfondita e precisa, tra le altre cose, con particolare riferimento agli interessi di sostenibilità e tutela ambientale si rilevano i seguenti problemi:
La ETD appare in sostanza come uno strumento valido che ha fatto il suo tempo, motivo per cui sarà importante per la Commissione Europea pensare di rivederla alla luce della recente evoluzione tecnologica e del quadro normativo attuale, in relazione con gli obiettivi ambientali presenti e – possibilmente – futuri.
La Energy Taxation Directive ha introdotto un sistema di tassazione per i carburanti per motori, per i combustibili per il riscaldamento e per l’elettricità. Purtroppo, nonostante un buon impatto iniziale per il marcato interno, queste norme oggi non contribuiscono quanto si spererebbe al quadro regolatorio europeo e agli obiettivi connessi con l’uso dell’energia e con la tutela del clima. D’altro canto, anche per quanto riguarda la tecnologia, i mercati energetici e le tassazioni nazionali si sono evolute notevolmente nel corso di 15 anni.
La relazione della Commissione UE su questo corpus normativo, la ETD, rileva che i sistemi nazionali di tassazione non sono in linea con altri strumenti legislativi, cosa che talvolta causa la frammentazione del mercato interno, un problema esasperato poi dall’introduzione diffusa di esenzioni fiscali facoltative.
Ora, l’Unione Europea ha alzato l’asticella e intende assumere nuovi obiettivi per il clima per il 2030, tra cui ridurre almeno del 40% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990. In questo contesto in veloce evoluzione, il sistema di tassazione dell’energia UE non ha saputo evolvere in modo corretto.
Ad esempio la Direttiva europea sulla tassazione dei prodotti energetici non rappresenta correttamente l’attale mix di prodotti energetici presenti nel mercato europeo.
Dal 2003 ad oggi il marcato europeo dell’energia e della tecnologia ha subito straordinari cambiamenti:
- La porzione di energia da rinnovabili nell’energy mix è triplicata, raggiungendo il 18%;
- La porzione di elettricità prodotta con fonti rinnovabili è aumentata dal 13% al 31%;
- Il consumo di carburanti green è aumentato di 10 volte, nel settore del trasporto in particolare è passato dall’essere praticamente nullo al 5%;
- Sono entrati nel mercato numerosi prodotti innovativi tra cui quelli che utilizzano l’idrogeno e altri gas sintetici.
Alla stesso tempo, in questi 15 anni sono cambiati profondamente anche gli impegni politici dell’Unione Europea, che si è impegnata sia internamente con la “Strategia per una mobilità a basse emissioni” e con il pacchetto “Energia pulita per tutti gli europei", sia internazionalmente con l’Accordo di Parigi.
L’analisi della commissione sulla ETD (disponibile in calce) è approfondita e precisa, tra le altre cose, con particolare riferimento agli interessi di sostenibilità e tutela ambientale si rilevano i seguenti problemi:
- Sono poche le nuove tecnologie e i prodotti che ricadono sotto all’ombrello della ETD e, visto il ritmo con cui si evolve la ricerca, saranno sempre meno. Di conseguenza, un regime fiscale “obsoleto” come quello introdotto nel 2003 non riesce a prevedere un trattamento preferenziale per le alternative sostenibili, assolutamente preferibili e, per questo, da incentivare piuttosto che tassare.
- L’abilità dell’ETD di stimolare l’uso dei biogas si è ridotta nel tempo. La tassazione fondata sul volume infatti non consente di tener conto del contenuto energetico e delle performance ambientali dei diversi prodotti, introducendo tassazioni sproporzionate per diversi biofuel verdi.
- Dal momento che la ETD non impone logiche specifiche per l’introduzione dei livelli di tassazione, gli Stati Membri possono introdurre le percentuali che vogliono senza seguire indicazioni specifiche. Ciò, anche se non è scontato, può far sì che l’attuale direttiva fornisca segnali economici scorretti ai cittadini, scoraggiando la scelta di fonti energetiche più sostenibili ed efficienti.
- La ETD è almeno in parte coerente con gli impegni politici per la promozione dell’uso delle energie rinnovabili e per l’efficienza energetica, sono però meno in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas climalteranti e di diversificazione e indipendenza energetica. Questa condizione è sostanzialmente dovuta: alla mancanza di correlazione tra il contenuto energetico di un prodotto e le emissioni di CO2 che comporta, al troppo basso livello di tassazione e alle troppe deroghe.
- C’è inoltre una mancanza di allineamento tra la ETD e il sistema per lo scambio delle quote di emissione dell'UE. La Direttiva europea sulla tassazione dei prodotti energetici non risulta inoltre in linea con i contenuti degli altri più importanti strumenti legislativi connessi all’energia dell’Unione Europea.
La ETD appare in sostanza come uno strumento valido che ha fatto il suo tempo, motivo per cui sarà importante per la Commissione Europea pensare di rivederla alla luce della recente evoluzione tecnologica e del quadro normativo attuale, in relazione con gli obiettivi ambientali presenti e – possibilmente – futuri.