Focus Enti e Associazioni

21.11.2011
Questo articolo ha più di 3 anni

La carta eco-etica per la crescita dell’Italia sotto la lente del CNEL

21/11/2011 - Presentata al CNEL la prima carta eco-etica mai varata in Italia da un ordine professionale. A realizzarla gli ingegneri italiani che l’hanno condivisa con il mondo istituzionale, delle imprese e delle associazioni per costruire un concreto percorso di lavoro comune.

A prima vista, ai più critici, potrebbe sembrare un cambio di passo aleatorio, al contrario proprio oggi, alla luce di una crisi economico-sociale di proporzioni globali che investe l’Italia, come il resto del mondo, è un contributo di straordinaria valenza strategica. Varare infatti una  Carta eco-etica che salvaguardi, sin dai suoi principi basilari, un approccio etico e, soprattutto, sostenibile nella progettualità delle opere è ormai una frontiera irrimandabile. E gli ingegneri italiani lo hanno compreso: solo attraverso uno sviluppo misurato dell’ecosistema si può crescere. La carta ecoetica rappresenta una sorta di dichiarazione di intenti che, nel futuro, potrebbe trasformarsi in un decalogo vincolante cui il mondo degli ingegneri dovrebbe attenersi nello svolgimento della propria attività. Una presa di posizione forte che questa mattina (giovedì 17 novembre, ndr)  è stata condivisa a Roma al CNEL (Consiglio Nazionale per l’Economia ed il Lavoro), presso Villa Rubin, con autorevoli esponenti del Mondo Istituzionale, ambientale ed industriale per raccogliere il più vasto consenso e la più estesa condivisione possibile.


ingengeri carta eco-eticaAd aprire la giornata di confronto  il Presidente del CNI (Consiglio nazionale degli Ingegneri) Gianni Rolando, che ha ricordato come “oggi, in un momento di grave crisi economica e finanziaria, siamo  passati dall’ingegneria del consumismo a quella del risparmio. Una transizione importante – ha sottolineato – per fissare un punto di discontinuità, uno spartiacque tra presente e passato di cui la nostra Carta Eco-etica vuole essere un segnale tangibile”. Infine, ha lanciato l’idea della costituzione del Comitato nazionale di eco-etica, sotto la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che svolga funzioni funzioni analoghe al già esistente comitato di bioetica per le tematiche ambientali. Non è dunque casuale la collaborazione con il CNEL che oggi ha salutato con soddisfazione l’iniziativa del CNI, “vogliamo lavorare insieme – ha detto Claudio Falasca, Consigliere del C.N.E.L. - costruendo un’ampia collaborazione, strategici per la crescita del Paese, basata sui teni dell’eco-sostenibilità”. E proprio l’importanza della filiera della sostenibilità, dalla progettazione dell’opera sino alla sua dismissione è stato il tema centrale dell’intervento di  Francesco Karrer, Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, che ha anche ricordato come “bisognerebbe andare oltre alla Consulta di settore per creare un organismo nazionale che possa integrare competenze ambientali, sociali, economiche e di governance”.

Quattro pilastri ha sostenuto, dal canto suo, Gianfranco Bologna, Direttore Scientifico WWF Italia , ormai essenziali “l’ambiente ormai non può più essere disgiunto dall’economia, dalla sfera sociale come da quella istituzionale”. Proprio sul ruolo di garante delle Istituzioni si è soffermato Michele Mastrobuono, Direttore Relazioni Esterne Tetra Pak Italia, in rappresentanza del mondo delle imprese che ha auspicato “la creazione di un organismo di vigilanza super-partes che possa vigliare sull’effettiva applicazione dei principi della Carta eco-etica”. Un documento che richiama anche e soprattutto alla professionalità ed alla trasparenza delle scelte progettuali, “l’Italia – ha sentenziato Ermanno Granelli, Consigliere Corte dei Conti – è secondo recenti ricerche al 63° posto nel mondo, dopo il Botswana, per la trasparenza professionale. Dobbiamo e possiamo fare molto per invertire questa percezione, forse viziata anche da semplificazione e sterili pregiudizi”


Accolto dunque con soddisfazione da tutti i soggetti coinvolti questo documento varato, per primi in Italia, dagli ingegneri e che si riallaccia ad esperienze virtuose già attuate in Nord Europa ed in America. Una sfida su tutte: proiettarsi ben oltre la sfera dell’ingegneria, integrando lo sviluppo economico e sociale con una crescita sostenibile.