Iva sul pellet: secondo AIEL necessario mantenere l’imposta al 10% anche durante il 2024
L’Iva sul pellet al 10% contribuirebbe a contrastare il mercato sommerso e a stabilizzare il mercato dei sistemi di riscaldamento domestico
Dall’Assemblea annuale di AIEL, Associazione italiana energia agroforestali, svoltasi giovedì 19 ottobre a Soave (Verona), emerge un forte appello alle forze politiche affinché venga confermata anche nel 2024 la misura di riduzione dell’IVA sul pellet, passando dal 22% al 10%, come era già stato attuato all’inizio di quest’anno.
Il Presidente di AIEL, Domenico Brugnoni e la Direttrice generale Annalisa Paniz, hanno ribadito questa richiesta durante l’Assemblea, che ha visto la partecipazione di oltre 500 imprese socie di AIEL, la quale riunisce tutti gli attori della filiera bosco-legno-energia, tra cui circa il 70% delle aziende di costruzione di caldaie, circa 150 produttori di legna e cippato e 90 imprese italiane di produzione e distribuzione di pellet.
Iva sul pellet: misura necessaria per contrastare la povertà energetica
La situazione internazionale, con il perdurare del conflitto in Ucraina e i recenti, drammatici, avvenimenti in Medio oriente che hanno provocato una fiammata dei prezzi del gas, richiede di implementare tutte le contromisure necessarie per affrontare il periodo invernale senza gravi ripercussioni sull’inflazione e sui prezzi energetici, a partire dalla conferma delle iniziative già approvate da questo Governo, come la riduzione dell’Iva sul pellet.
Ad aggravare il contesto attuale è il problema della povertà energetica, tuttora estremamente sentito e drammatico: sono 2,2 milioni di famiglie italiane in povertà energetica e circa 5 milioni di persone hanno difficoltà a riscaldare adeguatamente la propria abitazione.
Non solo, secondo l’analisi CGIA le famiglie più a rischio, soprattutto nel Mezzogiorno, sono quelle che utilizzano il gas quale principale fonte di riscaldamento. Coloro che, invece, utilizzano altri combustibili come legna da ardere, pellet o cippato, presentano valori percentuali di rischio più contenuti.
I combustibili legnosi, infatti, come ha ricordato il Presidente Domenico Brugnoni, rappresentano un’opportunità di sviluppo, oltre che uno strumento per contrastare i fenomeni di povertà energetica. È, quindi, fondamentale adottare iniziative a sostegno delle biomasse e della filiera del legno, in particolare del pellet, i cui consumi in Italia sono più che raddoppiati negli ultimi 12 anni.
La riduzione dell’Iva sul pellet migliorerà l’intero mercato del riscaldamento
La riduzione dell’Iva sul pellet ha dimostrato, fin dalla sua introduzione, la sua importanza: non solo ha dato un apporto significativo al contrasto del caro-energia, ma ha contribuito da un lato a stabilizzare un mercato – quello del pellet, che più di altri è stato oggetto dello shock dei prezzi – e dall’altro ha garantito una riduzione dei fenomeni elusivi e evasivi, nonché delle frodi più articolare che caratterizzavano il mercato.
Inoltre, l’abbassamento dell’Iva ha avuto effetti positivi come strumento per contrastare il mercato sommerso, determinando un minor margine di guadagno per il potenziale evasore e riducendone la propensione al rischio. La riduzione dell’imposta risponderebbe anche ai principi di neutralità tecnologica, riducendo il divario a livello di imposte che si applica alle bioenergie rispetto ad altri combustibili utilizzati nel riscaldamento.
Da ultimo, ma non per importanza, il mantenimento dell’Iva al 10% potrebbe contribuire a stabilizzare il mercato degli apparecchi di riscaldamento domestico di ultima generazione alimentati a pellet.