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Italia richiamata dall’Europa: non ha recepito la direttiva sull’efficienza energetica
Due mesi di tempo per una risposta italiana alla lettera della Commissione Europea. Servizi energetici e loro mercato, risparmio e cogenerazione ad alto rendimento alcuni dei punti toccati.

La Commissione Europea si fa sentire tramite il commissario all’energia Miguel Arias Canete e richiama l’Italia per aver male interpretato o non recepito la direttiva del Parlamento Europeo 2012/27/UE.
Due mesi di tempo per la risposta italiana, prima che la Commissione Europea proceda a livello giudiziario.
Svariati e non trascurabili i punti evidenziati dalla Commissione che sono stati, invece, tralasciati dalla Repubblica Italiana, in merito all’efficienza energetica.
Secondo quanto rilevato dalla Commissione Europea, mancano, nel recepimento italiano, le definizioni di “audit energetico”, di “gestore del sistema di trasmissione” e di “aggregatore”.
L’Italia non ha recepito l’obbligo di rendere pubblici e trasparenti i risparmi energetici realizzati dalle parti obbligate e non ha elaborato disposizioni in merito al calcolo dei risparmi stessi utilizzando i metodi e i principi descritti all’interno della normativa.
Mancano, inoltre, disposizioni riguardanti la redazione di una relazione annuale di resoconto sui risparmi energetici conseguiti; un sistema di controllo e verifica volto a ridurre drasticamente errate interpretazioni o errori di valutazione e l’obbligo di pubblicazione annuale dei risparmi energetici.
Il nostro paese non avrebbe recepito nemmeno alcune disposizioni relative ai gestori della cogenerazione ad alto rendimento, a cui dovrebbe essere garantita la possibilità di offrire servizi di bilanciamento uniti ad altri servizi operativi.
Assenti anche disposizioni relative al mercato dei servizi energetici, che dovrebbe funzionare in modo corretto ed essere promosso e facilmente accessibile per le PMI.
Dalla lettera del Commissario europeo emerge un’Italia che non obbedisce alle disposizioni europee e che male interpreta ciò che le viene richiesto. Non applicare regole migliorative per il bene del paese è controproducente, soprattutto quando si parla di risparmio energetico e fonti rinnovabili: il recepimento corretto e repentino delle direttive europee porterebbe innegabilmente a un miglioramento in termini economici, oltre che ambientali. Due mesi, dunque, per la risposta italiana alla lettera del Commissario Canete; risposta che, si auspica, si prefiggerà di risolvere la questione attraverso interventi rapidi e incisivi a livello normativo.
Due mesi di tempo per la risposta italiana, prima che la Commissione Europea proceda a livello giudiziario.
Svariati e non trascurabili i punti evidenziati dalla Commissione che sono stati, invece, tralasciati dalla Repubblica Italiana, in merito all’efficienza energetica.
Secondo quanto rilevato dalla Commissione Europea, mancano, nel recepimento italiano, le definizioni di “audit energetico”, di “gestore del sistema di trasmissione” e di “aggregatore”.
L’Italia non ha recepito l’obbligo di rendere pubblici e trasparenti i risparmi energetici realizzati dalle parti obbligate e non ha elaborato disposizioni in merito al calcolo dei risparmi stessi utilizzando i metodi e i principi descritti all’interno della normativa.
Mancano, inoltre, disposizioni riguardanti la redazione di una relazione annuale di resoconto sui risparmi energetici conseguiti; un sistema di controllo e verifica volto a ridurre drasticamente errate interpretazioni o errori di valutazione e l’obbligo di pubblicazione annuale dei risparmi energetici.
Il nostro paese non avrebbe recepito nemmeno alcune disposizioni relative ai gestori della cogenerazione ad alto rendimento, a cui dovrebbe essere garantita la possibilità di offrire servizi di bilanciamento uniti ad altri servizi operativi.
Assenti anche disposizioni relative al mercato dei servizi energetici, che dovrebbe funzionare in modo corretto ed essere promosso e facilmente accessibile per le PMI.
Dalla lettera del Commissario europeo emerge un’Italia che non obbedisce alle disposizioni europee e che male interpreta ciò che le viene richiesto. Non applicare regole migliorative per il bene del paese è controproducente, soprattutto quando si parla di risparmio energetico e fonti rinnovabili: il recepimento corretto e repentino delle direttive europee porterebbe innegabilmente a un miglioramento in termini economici, oltre che ambientali. Due mesi, dunque, per la risposta italiana alla lettera del Commissario Canete; risposta che, si auspica, si prefiggerà di risolvere la questione attraverso interventi rapidi e incisivi a livello normativo.