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17.08.2016
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Isole rinnovabili: in Italia prevalgono ancora le vecchie centrali a gasolio

"Isole 100% Rinnovabili", il nuovo dossier di Legambiente, evidenzia la scarsa maturità delle isole italiane che, a differenza di molte altre isole di tutto il mondo, sfruttano ancora le vecchie centrali a gasolio per l'approvvigionamento energetico.
Le isole italiane, per essere definite “isole rinnovabili”, dovrebbero cambiare completamente il proprio scenario energetico puntando sul contributo di sole, vento, maree e altre energie rinnovabili in generale, tramite una gestione innovativa delle reti e degli impianti.
 
È quanto emerge dal dossier di Legambiente “Isole 100% Rinnovabili”, che evidenzia il fatto che le isole italiane sono letteralmente ferme non solo rispetto alle proprie potenzialità, ma anche rispetto ai 2660 comuni italiani in cui i fabbisogni di energia elettrica delle famiglie vengono soddisfatti al 100% dalle energie rinnovabili.
 
Paragonate, infatti, alle altre isole prese in esame, le isole italiane sembrano essere davvero “arretrate”: Legambiente ha analizzato 20 isole a livello globale che, grazie alle rinnovabili e alle batterie di accumulo, stanno diventando totalmente autosufficienti dal punto di vista energetico, ma stanno anche sfruttando tecnologie sempre più innovative, come il moto ondoso dei mari o impianti idroelettrici ed eolici  combinati assieme.
 
Le “Isole 100% Rinnovabili” analizzate da Legambiente sono: le isole Kodiak, nel Golfo dell’Alaska; le Hawaii; le King e Tokelau in Australia e Nuova Zelanda; le Orkney, Eigg, Muck e Gigha in Scozia; la Jamaica; Graciosa nelle Azzorre; Capo Verde; Sumba in indonesia; Tilos in Grecia; El Hierro nelle Canarie; Aruba e Bonaire nei Caraibi; Samso e Bornholm nei Mari del Nord; Pellworm in Germania e White in Inghilterra.
 
Da mettere in luce, soprattutto, l’isola El Hierro nelle Canarie, che detiene il record mondiale per aver raggiunto per prima l’autosufficienza energetica grazie alle rinnovabili, in particolare con il supporto di un sistema combinato di impianti idroelettrici e impianti eolici.
 
Nelle isole Orkney, invece, è stato sfruttato il movimento delle onde del mare per convertire l’energia cinetica in energia elettrica, mentre nell’isola di Pellworm viene prodotta tre volte la richiesta di energia elettrica rispetto al numero di abitanti.
 
Il dossier, dunque, ci mostra da un lato venti esempi virtuosi di utilizzo di energia rinnovabile nelle isole, e dall’altro un’Italia che deve ancora lavorare parecchio per raggiungere traguardi soddisfacenti.
 
Secondo quanto affermato dal Vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini, nelle isole minori italiane ci sarebbero grandi potenzialità di sfruttamento delle rinnovabili ma, ad oggi, i bisogni di energia elettrica vengono ancora soddisfatti da vecchie e inquinanti centrali a gasolio. Senza contare che, vista la difficoltà dell’approvvigionamento, l’energia nelle isole costa molto di più.
 
È necessario, secondo il portavoce di Legambiente, intraprendere tre scelte chiare:
- Fermare ogni nuova realizzazione o ampliamento di centrali da fonti fossili;
- Approvare il Decreto che prevede il riconoscimento della stessa tariffa di cui beneficiano le società che gestiscono l’energia elettrica sulle isole, a chi produce o autorpoduce energia da rinnovabili;
- Approvare un Piano per arrivare al 100% di utilizzo delle rinnovabili in ogni isola.
 
Per Legambiente sembra arrivato davvero il momento di realizzare un cambiamento nelle isole minori italiane, che permetta l’autosufficienza energetica attraverso impianti rinnovabili ed efficienti e che permetta davvero a tutte le isole di diventare “Isole 100% Rinnovabili”.