Focus Efficienza Energetica
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Inquinamento da polveri sottili: una delle soluzioni sono le pompe di calore
Riduzione dei consumi, riduzione dell’inquinamento e miglioramento della qualità dell’aria. Le pompe di calore rappresentano la tecnologia ideale per la riduzione dell’inquinamento

Utilizzare le pompe di calore elettriche per il riscaldamento potrebbe aiutare a ridurre l’inquinamento da polveri sottili, e porterebbe anche al miglioramento della qualità dell’aria nelle città e, di conseguenza, della salute dei cittadini.
Assoclima parla chiaro, in fatto di sfruttamento virtuoso delle pompe di calore. Incrementarne la diffusione e l’utilizzo per il riscaldamento, infatti, darebbe luogo a una riduzione sostanziale dei consumi di energia primaria, e sarebbe di gran supporto al contenimento dell’inquinamento da PM10.
In molte delle nostre città, infatti, è già stata superata la soglia massima di inquinamento da PM10, problema per il quale i tentativi – scarsamente efficaci - di soluzione sono sempre gli stessi: dalla circolazione a targhe alterne, alla limitazione del traffico, alle domeniche ecologiche, alla riduzione dell’orario di utilizzo del riscaldamento.
Ma il problema non risiede solo nel traffico stradale. Come ha infatti affermato Giampiero Colli, Segretario generale di Assoclima, anche gli impianti di riscaldamento a combustione contribuiscono all’incremento dell’inquinamento. “Da molti anni Assoclima Costruttori Sistemi di Climatizzazione evidenzia la necessità di affrontare il problema in modo organico e definitivo sostituendo, anche nel settore residenziale, gli ormai vetusti impianti di riscaldamento a combustione con i più moderni ed efficienti sistemi elettrici di climatizzazione a pompa di calore, che non richiedono canne fumarie e non emettono inquinanti in atmosfera” ha dichiarato Colli.
Senza contare, inoltre, che usare le pompe di calore per il riscaldamento consente di ridurre i consumi di energia primaria, perché l’energia trasferita dalla pompa di calore, sotto forma di calore, all’interno dell’ambiente, è maggiore rispetto a quella utilizzata per il suo funzionamento.
Le pompe di calore, oltretutto, sono state riconosciute tecnologie che utilizzano le energie rinnovabili dalla Direttiva RES, perché sfruttano il calore gratuito immagazzinato nell’acqua superficiale, nell’aria, nel terreno e nelle falde acquifere sotterranee; e l’energia rimanente, indispensabile per il loro funzionamento, potrebbe provenire da un impianto fotovoltaico o essere prodotta in centrali elettriche lontane dalle città.
Perché, dunque, non puntare sempre più sulla diffusione delle pompe di calore, come consigliato da Assoclima?
Assoclima parla chiaro, in fatto di sfruttamento virtuoso delle pompe di calore. Incrementarne la diffusione e l’utilizzo per il riscaldamento, infatti, darebbe luogo a una riduzione sostanziale dei consumi di energia primaria, e sarebbe di gran supporto al contenimento dell’inquinamento da PM10.
In molte delle nostre città, infatti, è già stata superata la soglia massima di inquinamento da PM10, problema per il quale i tentativi – scarsamente efficaci - di soluzione sono sempre gli stessi: dalla circolazione a targhe alterne, alla limitazione del traffico, alle domeniche ecologiche, alla riduzione dell’orario di utilizzo del riscaldamento.
Ma il problema non risiede solo nel traffico stradale. Come ha infatti affermato Giampiero Colli, Segretario generale di Assoclima, anche gli impianti di riscaldamento a combustione contribuiscono all’incremento dell’inquinamento. “Da molti anni Assoclima Costruttori Sistemi di Climatizzazione evidenzia la necessità di affrontare il problema in modo organico e definitivo sostituendo, anche nel settore residenziale, gli ormai vetusti impianti di riscaldamento a combustione con i più moderni ed efficienti sistemi elettrici di climatizzazione a pompa di calore, che non richiedono canne fumarie e non emettono inquinanti in atmosfera” ha dichiarato Colli.
Senza contare, inoltre, che usare le pompe di calore per il riscaldamento consente di ridurre i consumi di energia primaria, perché l’energia trasferita dalla pompa di calore, sotto forma di calore, all’interno dell’ambiente, è maggiore rispetto a quella utilizzata per il suo funzionamento.
Le pompe di calore, oltretutto, sono state riconosciute tecnologie che utilizzano le energie rinnovabili dalla Direttiva RES, perché sfruttano il calore gratuito immagazzinato nell’acqua superficiale, nell’aria, nel terreno e nelle falde acquifere sotterranee; e l’energia rimanente, indispensabile per il loro funzionamento, potrebbe provenire da un impianto fotovoltaico o essere prodotta in centrali elettriche lontane dalle città.
Perché, dunque, non puntare sempre più sulla diffusione delle pompe di calore, come consigliato da Assoclima?