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22.07.2015
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Ingegneri: il tasso di disoccupazione scende al 4,4%

Cala la disoccupazione per la categoria degli ingegneri: più donne occupate e più lavoratori nelle regioni centrali, ma anche più orientamento alla libera professione.
Aumenta l’occupazione per gli ingegneri e aumenta la componente femminile nel settore.

L’analisi svolta dal Centro Studi del CNI sulla condizione occupazionale dei laureati in ingegneria nel 2014 ha rilevato che il tasso di disoccupazione nel 2014 è sceso al 4,4%, mentre nel 2013 ammontava al 6%.

Il calo occupazionale registrato negli ultimi, dunque, non solo si è finalmente arrestato, ma ha registrato una lieve ma soddisfacente inversione di tendenza. Questa è la dichiarazione di Luigi Ronsivalle, Presidente del Centro Studi del CNI, che evidenzia, però, la differenza tra il nord e il sud del Paese, non solo in termini di occupazione, ma anche nel numero sensibilmente minore di occupati nell’industria del Sud.

È importante evidenziare come la componente femminile abbia influito in modo importante: il 17,5% degli ingegneri italiani sono donne, e il 70% di loro ha trovato un’occupazione.

Un terzo degli ingegneri ha meno di 35 anni, e considerando la loro posizione lavorativa, nel 2014 risulta occupato solo l’1% in più rispetto al 2013 (il 58% nel 2013 e il 59% nel 2014). Inoltre, nel 2014 è cresciuto il numero degli ingegneri occupati nelle industrie del nostro Paese: 191mila nel 2014, contro i 179mila del 2013.

Dal punto di vista geografico, sono le regioni centrali ad aver assunto più ingegneri: dal 67,9% del 2013, al 74,9% del 2014. Situazione ancora in peggioramento, invece, al Sud, dove la percentuale di disoccupati nel 2014 ha toccato il 61,8%.

Altro fattore importante da considerare è la scelta, da parte di molti ingegneri, di dedicarsi al lavoro autonomo. Lo dimostra la diminuzione di oltre due punti percentuali del numero di ingegneri dipendenti dal 2012 al 2014.

A questo proposito, Ronsivalle ha commentato affermando che molto probabilmente questa migrazione, avvenuta soprattutto nel Sud Italia, sia dovuta alla perdita di lavoro dipendente per molti ingegneri, a causa della necessità, da parte delle aziende, di ridurre il personale.

Una necessità, dunque, più che una scelta verso la libera professione.