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Industria della climatizzazione: produzione in calo del 3% nel 2012
Diffusi i dati annuali di Co.Aer, in Italia -10%, l’industria regge solo grazie all’export.
Co.Aer ha presentato venerdì, a Padova, i risultati dell’indagine statistica 2012, svolta sul mercato dei componenti per impianti di climatizzazione. Alla presenza di tutti i principali attori del settore, tra cui le aziende storiche dei vari comparti, il clima del meeting oscillava tra una informale rassegnazione e una speranza - nemmeno troppo ottimistica - per il futuro, dove l’export sembra essere l’unica possibile uscita di sicurezza.
I dati del 2012, infatti, sono tutt’altro che rosei per le aziende italiane, con un calo complessivo del mercato interno di circa il 10% rispetto al 2011, per tutto il comparto climatizzazione (terziario e residenziale), con indici cautamente positivi solo per quanto riguarda l’export, che, pur mantenendo un valore di 450 milioni di euro e una quota del 45% sul totale della produzione, non è più sufficiente a compensare il forte calo del mercato interno, come affermato recentemente anche da ANIMA, di cui Co.Aer fa parte.
In particolare, nei vari comparti, l’unico a registrare un segno positivo è quello dei mono split (+1% rispetto al 2011), comunque in forte flessione rispetto ai periodi pre-crisi (700.000 unità vendute, contro il milione e più del 2008). Secondo Alessandro Viganò, product marketing manager di Daikin Italia, il + 1% sarebbe da imputare ai movimenti di magazzino degli ultimi mesi del 2012, dovuti alla messa al bando dei monosplit ON/OFF, che non possono più essere venduti e importati dal 1° Gennaio 2013: “chi li aveva in magazzino li ha immessi nel mercato a fine 2012, trattandosi di prodotti a fascia bassa ed essendo un periodo di crisi, molti non volevano rinunciare ad un entry-level e li hanno immessi nel mercato fino all’ultimo minuto disponibile”. Per quanto riguarda invece i multi split e i sistemi VRF, il calo della produzione sfiora rispettivamente il 10 e il 14%, segno soprattuto della crisi profonda del light-commercial.
Anche nel comparto del centralizzato la situazione non è rosea: i roof top registrano un decremento di 22 punti, mentre i chiller ne perdono “solo” 5: “basta vedere i numeri per capire che il 2012 non è andato bene - commenta Andrea Borghin, area manager del settore commerciale Climaveneta - il mercato dei centri commerciali e dei multi-sala è bloccato, qualche segnale positivo arriva dall’ambito delle sostituzioni e del risparmio energetico, ma chiaramente non è sufficiente”.
Per quanto riguarda i ventilconvettori, che già arrivano da due anni molto negativi, il calo è di circa il 5%, anche se il mercato europeo tiene: dal punto di vista dell’export il dato è sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente.
I chiller, in fine, perdono circa il 5%, ma con interessanti variabili nel mix: mentre le tecnologie aria/acqua vedono una perdita nel mercato interno e una tenuta nell’export, i chiller acqua/acqua - pur mantenendo una fetta molto piccola di mercato - hanno registrato un aumento significativo (+ 22%), soprattutto nel settore light-commercial.
Nel complesso del mercato della climatizzazione, la produzione nazionale del 2012 ha visto un decremento del 3%, passando da 1 miliardo e 200 milioni del 2011 ad 1 miliardo e 100 milioni del 2012: non un vero e proprio crollo (anche se 100 milioni in meno sono una fifra importante), solo grazie alla tenuta dell’export.


I dati del 2012, infatti, sono tutt’altro che rosei per le aziende italiane, con un calo complessivo del mercato interno di circa il 10% rispetto al 2011, per tutto il comparto climatizzazione (terziario e residenziale), con indici cautamente positivi solo per quanto riguarda l’export, che, pur mantenendo un valore di 450 milioni di euro e una quota del 45% sul totale della produzione, non è più sufficiente a compensare il forte calo del mercato interno, come affermato recentemente anche da ANIMA, di cui Co.Aer fa parte.
In particolare, nei vari comparti, l’unico a registrare un segno positivo è quello dei mono split (+1% rispetto al 2011), comunque in forte flessione rispetto ai periodi pre-crisi (700.000 unità vendute, contro il milione e più del 2008). Secondo Alessandro Viganò, product marketing manager di Daikin Italia, il + 1% sarebbe da imputare ai movimenti di magazzino degli ultimi mesi del 2012, dovuti alla messa al bando dei monosplit ON/OFF, che non possono più essere venduti e importati dal 1° Gennaio 2013: “chi li aveva in magazzino li ha immessi nel mercato a fine 2012, trattandosi di prodotti a fascia bassa ed essendo un periodo di crisi, molti non volevano rinunciare ad un entry-level e li hanno immessi nel mercato fino all’ultimo minuto disponibile”. Per quanto riguarda invece i multi split e i sistemi VRF, il calo della produzione sfiora rispettivamente il 10 e il 14%, segno soprattuto della crisi profonda del light-commercial.
Anche nel comparto del centralizzato la situazione non è rosea: i roof top registrano un decremento di 22 punti, mentre i chiller ne perdono “solo” 5: “basta vedere i numeri per capire che il 2012 non è andato bene - commenta Andrea Borghin, area manager del settore commerciale Climaveneta - il mercato dei centri commerciali e dei multi-sala è bloccato, qualche segnale positivo arriva dall’ambito delle sostituzioni e del risparmio energetico, ma chiaramente non è sufficiente”.
Per quanto riguarda i ventilconvettori, che già arrivano da due anni molto negativi, il calo è di circa il 5%, anche se il mercato europeo tiene: dal punto di vista dell’export il dato è sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente.
I chiller, in fine, perdono circa il 5%, ma con interessanti variabili nel mix: mentre le tecnologie aria/acqua vedono una perdita nel mercato interno e una tenuta nell’export, i chiller acqua/acqua - pur mantenendo una fetta molto piccola di mercato - hanno registrato un aumento significativo (+ 22%), soprattutto nel settore light-commercial.
Nel complesso del mercato della climatizzazione, la produzione nazionale del 2012 ha visto un decremento del 3%, passando da 1 miliardo e 200 milioni del 2011 ad 1 miliardo e 100 milioni del 2012: non un vero e proprio crollo (anche se 100 milioni in meno sono una fifra importante), solo grazie alla tenuta dell’export.
Andamento mercato Italia 2002-2012

Andamento produzione Italia 2002-2012

