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Indagine 2020 sul mercato dei componenti per impianti di climatizzazione: gli effetti “positivi” della pandemia e “negativiti”degli incentivi
Assoclima e Anima Confindustria rendono noti i risultati dell’indagine durante MCE 2021

Con l’arrivo della pandemia i governi di tutto il mondo sono stati costretti a prendere misure di sicurezza sanitaria e ad adottare provvedimenti di sostenimento all’economia che hanno avuto degli effetti in ogni settore, industriale e commerciale.
In uno scenario così tragico e inaspettato, l’industria della climatizzazione fortunatamente non si è mai fermata del tutto, benché la domanda abbia subito considerevoli flessioni, ma non è mai venuta a mancare completamente, e quindi il bisogno di componenti, impianti, installatori e rivenditori è stato continuo.
Il 2020 è stato un anno sicuramente complesso e difficile per tutti, ma bisogna riconoscere che l’impatto economico nel settore della climatizzazione non è stato così estremamente tragico come invece si era inizialmente previsto. Le misure straordinarie adottate per intervenire in soccorso delle imprese e dei contribuenti unite alla diffusione dello smart working ha agevolato non di poco sia i cittadini che le aziende nel tentativo di mantenere aperte diverse attività lavorative.
Se dovessimo guardare con uno sguardo positivo tutte le conseguenze che la pandemia ha portato, indubbiamente dovremmo riconoscere che ci ha dato quella spinta finale, che prima mancava, per attuare iniziative concrete per avviare la transizione ecologica, come l’apposito Ministero istituito per coordinare le attività per l’efficienza energetica e la digitalizzazione del nostro paese e il Superbonus.
Il 2021 sarà un anno complesso, ma che sicuramente vedrà una ripresa, seppur in estrema salita, rispetto all’anno scorso, nel quale il PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) giocherà un ruolo centrale nella definizione di strategie politiche, finanziarie e sociali per dare all’Italia un’economia più competitiva, dinamica e innovativa.
Secondo il parere di Assoclima, occorrerà però un cambio di approccio nella gestione di queste iniziative, che dovranno essere sfruttate a pieno in maniera rapida e snella, semplificando le procedure amministrative e misurando precisamente i risultati ottenuti dalle diverse attività, in modo tale da orientare ed eventualmente ricalibrare le azioni per arrivare agli obiettivi stabili. In questo scenario, la pluralità di tecnologie e le soluzioni innovative che l’Italia ha a disposizione per il raggiungimento di una maggiore efficienza energetica sono molto importanti per un corretto e pieno utilizzo delle fonti rinnovabili.
Per quanto riguarda il settore della climatizzazione, secondo il presidente di Assoclima Luca Binaghi che ha aperto webinar organizzato dall’associazione a MCE Live+Digital 2021 e durante il quale sono stati presentati i risultati dell’indagine statistica annuale sul mercato dei componenti per sistemi di climatizzazione nel 2020, saranno necessari importanti investimenti in tutta la filiera, soprattutto nella comunicazione per sensibilizzare maggiormente il pubblico, e la crescente importanza data alla qualità dell’aria richiederà un miglioramento continuo nei prodotti e quindi sarà necessario agevolare questo mercato, predisponendo una normativa efficace e completa.
L’analisi effettuata dall’Ufficio Studi di Anima Confindustria, che si occupa della stesura di documenti economici approfonditi sull’industria meccanica e sulle aziende che operano in questo settore, ha raccolto i dati provenienti da un panel di 41 imprese sul mercato 2020 dei componenti della climatizzazione.
Confrontando i risultati ottenuti l’anno precedente, la produzione italiana ha registrato una variazione percentuale del -6,5%, con 712,3 milioni di euro raggiunti nel 2020 contro i 762,0 del 2019; per quanto riguarda il fatturato Italia, nel 2020 si è arrivati a 1506,9 milioni di euro con una variazione percentuale del -7,7% rispetto ai 1633,2 milioni di euro ottenuti nel 2019. Occorre fare attenzione nella lettura dei dati, come specifica Marcelllo Chiriacò dell’Ufficio Studi Anima, poiché la variazione percentuale è calcolata sul panel costante, ossia sui contributi aggregati delle aziende che hanno partecipato all’indagine del 2020 e del 2019, mentre è escluso da questa valutazione chi ha partecipato solamente a una delle due indagini.
Alla luce di tutto quello che è successo nel 2020 e sulla base dell’impatto economico che la pandemia ha avuto sulle economie mondiali, i risultati ottenuti non sono comunque così negativi come ci si poteva aspettare.
La tabella riportata mostra i dati del fatturato Italia 2020 dei diversi prodotti della climatizzazione, con le variazioni percentuali sia su unità che su valore rispetto all’anno precedente.

In particolare, sono stati commentati i risultati positivi sui condizionatori d’ambiente trasferibili, che possono essere dovuti al fatto che la vendita di questi prodotti nell’ultimo anno è stata favorita perché c’era diffidenza nel far entrare le persone in casa, anche per degli interventi tecnici, e probabilmente per assicurarsi il comfort domestico visto che non si era certi della durata del lockdown e se si sarebbe trascorso in casa anche il periodo estivo.
Nel corso del webinar sono stati presentati poi i risultati riportati nell’analisi di 3 principali categorie di prodotto:

Il 2020 per i prodotti ad espansione diretta è stato un anno molto altalenante: il primo trimestre era iniziato molto bene, poi a marzo ha subito un tracollo e ha visto una ripresa a maggio del mercato domestico-residenziale, poiché i consumatori hanno cominciato a dare particolare importanza al benessere in casa e forse pensavano di non investire soldi in vacanze estive. I sistemi VRF invece hanno risentito maggiormente della crisi, poiché si sono bloccati tutti gli investimenti nel settore commerciale.

Per questa categoria, all’interno della quale viene fatta una distinzione tra i prodotti con potenza minore o maggiore di 17kW, l’analisi dimostra che complessivamente il mercato ha retto, trascinato dagli ottimi risultati ottenuti nel primo trimestre. I condensanti ad aria hanno variazioni percentuali contenute sia nella produzione che nel fatturato e, dato che rispetto a quelli ad acqua rappresentano l’80% del mercato, l’andamento si può considerate tutto sommato positivo. Ciò che stupisce di più sono le tendenze diverse e senza precedenti fra le fasce di potenza delle unità, che evidenziano il successo delle pompe di calore con potenza minore di 17kW e il tracollo della fascia medio-alta, causata dallo stop degli investimenti provenienti dalle aziende.
Per quest’ultima categoria occorre ricordare che sono prodotti per cui la produzione italiana si è ormai affermata sia in Europa che nel mondo e quindi l’esportazione è molto importante. Le statistiche qui sono da interpretare, poiché si assiste a cali maggiori nel caso delle applicazioni nel settore terziario, ma anche di particolari performance positive (come per i canalizzabili senza mantello).
Durante l’incontro è stata fatta una curiosa osservazione sull’impatto che gli incentivi fiscali introdotti per l’efficienza energetica hanno avuto sul mercato della climatizzazione nel 2020. Di comune accordo, gli esperti intervenuti hanno dichiarato che queste iniziative hanno rallentato la crescita del volume d’affari di questo settore a causa della poca chiarezza delle modalità e dei tempi con cui si può accedere ai benefici fiscali previsti dal Superbonus. L’introduzione della possibilità dello sconto in fattura e della cessione del credito a soggetti terzi ha contribuito ad accrescere la confusione intorno a queste misure; ora invece c’è una visione ottimistica per il futuro di questi incentivi, poiché grazie ai recenti chiarimenti si prevede infatti che i risultati positivi si vedranno nel corso del 2021. I primi dati incoraggianti sono già disponibili: ad oggi sono avviate 7000 pratiche riguardanti l’efficientamento energetico degli impianti di climatizzazione, quindi rimaniamo in attesa di vederne i benefici.
In uno scenario così tragico e inaspettato, l’industria della climatizzazione fortunatamente non si è mai fermata del tutto, benché la domanda abbia subito considerevoli flessioni, ma non è mai venuta a mancare completamente, e quindi il bisogno di componenti, impianti, installatori e rivenditori è stato continuo.
Il 2020 è stato un anno sicuramente complesso e difficile per tutti, ma bisogna riconoscere che l’impatto economico nel settore della climatizzazione non è stato così estremamente tragico come invece si era inizialmente previsto. Le misure straordinarie adottate per intervenire in soccorso delle imprese e dei contribuenti unite alla diffusione dello smart working ha agevolato non di poco sia i cittadini che le aziende nel tentativo di mantenere aperte diverse attività lavorative.
Se dovessimo guardare con uno sguardo positivo tutte le conseguenze che la pandemia ha portato, indubbiamente dovremmo riconoscere che ci ha dato quella spinta finale, che prima mancava, per attuare iniziative concrete per avviare la transizione ecologica, come l’apposito Ministero istituito per coordinare le attività per l’efficienza energetica e la digitalizzazione del nostro paese e il Superbonus.
Il 2021 sarà un anno complesso, ma che sicuramente vedrà una ripresa, seppur in estrema salita, rispetto all’anno scorso, nel quale il PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) giocherà un ruolo centrale nella definizione di strategie politiche, finanziarie e sociali per dare all’Italia un’economia più competitiva, dinamica e innovativa.
Secondo il parere di Assoclima, occorrerà però un cambio di approccio nella gestione di queste iniziative, che dovranno essere sfruttate a pieno in maniera rapida e snella, semplificando le procedure amministrative e misurando precisamente i risultati ottenuti dalle diverse attività, in modo tale da orientare ed eventualmente ricalibrare le azioni per arrivare agli obiettivi stabili. In questo scenario, la pluralità di tecnologie e le soluzioni innovative che l’Italia ha a disposizione per il raggiungimento di una maggiore efficienza energetica sono molto importanti per un corretto e pieno utilizzo delle fonti rinnovabili.
Per quanto riguarda il settore della climatizzazione, secondo il presidente di Assoclima Luca Binaghi che ha aperto webinar organizzato dall’associazione a MCE Live+Digital 2021 e durante il quale sono stati presentati i risultati dell’indagine statistica annuale sul mercato dei componenti per sistemi di climatizzazione nel 2020, saranno necessari importanti investimenti in tutta la filiera, soprattutto nella comunicazione per sensibilizzare maggiormente il pubblico, e la crescente importanza data alla qualità dell’aria richiederà un miglioramento continuo nei prodotti e quindi sarà necessario agevolare questo mercato, predisponendo una normativa efficace e completa.
L’analisi effettuata dall’Ufficio Studi di Anima Confindustria, che si occupa della stesura di documenti economici approfonditi sull’industria meccanica e sulle aziende che operano in questo settore, ha raccolto i dati provenienti da un panel di 41 imprese sul mercato 2020 dei componenti della climatizzazione.
Confrontando i risultati ottenuti l’anno precedente, la produzione italiana ha registrato una variazione percentuale del -6,5%, con 712,3 milioni di euro raggiunti nel 2020 contro i 762,0 del 2019; per quanto riguarda il fatturato Italia, nel 2020 si è arrivati a 1506,9 milioni di euro con una variazione percentuale del -7,7% rispetto ai 1633,2 milioni di euro ottenuti nel 2019. Occorre fare attenzione nella lettura dei dati, come specifica Marcelllo Chiriacò dell’Ufficio Studi Anima, poiché la variazione percentuale è calcolata sul panel costante, ossia sui contributi aggregati delle aziende che hanno partecipato all’indagine del 2020 e del 2019, mentre è escluso da questa valutazione chi ha partecipato solamente a una delle due indagini.
Alla luce di tutto quello che è successo nel 2020 e sulla base dell’impatto economico che la pandemia ha avuto sulle economie mondiali, i risultati ottenuti non sono comunque così negativi come ci si poteva aspettare.
La tabella riportata mostra i dati del fatturato Italia 2020 dei diversi prodotti della climatizzazione, con le variazioni percentuali sia su unità che su valore rispetto all’anno precedente.

In particolare, sono stati commentati i risultati positivi sui condizionatori d’ambiente trasferibili, che possono essere dovuti al fatto che la vendita di questi prodotti nell’ultimo anno è stata favorita perché c’era diffidenza nel far entrare le persone in casa, anche per degli interventi tecnici, e probabilmente per assicurarsi il comfort domestico visto che non si era certi della durata del lockdown e se si sarebbe trascorso in casa anche il periodo estivo.
Nel corso del webinar sono stati presentati poi i risultati riportati nell’analisi di 3 principali categorie di prodotto:
-i sistemi mono e multi split e sistemi Vrf

Il 2020 per i prodotti ad espansione diretta è stato un anno molto altalenante: il primo trimestre era iniziato molto bene, poi a marzo ha subito un tracollo e ha visto una ripresa a maggio del mercato domestico-residenziale, poiché i consumatori hanno cominciato a dare particolare importanza al benessere in casa e forse pensavano di non investire soldi in vacanze estive. I sistemi VRF invece hanno risentito maggiormente della crisi, poiché si sono bloccati tutti gli investimenti nel settore commerciale.
-i chiller ad aria e acqua

Per questa categoria, all’interno della quale viene fatta una distinzione tra i prodotti con potenza minore o maggiore di 17kW, l’analisi dimostra che complessivamente il mercato ha retto, trascinato dagli ottimi risultati ottenuti nel primo trimestre. I condensanti ad aria hanno variazioni percentuali contenute sia nella produzione che nel fatturato e, dato che rispetto a quelli ad acqua rappresentano l’80% del mercato, l’andamento si può considerate tutto sommato positivo. Ciò che stupisce di più sono le tendenze diverse e senza precedenti fra le fasce di potenza delle unità, che evidenziano il successo delle pompe di calore con potenza minore di 17kW e il tracollo della fascia medio-alta, causata dallo stop degli investimenti provenienti dalle aziende.
-le unità di trattamento aria e le unità terminali
Per quest’ultima categoria occorre ricordare che sono prodotti per cui la produzione italiana si è ormai affermata sia in Europa che nel mondo e quindi l’esportazione è molto importante. Le statistiche qui sono da interpretare, poiché si assiste a cali maggiori nel caso delle applicazioni nel settore terziario, ma anche di particolari performance positive (come per i canalizzabili senza mantello).
Durante l’incontro è stata fatta una curiosa osservazione sull’impatto che gli incentivi fiscali introdotti per l’efficienza energetica hanno avuto sul mercato della climatizzazione nel 2020. Di comune accordo, gli esperti intervenuti hanno dichiarato che queste iniziative hanno rallentato la crescita del volume d’affari di questo settore a causa della poca chiarezza delle modalità e dei tempi con cui si può accedere ai benefici fiscali previsti dal Superbonus. L’introduzione della possibilità dello sconto in fattura e della cessione del credito a soggetti terzi ha contribuito ad accrescere la confusione intorno a queste misure; ora invece c’è una visione ottimistica per il futuro di questi incentivi, poiché grazie ai recenti chiarimenti si prevede infatti che i risultati positivi si vedranno nel corso del 2021. I primi dati incoraggianti sono già disponibili: ad oggi sono avviate 7000 pratiche riguardanti l’efficientamento energetico degli impianti di climatizzazione, quindi rimaniamo in attesa di vederne i benefici.