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05.12.2014
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Il “Manifesto della Meccanica” italiana secondo ANIMA

Governabilità ed Export per uscire dalla crisi, il "Manifesto della Meccanica" in otto punti, per rilanciare l'industria della meccanica italiana.
Il presidente ANIMA (Federazione delle Associazioni Nazionali della Meccanica Varia e Affine di Confindustria), Sandro Bonomi, ha inaugurato un “Manifesto della Meccanica” italiana in otto punti, promuovendolo con l’hashtag #cambiamomarcia.

Nello specifico, gli otto obiettivi prioritari che Governo, imprenditori, aziende e cittadini privati italiani devono perseguire, il “Manifesto della Meccanica” del XXI secolo appunto, sono:
  • Formazione specifica attraverso percorsi di alternanza scuola-lavoro per preparare i tecnici del futuro;
  • Orientamento culturale all’export;
  • Piena padronanza di almeno una lingua straniera e conoscenza base di almeno una seconda afferente ai BRIC;
  • Sinergia nella promozione delle iniziative, sia per le fiere in Italia che all’estero;
  • Garanzia del Governo attraverso la Cassa depositi e prestiti per esportazioni in Paesi a rischio;
  • Supporto alla filiera italiana che opera su commessa tramite, ad esempio, misure di detassazione IVA per progetti sia in Italia che all’estero;
  • Sostegno agli investimenti delle aziende italiane in Italia, ad esempio, mediante rottamazione delle tecnologie usate nell’industria, così da avere impianti più efficienti in termini di costi e produttività ed essere più competitivi a livello globale, come peraltro segnalato dalla stessa Ue nella sua Agenda Strategica al 2020;
  • Supporto alle tecnologie “verdi”, in altre parole, agli investimenti in aziende e tecnologie Go-Green, come annunciato anche dai microfoni degli Stati Generali della Green Economy di Rimini dal Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e da Edo Ronchi, anche attraverso la stabilizzazione degli incentivi fiscali a sostegno dell’efficientamento energetico degli edifici, che hanno, tra gli altri, il beneficio di favorire l’occupazione.

La riflessione di Bonomi è il frutto della presa di consapevolezza da parte dell’imprenditore circa gli errori, le criticità e le controversie che il mondo sta affrontando sin dagli albori del terzo millennio: il 2000 “ci ha riportato con i piedi per terra”, insegnando a imprenditori, aziende, governi, utenti e utilizzatori finali che sussiste una connessione di fondo, una interdipendenza di tutte le cose, che non si può più ignorare.

L’Italia, in particolare, non può più ignorare le proprie potenzialità ed eccellenze, sottolinea ancora il presidente ANIMA, che si possono riassumere in tre concetti-chiave: impresa, futuro ed export.

Come anticipato in sede di meeting ANIMA a Milano neppure un mese fa, per superare la fase di stagnazione che il Paese sta attraversando, l’Italia deve riprendere consapevolezza, fiducia nelle proprie virtù, nei propri mezzi e capacità, e cambiare marcia, puntando su Export e Governabilità.

L’export italiano, pur mantenendosi stabilmente in crescita (+1,1% atteso nel 2015), tuttavia non è soddisfacente, evidenzia Bonomi, soprattutto se si pensa alle incredibili potenzialità del Paese, come Expo 2015, che riporterà fra meno di sei mesi l’Italia temporaneamente fuori dalla “lunga parentesi grigia” in cui si è cacciata.

Expo 2015 di Milano rappresenta un’occasione irripetibile per mostrare al mondo le qualità, non solo della catena produttiva alimentare italiana, ma anche di tutto l’”hardware” o “hard work” che le sta dietro, coinvolgendo il mondo dell’impiantistica, della gestione di acqua e gas e le tecnologie meccaniche appunto.

In quanto alla governabilità, un tema già discusso in sede di governo col decreto Sblocca Italia, Bonomi si appella alle istituzioni italiane con un’unica richiesta: ridare affidabilità al Paese, via via sempre meno credibile dinanzi agli sguardi e alle attese degli investitori e dell’opinione pubblica.