Speciale 70
I nuovi terminali per la distribuzione del caldo/freddo
Alcuni contenuti di questo speciale:
Articolo
di Cudicio Maurizio – Libero Professionista www.proenco.it
I miti da sfatare: caldaie a condensazione e radiatori ad alta temperatura
Sempre più spesso capita di imbattersi in interventi di riqualificazione energetica di edifici nei quali è prevista la sostituzione del generatore di calore esistente con un nuovo generatore di calore a condensazione. Data la tipologia di intervento è idea ancora comune pensare che l’accoppiamento di un generatore di calore a condensazione con un impianto a radiatori male si sposi, perché questi tipi di terminali solitamente venivano alimentati con acqua alla temperatura di 70-80°C.
Tale dubbio nasce dal fatto che un generatore di calore a condensazione è un sistema che permette di recuperare parte dell’energia dal calore latente di condensazione del vapore prodotto durante la normale combustione. Questo calore viene recuperato grazie all’utilizzo di uno speciale scambiatore posto all’uscita dei fumi della caldaia, e permette un aumento del rendimento del generatore stesso, sfruttando il potere calorifico superiore del combustibile e non solo quello inferiore come avviene nel caso di generatori di tipo tradizionale.
Va precisato però che la condensazione dei fumi non avviene ad una temperatura fissa come molto spesso si crede, ma è direttamente proporzionale alla percentuale di anidride carbonica CO2 presente nei fumi di combustione, ovvero all’aumentare della percentuale di CO2, aumenta la temperatura a cui avviene la condensazione dei fumi.
Questo significa che la temperatura di ritorno dall’impianto determina la possibilità di recuperare energia dai fumi, utilizzandola a beneficio della riduzione dei consumi di combustibile. Nel caso di generatori a condensazione, dato che la percentuale di CO2 si aggira attorno al 9-10%, la condensazione avviene già con temperature di ritorno dell’acqua pari a circa 57°C.
Per poter sfruttare appieno tale condizione è opportuno gestire il funzionamento della caldaia mediante una centralina climatica che permette di ridurre la temperatura di mandata in funzione della temperatura esterna.
Questo sistema permette al generatore di diminuire la temperatura di mandata dell’acqua all’aumentare della temperatura esterna rilevata. Questo tipo di regolazione si basa sul concetto basilare che la potenza interna richiesta per il mantenimento delle condizioni di temperatura impostate, diminuisce in modo proporzionale all’aumentare della temperatura esterna, proprio perché si riduce il salto termico tra interno ed esterno. Così facendo, a parità di portata di acqua inviata all’impianto, riducendo la temperatura di mandata, in maniera proporzionale si ridurrà anche la temperatura di ritorno, permettendo lo sfruttamento della condensazione.
Non ultimo va evidenziato che in passato era comune prevedere corpi scaldanti sovradimensionati a causa dell’assenza di progettazione o perché le strutture erano sprovviste di coibentazioni che nel corso degli anni sono state aggiunte. Molto spesso infatti, si preferiva cautelativamente installare un numero di elementi di gran lunga superiore rispetto alle reali richieste dell’ambiente stesso.
Pertanto a parità di dimensioni del radiatore, molto spesso è possibile ridurre la temperatura di mandata, pur garantendo le condizioni interne prefissate con una serie di benefici sia in termini di consumi, sia in termini di salubrità delle strutture su cui sono installati i radiatori. Questo perché una temperatura media del radiatore più bassa evita l’effetto con il quale si formano gli antiestetici “baffi”, a causa del pulviscolo presente nell’aria che viene bruciato in presenza di temperature elevate del terminale.
Si può pertanto affermare che la credenza popolare legata al fatto che i radiatori ed i generatori di calore a condensazione non siano un connubio energeticamente efficiente, non trova reale riscontro nella moderna impiantistica, ma anzi è possibile affermare che gli eventuali interventi di riqualificazione possono portare ad indubbi vantaggi economici.
Tale dubbio nasce dal fatto che un generatore di calore a condensazione è un sistema che permette di recuperare parte dell’energia dal calore latente di condensazione del vapore prodotto durante la normale combustione. Questo calore viene recuperato grazie all’utilizzo di uno speciale scambiatore posto all’uscita dei fumi della caldaia, e permette un aumento del rendimento del generatore stesso, sfruttando il potere calorifico superiore del combustibile e non solo quello inferiore come avviene nel caso di generatori di tipo tradizionale.
Va precisato però che la condensazione dei fumi non avviene ad una temperatura fissa come molto spesso si crede, ma è direttamente proporzionale alla percentuale di anidride carbonica CO2 presente nei fumi di combustione, ovvero all’aumentare della percentuale di CO2, aumenta la temperatura a cui avviene la condensazione dei fumi.
Questo significa che la temperatura di ritorno dall’impianto determina la possibilità di recuperare energia dai fumi, utilizzandola a beneficio della riduzione dei consumi di combustibile. Nel caso di generatori a condensazione, dato che la percentuale di CO2 si aggira attorno al 9-10%, la condensazione avviene già con temperature di ritorno dell’acqua pari a circa 57°C.
Per poter sfruttare appieno tale condizione è opportuno gestire il funzionamento della caldaia mediante una centralina climatica che permette di ridurre la temperatura di mandata in funzione della temperatura esterna.
Questo sistema permette al generatore di diminuire la temperatura di mandata dell’acqua all’aumentare della temperatura esterna rilevata. Questo tipo di regolazione si basa sul concetto basilare che la potenza interna richiesta per il mantenimento delle condizioni di temperatura impostate, diminuisce in modo proporzionale all’aumentare della temperatura esterna, proprio perché si riduce il salto termico tra interno ed esterno. Così facendo, a parità di portata di acqua inviata all’impianto, riducendo la temperatura di mandata, in maniera proporzionale si ridurrà anche la temperatura di ritorno, permettendo lo sfruttamento della condensazione.
Non ultimo va evidenziato che in passato era comune prevedere corpi scaldanti sovradimensionati a causa dell’assenza di progettazione o perché le strutture erano sprovviste di coibentazioni che nel corso degli anni sono state aggiunte. Molto spesso infatti, si preferiva cautelativamente installare un numero di elementi di gran lunga superiore rispetto alle reali richieste dell’ambiente stesso.
Pertanto a parità di dimensioni del radiatore, molto spesso è possibile ridurre la temperatura di mandata, pur garantendo le condizioni interne prefissate con una serie di benefici sia in termini di consumi, sia in termini di salubrità delle strutture su cui sono installati i radiatori. Questo perché una temperatura media del radiatore più bassa evita l’effetto con il quale si formano gli antiestetici “baffi”, a causa del pulviscolo presente nell’aria che viene bruciato in presenza di temperature elevate del terminale.
Si può pertanto affermare che la credenza popolare legata al fatto che i radiatori ed i generatori di calore a condensazione non siano un connubio energeticamente efficiente, non trova reale riscontro nella moderna impiantistica, ma anzi è possibile affermare che gli eventuali interventi di riqualificazione possono portare ad indubbi vantaggi economici.