Focus Dal mondo

05.04.2018
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Gas refrigeranti: stabilito un limite di utilizzo di HCFC nei paesi in via di sviluppo

Sono 147 i paesi che per il Protocollo di Montreal devono iniziare il phasing-out dai gas refrigeranti HCFC, la Cina è ancora il maggior produttore e consumatore di R22
Non tutto il mondo viaggia alla stessa velocità, lo dimostrano anche gli impegni ecologici in tema di gas refrigeranti: mentre in UE si stanno limitando sempre più gli HFC, in ben 147 paesi del mondo si stanno iniziando a percepire ora i primi risultati in materia di riduzione degli HCFC, gli idroclorofluorocarburi.
 
Negli ultimi anni in Europa si è fatto e si continua a fare molto in materia di gas refrigeranti per tentare di limitare l’impatto dell’inquinamento atmosferico e dell’effetto serra: in particolare dal 2015 è stato proibito l’uso degli HCFC, e l’R22 come gas più diffuso, in tutti gli impianti nuovi o nelle manutenzioni.
 
Nel resto del mondo, e in particolare nei paesi in via di sviluppo, la situazione è piuttosto diversa: in 147 paesi in via di sviluppo è stata stabilita solo l’anno scorso una linea di base HCFC che stabilisce un limite di consumo aggregato di 359.969,5 tonnellate metriche, cioè 23.019,3 tonnellate ODP.
 
Questo dato è stato riportato nel report presentato all’80° incontro del comitato esecutivo delle Nazioni Unite per l’implementazione del Protocollo di Montreal di cui anche i 147 paesi fanno parte. Le nazioni in via di sviluppo, la cui situazione particolare è descritta dall’Articolo 5 del protocollo, in virtù dei dati contenuti nel report sembrano aver ottenuto dei primi positivi risultati in materia di riduzione degli HCFC.
 
Tra i principali gas HCFC ancora utilizzati ci sono però l’R22, consumato per il 68,7% del totale misurato in tonnellate ODP, l’R141b per il 27,8% e l’R124b al 3,3%.
 
I dati inoltre descrivono una riduzione nelle quantità di gas HCFC prodotti, con un calo del 24,9% rispetto alla linea di base stabilita; il maggiore produttore di HCFC rimane la Cina che, nonostante abbia ridotto la sua produzione addirittura del 22.7% nel 2016 ha prodotto e immesso sul mercato 22.513,6 tonnellate ODP di HCFC, cioè l’85% del totale.
 
Non va dimenticato che per il phase-out dei gas HCFC le nazioni in via di sviluppo hanno ricevuto dei finanziamenti consistenti: in totale sono infatti stati approvate sovvenzioni per un totale di 1.25 miliardi di dollari, di cui 631,85 milioni sono stati destinati direttamente ad azione volte a far rispettare i livelli di controllo del protocollo di Montreal.
 
Secondo i dati del report i settori che maggiormente consumavano HCFC nel 2016 erano quello delle schiume, della refrigerazione nella manifattura  e della refrigerazione nei servizi.
 
Il phasing out dai gas refrigeranti  HCFC nei paesi in via di sviluppo appare come un processo ancora lungo e complesso, forse difficile da comprendere per chi, come noi in Europa, sta già vivendo delle restrizioni più pesanti; per il futuro le Nazioni Unite  manterranno il loro ruolo di controllo e guida nella speranza di poter garantire il raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Montreal.
 
 

Documentazione disponibile

Report HCFC nei paesi Art. 5 del Protocollo di Montreal
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