Focus Dal mondo

07.05.2013
Questo articolo ha più di 3 anni

Fotovoltaico, UE: dazi fino al 30% sui pannelli cinesi dal prossimo 6 Giugno

Sul tavolo della Commissione Europea un provvedimento in via di approvazione. Allarme dumping: Germania contro Pechino.
Secondo l’agenzia Reuters, che cita fonti interne alla stessa Commissione, l’Europa sarebbe pronta ad imporre dazi fino al 30% sulle importazioni di pannelli fotovoltaici cinesi,  a partire già dal prossimo 6 Giugno.

Il Commissario Europeo per il Commercio, il belga Karel De Gucht, si è detto infatti “pronto ad andare avanti”: domani a Bruxelles sottoporrà le misure ad esperti del settore provenienti da tutti i paesi europei, che si prevede potranno accelerare il processo e portare ad una decisione definitiva entro pochi giorni. I dazi, stando alle prime indiscrezioni, avranno una durata di 5 anni e sarebbero fissati attorno al 30% dell’attuale prezzo.

Tuttavia, una soluzione diplomatica con Pechino potrebbe ancora essere possibile, se si trovasse un accordo prima di dicembre. L’Europa si trova infatti ad avere interessi contrastanti nei confronti della Cina: se da un lato i prodotti cinesi danneggiano i produttori europei, il mercato interno della Cina risulta fondamentale in molti altri settori, senza contare che moltissime aziende europee (anche nel fotovoltaico) hanno spostato parte della produzione proprio in Cina: Bruxelles teme quindi ritorsioni da parte del governo di Pechino.

Angela Merkel ha infatti sottolineato, nel corso di una recente visita in Cina, come l’Europa “non abbia alcun interesse ad intraprendere una guerra commerciale per i pannelli solari”, ma proprio la Germania, per mezzo di SolarWord, è tra i paesi a fare la voce grossa sulla questione: “stiamo facendo pressione quanto più possibile sui dazi - riporta una fonte anonima interna alla Commissione citata da Reuters - la Germania di solito non promuove politiche protezionistiche, ma questo è un settore importante ed è sotto attacco da parte dei cinesi”.

L’attacco in questione si riferisce ai diversi casi di Dumping indagati dalla Commissione stessa: su 30 casi, infatti, 19 coinvolgerebbero proprio aziende cinesi, che venderebbero i pannelli ad un prezzo inferiore rispetto a quello applicato nello stesso mercato interno.

Il volume di affari legato ai pannelli cinesi venduti in Europa, nel 2011, è arrivato a 21 miliardi di euro: la produzione cinese, dal 2009 al 2011 è più che quadruplicata, arrivando a produrre in eccesso rispetto all’intera domanda mondiale.

Il problema, dunque, è reale, tanto che gli stessi Stati Uniti, da sempre patria del libero mercato, hanno già da tempo applicato dazi ai pannelli cinesi, consentendo alle imprese americane di restare competitive con quelle asiatiche.

L’aumento dei prezzi potrebbe però creare un effetto boomerang, danneggiando ulteriormente la filiera. Inoltre, come già sottolineato da diverse associazioni, l’effetto dei dazi potrebbe essere quello di allontanare ulteriormente gli obbiettivi di Kyoto e quelli della stessa UE al 2020.