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• 04.04.2013
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Fotovoltaico: APER, Assosolare e Gifi contro i dazi retroattivi sui pannelli Made in China
Il Regolamento UE, approvato lo scorso marzo,dispone per ora la sola registrazione dei pannelli prodotti in Cina, ma entro la fine del 2013 sono previsti dazi retroattivi sulle importazioni

Meno incertezza normativa e no alla retroattività per l’applicazione dei dazi sui pannelli fotovoltaici cinesi.
Le associazioni delle industrie solari Gifi, Assosolare e APER hanno ribadito, con una nota congiunta, l’importanza del libero mercato e della leale concorrenza tra i Paesi produttori di tecnologie, in linea con le norme sul commercio internazionale.
Le associazioni temono, infatti, che l’applicazione del Regolamento UE 182/2013 che vuole imporre dazi alla Cina, possa contrarre ancora di più il mercato del fotovoltaico italiano, rendendolo ancora più instabile.
Regolamento UE n.182/2013: tutti i pannelli cinesi andranno registrati
Il regolamento europeo, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Europea lo scorso 5 marzo, specifica la registrazione dei moduli fotovoltaici in silicio cristallino (e dei relativi componenti come celle e wafer) prodotti in Cina e importati in Europa. La disposizione arriva a margine delle inchieste antidumping e anti-sovvenzioni avviate nel settembre 2012 e a febbraio di quest’anno.
Al momento le disposizioni comunitarie prevedono la sola registrazione delle importazioni alle dogane, ma entro la fine dell’anno si prevede di introdurre dazi retroattivi a tutela delle imprese Made in Europe.
“Tuttavia i dazi, proprio ora che gli incentivi si stanno esaurendo – denunciano le associazioni industriali nel comunicato diffuso ieri - allontanerebbero il settore da quella grid parity che per la maggior parte degli operatori appare ormai a portata di mano. Preoccupano, inoltre, i tempi e i modi di applicazione: la Commissione potrebbe infatti decidere a giugno di riscuotere tali dazi dagli importatori in maniera retroattiva sui pannelli registrati da inizio marzo. Inoltre, il loro ammontare definitivo, se saranno ritenuti necessari, sarà fissato solo alla conclusione dell’indagine prevista per dicembre. Riteniamo quindi che qualsiasi decisione debba avere effetto solamente a partire da quella data”.
L’incertezza applicativa ha fino ad ora avuto ripercussioni negative, come il blocco dei finanziamenti a molti progetti che equivale a un danno forte per gli operatori del settore, già pesantemente colpiti dal clima di incertezza normativa e dalle continue modifiche regolatorie.
Secondo le stime delle associazioni industriali, l’incertezza introdotta dal regolamento europeo potrebbe ripercuotersi anche sull’occupazione, con una contrazione di 200mila professionisti del settore.
“L’intenzione di proteggere la produzione europea mette in difficoltà molti imprenditori nazionali del fotovoltaico – denuncia il comunicato - e alla fine dell’indagine il risultato potrà generare alla molteplicità delle aziende danni che risultano ben superiori ai benefici acquisiti da una parte minoritaria di esse”.
In allegato il Regolamento UE n.182/2013 pubblicato in GU Europea il 5 marzo 2013.
In allegato il Regolamento UE n.182/2013 pubblicato in GU Europea il 5 marzo 2013.
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