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23.09.2021

Sardegna esempio virtuoso della transizione energetica e delle rinnovabili: dal 2050 sarà completamente decarbonizzata

Più di 20 miliardi nei prossimi 30 anni per la svolta green della Sardegna, che sceglie le rinnovabili
Il piano per rendere la Sardegna una regione con sistemi energetici rinnovabili al 100% è fattibile. È quanto emerso dal webinar che ha illustrato i contenuti dello studio intitolato “Una valutazione socio-economica dello scenario rinnovabili per la Sardegna” realizzato dall’Università degli Studi di Padova e dal Politecnico di Milano per conto del WWF, che insieme a Greenpeace, Legambiente e Kyoto Club è promotore dell’alleanza “Sardegna Rinnovabile”.

La regione vuole accelerare la transizione verso la sostenibilità dei propri sistemi energetici, anticipando il raggiungimento degli obiettivi posti dall’Unione Europea con il programma “Fit for 55”. Anche se nell’isola esistono già degli esempi di comunità energetiche nei Comuni di Serrenti, Berchidda, Benetutti, Borutta, lo sviluppo energetico della Sardegna fino ad oggi ha seguito una corrente opposta rispetto a quella che porta verso la decarbonizzazione dei sistemi. Ma secondo quanto previsto dal piano per la svolta green della regione, gli impianti per la produzione di energia elettrica che utilizzano il carbone dovrebbero essere chiusi entro il 2025, mentre il sistema energetico sardo arriverebbe alla decarbonizzazione completa entro il 2050.

Per l’iniziativa non è previsto l’impiego del gas metano: la competitività delle fonti energetiche rinnovabili ha ormai reso qualsiasi tipo di investimento nei sistemi a combustibili fossili e in quelli a gas metano inutili e controproducenti. La mancanza di una rete per il gas nel territorio e la necessità di rinnovamento di un parco energetico obsoleto rappresentano l’opportunità perfetta per la Sardegna per poter passare alle energie rinnovabili in maniera immediata, senza dover passare una fase di transizione per il passaggio dal carbone alle rinnovabili. In questo modo il sistema energetico diventerà direttamente e completamente decarbonizzato.

Il ritmo della transizione energetica dipenderà certamente dall’andamento dei costi delle rinnovabili, ma per ora il piano della regione punterà su eolico e fotovoltaico (sia onshore che offshore), sulla realizzazione di impianti idroelettrici, sull’utilizzo delle biomasse, e sull’installazione di molti sistemi di accumulo. Inoltre, si sta già pensando alla realizzazione di un cavo sottomarino per collegare l’isola alla terraferma, per assicurare maggiore sicurezza ed efficienza nella gestione della rete elettrica.

Per quanto riguarda la climatizzazione, sia negli edifici residenziali che in quelli del settore terziario verranno installati sistemi a pompa di calore e sistemi solari termici integrati con caldaie ad alta efficienza. La svolta rinnovabile della Sardegna investirà anche il settore dei trasporti, con la promozione dell’utilizzo di mezzi elettrici ad alta efficienza, sia per il trasporto pubblico che per quello privato, e verranno avviate numerose iniziative per rendere il settore produttivo meno energivoro ed inquinante.

Per la decarbonizzazione energetica della regione sono previsti investimenti che, per almeno i prossimi 30 anni, si aggirano intorno ai 20 miliardi di euro, e che oltre allo sviluppo di sistemi che utilizzano le fonti rinnovabili consentiranno anche la creazione di molti posti di lavoro per la popolazione.

Con queste scelte la Sardegna, che costituisce una sorta di micro-universo tutto da studiare per sviluppare un nuovo modello energetico sostenibile, rappresenta un esempio virtuoso, da riproporre anche negli altri territori italiani che vorranno accelerare la loro transizione energetica.
 

Documentazione disponibile

Valutazione socio-economica Sardegna Rinnovabile
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