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Finalmente l’Italia si apre alle comunità di autoconsumo: ecco cosa cambia
Con un emendamento al Decreto Milleproroghe l’Italia finalmente prevedrà la possibilità per i cittadini di istituire delle comunità di autoconsumo da rinnovabili

Finalmente arriva anche in Italia la rivoluzione dell’autoconsumo di rinnovabili: con l’approvazione del Decreto Milleproroghe potranno essere finalmente attivate le comunità energetiche, entità già molto diffuse ed apprezzate all’estero.
Una volta stabilito con quali modalità si potrà operare, gruppi di cittadini, condomini dello stesso palazzo, imprenditori o commerciati localizzati nello stesso distretto si potranno associare per investire in un impianto da rinnovabili condiviso, dividendosi ed autoconsumando poi l’energia prodotta.
A promuovere questa iniziativa sono Legambiente e Italia Solare, associazioni che hanno portato avanti a lungo la campagna per l’autoconsumo , cercando di stimolare il cambiamento di paradigma della legislazione italiana, che fino ad oggi consentiva l’utilizzo dell’energia prodotta solo al titolare dell’impianto fotovoltaico.
L’Italia si appresta finalmente a recepire la direttiva europea sulla “promozione dell’uso delle fonti rinnovabili” con un semplice emendamento al decreto Milleproroghe, ancora in fase di discussione alla Camera, ma che si immagina non dovrebbe incontrare alcuna obiezione.
L’emendamento prevede una fase sperimentale iniziale, durante la quale rientreranno in questa fattispecie gli impianti di potenza non superiore ai 100 kW, cioè quegli impianti di “taglia congruente con la realizzazione delle configurazioni a bassa tensione”, dovrà inoltre essere individuato tra i comproprietari un responsabile del reparto dell’energia condivisa, anche se “il calcolo dell'energia condivisa è effettuato dal gestore della rete sulla base della lettura dei contatori di emissioni e prelievo".
Al momento non è ancora stato stabilito come verrà gestito l’allacciamento alla rete locale e il pagamento degli oneri di sistema per le comunità di autoconsumo, ma questo stallo normativo si comprende dal momento che all’inizio si procederà, per l’appunto, con una fase sperimentale, che permetta ai cittadini ed al legislatore di prendere la misura con questa nuova realtà.
D’altro canto si parla già si incentivi per “la realizzazione della configurazione di autoconsumo multiplo”, non è dato sapersi in quali misure e modalità verranno assegnati, è tuttavia stato chiarito che non potranno essere cumulati con gli incentivi previsti per chi immette energia in rete attraverso lo “scambio sul posto”.
Una volta stabilito con quali modalità si potrà operare, gruppi di cittadini, condomini dello stesso palazzo, imprenditori o commerciati localizzati nello stesso distretto si potranno associare per investire in un impianto da rinnovabili condiviso, dividendosi ed autoconsumando poi l’energia prodotta.
A promuovere questa iniziativa sono Legambiente e Italia Solare, associazioni che hanno portato avanti a lungo la campagna per l’autoconsumo , cercando di stimolare il cambiamento di paradigma della legislazione italiana, che fino ad oggi consentiva l’utilizzo dell’energia prodotta solo al titolare dell’impianto fotovoltaico.
L’Italia si appresta finalmente a recepire la direttiva europea sulla “promozione dell’uso delle fonti rinnovabili” con un semplice emendamento al decreto Milleproroghe, ancora in fase di discussione alla Camera, ma che si immagina non dovrebbe incontrare alcuna obiezione.
L’emendamento prevede una fase sperimentale iniziale, durante la quale rientreranno in questa fattispecie gli impianti di potenza non superiore ai 100 kW, cioè quegli impianti di “taglia congruente con la realizzazione delle configurazioni a bassa tensione”, dovrà inoltre essere individuato tra i comproprietari un responsabile del reparto dell’energia condivisa, anche se “il calcolo dell'energia condivisa è effettuato dal gestore della rete sulla base della lettura dei contatori di emissioni e prelievo".
Al momento non è ancora stato stabilito come verrà gestito l’allacciamento alla rete locale e il pagamento degli oneri di sistema per le comunità di autoconsumo, ma questo stallo normativo si comprende dal momento che all’inizio si procederà, per l’appunto, con una fase sperimentale, che permetta ai cittadini ed al legislatore di prendere la misura con questa nuova realtà.
D’altro canto si parla già si incentivi per “la realizzazione della configurazione di autoconsumo multiplo”, non è dato sapersi in quali misure e modalità verranno assegnati, è tuttavia stato chiarito che non potranno essere cumulati con gli incentivi previsti per chi immette energia in rete attraverso lo “scambio sul posto”.