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Eolico: nel 2014 crollo del 76%, solo 107 MW installati
ANEV denuncia il crollo dell’industria dell’eolico in Italia, chiedendo al governo provvedimenti immediati e correzioni sul regime di incentivi.
Sono preoccupanti i dati diffusi da ANEV (Associazione Nazionale Energia del Vento) nella giornata di ieri: nel 2014 gli impianti eolici installati in Italia sono stati il 76% in meno rispetto al 2013, cioè solamente 107 MW di energia eolica. Questi dati, secondo ANEV sanciscono il crollo definitivo dell’industria, che è passata dai 37.000 occupati del 2012 ai 30.000 del 2014.
Secondo ANEV, questo calo è dovuto ad “interventi normativi penalizzanti per le aziende del settore, in particolare al sistema delle aste al ribasso per l’assegnazione degli incentivi”, il tracollo delle installazioni sarebbe iniziato infatti proprio nel 2012, anno in cui il nuovo regime di incentivi dedicato alle rinnovabili diverse dal fotovoltaico è stato introdotto.
Erano attesi, entro la fine del 2014, i correttivi per le aste da parte del MiSE, ma ancora non sono stati emanati: “siamo già al primo mese di ritardo e tale atteggiamento da parte delle istituzioni non è più tollerabile - si legge nel comunicato di ANEV - più il tempo passa e più le aziende saranno costrette a chiudere o a fuggire all’estero, mettendo in ginocchio un intero comparto industriale”.
L’associazione chiede quindi al Governo un intervento tempestivo, per salvare l’industria italiana dell’eolico, come ad esempio “evitare il progressivo innalzamento dei livelli di sconto che renderà presumibilmente irrealizzabile gran parte degli impianti in graduatoria; rendere operativo il meccanismo di scorrimento della graduatoria prima dei 42 mesi attualmente previsti, che oggi ne rende impossibile l’applicazione, mentre basterebbe prevedere meccanismi di controllo dell’avanzamento delle realizzazioni e consentire l’uscita anticipata dalle graduatorie dei progetti irrealizzabili”.
Secondo ANEV, questo calo è dovuto ad “interventi normativi penalizzanti per le aziende del settore, in particolare al sistema delle aste al ribasso per l’assegnazione degli incentivi”, il tracollo delle installazioni sarebbe iniziato infatti proprio nel 2012, anno in cui il nuovo regime di incentivi dedicato alle rinnovabili diverse dal fotovoltaico è stato introdotto.
Erano attesi, entro la fine del 2014, i correttivi per le aste da parte del MiSE, ma ancora non sono stati emanati: “siamo già al primo mese di ritardo e tale atteggiamento da parte delle istituzioni non è più tollerabile - si legge nel comunicato di ANEV - più il tempo passa e più le aziende saranno costrette a chiudere o a fuggire all’estero, mettendo in ginocchio un intero comparto industriale”.
L’associazione chiede quindi al Governo un intervento tempestivo, per salvare l’industria italiana dell’eolico, come ad esempio “evitare il progressivo innalzamento dei livelli di sconto che renderà presumibilmente irrealizzabile gran parte degli impianti in graduatoria; rendere operativo il meccanismo di scorrimento della graduatoria prima dei 42 mesi attualmente previsti, che oggi ne rende impossibile l’applicazione, mentre basterebbe prevedere meccanismi di controllo dell’avanzamento delle realizzazioni e consentire l’uscita anticipata dalle graduatorie dei progetti irrealizzabili”.
