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30.06.2015
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Efficienza Energetica, la Germania punta a 2 riqualificazioni al minuto per il 2050

Intervista a Henning Ellermann, Senior Manager Energy Efficiency and Green Building, Germany Trade & Invest
Archiviati gli obiettivi del 2020, la Germania, che possiede il patrimonio residenziale più esteso d’Europa (oltre 40 milioni di abitazioni) sta già pensando al 2050, con un piano articolato per ridurre i consumi degli edifici, responsabili del 30% delle emissioni di gas serra e incentivare l'efficienza energetica.

Come per l’Italia, anche gli edifici residenziali tedeschi risultano essere piuttosto datati: il 70% è infatti costruito prima del 1979 e tre quarti di questi sono stati ristrutturati solo parzialmente o non sono stati ristrutturati affatto.

La sfida quindi è davvero importante, con degli obiettivi molto ambiziosi: - 80% di emissioni entro il 2050, consumi di energia primaria dimezzati, rinnovabili al 60%. Si tratta di riqualificare 2 case al minuto per i prossimi 20 anni, raddoppiando il tasso di rinnovo odierno.

Durante l’ultima edizione di REbuild abbiamo parlato di questo con Henning Ellermann, Senior Manager della divisione dedicata all’efficienza energetica negli edifici all’interno della Germany Trade & Invest, l’agenzia governativa tedesca per stimolare gli investimenti da parte di aziende straniere.

Dott. Ellermann, 2 case al minuto: come pensate di riuscirci?


«Il piano è di avere, entro il 2050, la maggior parte di edifici a energia quasi zero e coprire la piccola parte di energia necessaria al mantenimento di questi edifici con fonti rinnovabili, eliminando quindi le emissioni di gas serra. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo introdotto degli standard molto alti per gli edifici di nuova costruzione, in secondo luogo vogliamo raddoppiare la quota di riqualificazioni, dall’attuale 1% annuo al 2%.
La strategia complessiva è ancora allo studio, ma sarà pronta entro novembre, al momento stiamo valutando diverse proposte. Quello che abbiamo fatto finora, comunque, si basa su un mix di tre azioni complementari: imporre dei requisiti energetici minimi per chi effettua una ristrutturazione, finanziare degli incentivi economici e fornire informazioni utili ai cittadini. In particolare quest’ultimo punto è davvero importante: i proprietari di immobili devono capire i vantaggi di una riqualificazione energetica, vantaggi che sono anche di natura economica. Serve comunque una continuità di erogazione delle sovvenzioni, anche se il governo cambia i cittadini devono essere sicuri che non ci saranno cambi di condizioni».

Quindi è tutta una questione di comunicazione?

«Lo è, a differenza del fotovoltaico 10 anni fa, l’efficienza energetica già oggi si ripaga da sola nel lungo periodo, quindi di tratta di comunicare alle persone questi vantaggi e indirizzarle nella direzione giusta. Questo è davvero importante».

Cosa state facendo per far arrivare questo messaggio ai cittadini?

«Stiamo fornendo ai cittadini tedeschi molte informazioni e li stiamo aiutando ad ottenere degli audit energetici a dei costi davvero ridotti, per cui se si assume un consulente per ottenere un audit della propria casa, in previsione di una ristrutturazione, si possono coprire con gli incentivi fino al 60% dei costi legati alla fase di audit e progettazione. In questo modo si abbattono le barriere per assumere un professionista che faccia un buon progetto, si possono così ottenere più facilmente anche i soldi necessari a compiere i lavori, che nella maggior parte dei casi si ripagano nel tempo con i risparmi ottenuti. Oltre agli incentivi, infatti, abbiamo previsto dei prestiti con tassi agevolati, fino allo 0,70% per 10 anni per un importo massimo di 75.000 euro: migliori saranno le performance dell’edificio migliori le condizioni del prestito e più alti gli incentivi. Ad esempio, per un prestito di 50.000, con un incentivo statale del 22,5% e un tasso agevolato, il proprietario di casa ripagherà alla fine del finanziamento meno di 40.000€».

Quanto investe il governo tedesco in efficienza energetica per gli edifici?

«Il budget attuale è circa 2 miliardi di euro l’anno, solo per quanto riguarda le riqualificazioni degli edifici, inoltre sono stati stanziati altri 250 milioni per gli incentivi alle rinnovabili termiche».

Lei ha detto che un euro investito in riqualificazioni energetiche genera 10 euro di investimenti…

«Si, è proprio così: investendo in questo settore si crea lavoro sul territorio, in particolare nel settore edile, quindi la maggior parte dei soldi restano all’interno dei confini nazionali e generano altri investimenti alimentando una filiera tutta nazionale».

Per quanto riguarda la parte impiantistica dell’edificio?

«La cosa interessante da osservare è che ci sono alcune tecnologie che venivano considerate di nicchia, come adempio la ventilazione meccanica controllata, che adesso si stanno vedendo incrementi a due cifre, cioè sono in transizione verso l’utilizzo massivo. Un altro esempio è quello delle pompe di calore aria-acqua per il riscaldamento, che rappresentano ormai quasi il 30% dei generatori di calore negli edifici domestici».

Ci sono degli incentivi?

«Abbiamo degli incentivi economici per le rinnovabili termiche, come il solare termico, le biomasse, le pompe di calore, ma solo se queste tecnologie vengono installate in un edificio esistente, perché per gli edifici di nuova costruzione ci sono delle quote obbligatorie di rinnovabili per la climatizzazione e la produzione di energia, quindi di fatto queste tecnologie devono essere installate, insomma, l’idea è che lo stato ti da dei soldi solo se fai più di quello che ti viene richiesto dal punto di vista dell’efficienza energetica».



Per approfondire: www.gtai.com
Photo Credit: Jacopo Salvi