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Ecobonus condomini: cessione delle detrazioni anche a banche e istituti finanziari
Ecobonus condomini e cessione del credito a soggetti finanziari: Rete Irene chiede nuovamente la cessione anno per anno e auspica una revisione della Manovrina di Primavera.
La Manovrina di Primavera 2017 lascia ancora amaro in bocca per la questione della cessione dell’ecobonus condomini a soggetti finanziari, e il network di aziende Rete Irene auspica una revisione prima che il decreto venga convertito in legge.
La cessione delle detrazioni, previste per gli interventi di riqualificazione energetica e di miglioramento sismico delle parti comuni degli edifici condominiali, ad oggi è legata alla difficoltà di individuare soggetti interessati ad acquistarle a costi ragionevoli: la cessione ai soggetti finanziari come le banche e gli intermediari, scelta che ridurrebbe costi e rischi dei finanziamenti e renderebbe semplici le procedure, resta ancora un’opzione non valutata dallo Stato.
Per questo motivo Rete Irene (Rete di Imprese per la Riqualificazione ENergetica degli Edifici), network di aziende nato con la volontà di diffondere la riqualificazione energetica tramite interventi di efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente, ha mosso un appello al Governo affinché riveda quanto già disposto, nell’attesa di conoscere il provvedimento dell’AdE sulle modalità di cessione degli incentivi.
“Gli incentivi restano del tutto scollegati dai meccanismi di finanziamento – aveva detto Virginio Tavella di Rete Irene – e di conseguenza sembra ancora preclusa la possibilità che essi possano svolgere una potente funzione di stimolo a favore dello sviluppo, dell’occupazione, della tutela dell’ambiente e della riduzione della dipendenza energetica dalle fonti fossili”.
Facilitare il finanziamento degli interventi di efficientamento energetico profondo attraverso il coinvolgimento di banche e intermediari finanziari nel meccanismo degli incentivi fiscali sarebbe il modo più efficace di stimolare un settore economico oggi scarsamente sviluppato ma dalle enormi potenzialità, connotato da elevate intensità di lavoro e italianità, vastissima capacità di attivazione di economia indotta, a favore dello sviluppo, dell’occupazione, della tutela dell’ambiente e della riduzione della dipendenza energetica dalle fonti fossili.
Altro punto sul quale Rete Irene insiste è la possibilità che le detrazioni possano essere cedute dai beneficiari anno per anno, in base alle necessità, anche a soggetti cessionari diversi: questo permetterebbe una gestione più flessibile delle cessioni consentendo lo sviluppo di attività specializzate per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di cessioni. La cessione in blocco, infatti, renderebbe molto più rigidi e onerosi i trasferimenti a causa del maggior rischio imposto ai cessionari.
Infine Rete Irene insiste anche sulle conseguenze dell’errata fruizione, da parte dei soggetti beneficiari, delle detrazioni cedute: secondo il network di aziende i cessionari vanno esclusi (salvo il caso del dolo) da qualunque responsabilità o conseguenza legata ad errori o abusi che blocchino l’accesso all’incentivo, tali responsabilità devono rimanere in capo ai beneficiari originari cedenti. “L’esclusione della responsabilità dei cessionari per i fatti dei cedenti dovrebbe essere affermata esplicitamente dalla norma – si legge nella nota - qualunque dubbio a questo proposito renderebbe del tutto inutile il provvedimento”.
La cessione delle detrazioni, previste per gli interventi di riqualificazione energetica e di miglioramento sismico delle parti comuni degli edifici condominiali, ad oggi è legata alla difficoltà di individuare soggetti interessati ad acquistarle a costi ragionevoli: la cessione ai soggetti finanziari come le banche e gli intermediari, scelta che ridurrebbe costi e rischi dei finanziamenti e renderebbe semplici le procedure, resta ancora un’opzione non valutata dallo Stato.
Per questo motivo Rete Irene (Rete di Imprese per la Riqualificazione ENergetica degli Edifici), network di aziende nato con la volontà di diffondere la riqualificazione energetica tramite interventi di efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente, ha mosso un appello al Governo affinché riveda quanto già disposto, nell’attesa di conoscere il provvedimento dell’AdE sulle modalità di cessione degli incentivi.
“Gli incentivi restano del tutto scollegati dai meccanismi di finanziamento – aveva detto Virginio Tavella di Rete Irene – e di conseguenza sembra ancora preclusa la possibilità che essi possano svolgere una potente funzione di stimolo a favore dello sviluppo, dell’occupazione, della tutela dell’ambiente e della riduzione della dipendenza energetica dalle fonti fossili”.
Facilitare il finanziamento degli interventi di efficientamento energetico profondo attraverso il coinvolgimento di banche e intermediari finanziari nel meccanismo degli incentivi fiscali sarebbe il modo più efficace di stimolare un settore economico oggi scarsamente sviluppato ma dalle enormi potenzialità, connotato da elevate intensità di lavoro e italianità, vastissima capacità di attivazione di economia indotta, a favore dello sviluppo, dell’occupazione, della tutela dell’ambiente e della riduzione della dipendenza energetica dalle fonti fossili.
Altro punto sul quale Rete Irene insiste è la possibilità che le detrazioni possano essere cedute dai beneficiari anno per anno, in base alle necessità, anche a soggetti cessionari diversi: questo permetterebbe una gestione più flessibile delle cessioni consentendo lo sviluppo di attività specializzate per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di cessioni. La cessione in blocco, infatti, renderebbe molto più rigidi e onerosi i trasferimenti a causa del maggior rischio imposto ai cessionari.
Infine Rete Irene insiste anche sulle conseguenze dell’errata fruizione, da parte dei soggetti beneficiari, delle detrazioni cedute: secondo il network di aziende i cessionari vanno esclusi (salvo il caso del dolo) da qualunque responsabilità o conseguenza legata ad errori o abusi che blocchino l’accesso all’incentivo, tali responsabilità devono rimanere in capo ai beneficiari originari cedenti. “L’esclusione della responsabilità dei cessionari per i fatti dei cedenti dovrebbe essere affermata esplicitamente dalla norma – si legge nella nota - qualunque dubbio a questo proposito renderebbe del tutto inutile il provvedimento”.
