Speciale 120
Domotica, smartphone e controllo remoto degli impianti domestici
Intervista a Umberto Paracchini

Controllo della temperatura, sicurezza e comfort: per un impianto ben strutturato 500€ possono bastare

Domotica o internet of Things? La distinzione tra queste due discipline dev’essere tenuta presente in modo chiaro e preciso quando si parla di questo settore. Se entra in gioco l’IoT, infatti, l’ambito diventa così vasto da riuscire ad abbracciare anche il mondo della ripartizione del calore, che implica l’utilizzo di oggetti online che forniscono informazioni fondamentali sull’andamento della propria abitazione, andando quindi a toccare numeriche molto elevate.
 
Assieme a Umberto Paracchini, responsabile marketing e comunicazione Honeywell EES, abbiamo esplorato il settore della domotica/Internet of Things per cercare di approfondirne diversi aspetti sia dal punto di vista impiantistico, che nell’ottica dell’utente finale il quale, con l’aiuto delle aziende e dei tecnici del settore, dovrà essere sempre più stimolato a scoprire tutti i risvolti positivi nell’installazione di tali oggetti connessi.
 
 
Dott. Paracchini, quali sono tutte le utenze gestibili con un impianto domotico?
 
«Con un impianto domotico è possibile gestire molti tipi di utenze, il limite sta nella fantasia delle aziende.
 
Un primo tema, dal punto di vista Honeywell, è legato alla possibilità di gestire le utenze più energivore come il riscaldamento che, a seconda delle latitudini, può arrivare a consumare anche il 50-70% di energia rispetto al totale di energia consumata in un’abitazione.
 
Il secondo tema ad oggi molto importante è la sicurezza legata non solo ai furti, ma anche a temi quali perdite d'acqua, incendi e fughe di gas. Dalla nostra ricerca, inoltre, emerge che anche le serrature elettroniche rientrano nel tema della sicurezza, in quanto collegate alla facilità di gestire la casa.
 
A seconda degli studi c’è un altro aspetto molto importante che viene o meno inserito nel mondo della domotica: la gestione dei consumi, ovvero avere la possibilità di monitorare in modo chiaro i consumi delle utenze principali come acqua, gas ed elettricità.
 
Quando si parla di questi argomenti è fondamentale tenere in considerazione due aspetti che spesso vengono confusi: l’Internet of Things (IoT) e la domotica, che sono chiaramente molto collegati ma che non sono la stessa cosa. La domotica è più legata all’automazione nella casa, l’IoT consiste nella presenza di oggetti online utili alla gestione ottimale della casa (controllo, ottenimento di informazioni collegabili con altre informazioni per avere una visione d’insieme della casa)».
 
 
In che modo la domotica può rappresentare un supporto nella gestione della casa? Quali sono le potenzialità offerte?
 
«Per l’utente finale il primo plus da considerare è l’efficienza, soprattutto per quanto riguarda riscaldamento e raffrescamento. Il controllo remoto e il controllo a zone, ad esempio, spesso dati per scontati, consentono di raggiungere un 10-20% annuale di risparmio aggiuntivo.
 
In secondo luogo ricordiamo il tema della sicurezza, chiamata in inglese “piece of mind”, che corrisponde all’idea di avere la situazione domestica sotto controllo: essere informati sulla situazione delle utenze e poter controllare vari aspetti di dettaglio della casa (es. monossido di carbonio, qualità dell’aria, presenza di fumi o di perdite d’acqua) in modo da poter monitorare la situazione anche da lontano.
 
Il terzo tema molto importante è legato al comfort, che consiste soprattutto nella semplicità di gestione della casa.
 
 
Quali sono le ultime innovazioni nel settore?
 
«L’innovazione principale risiede nel fatto che la domotica sta diventando molto facile da spiegare, da gestire e da vendere. Speriamo che questi fattori la rendano un settore sempre più massivo».
 
 
A quanto può ammontare il costo totale di un impianto domotico includendo tutte le utenze gestibili?
 
«Le possibilità sono veramente infinite. Si può passare da cifre molto basse per un termostato connesso (es. da 150 euro per gestire remotamente la caldaia) all’inclusione di sistemi di controllo come lavatrici, forni, frigoriferi, luci. In questo caso si può arrivare a cifre esorbitanti.
 
Per un impianto di sicurezza ben strutturato siamo attorno ai 500 euro: se consideriamo infatti gli aspetti più rilevanti come sicurezza, termostato, controllo, efficienza e tranquillità piece of mind, possiamo avere un impianto che ci offre una visione molto chiara di ciò che succede in casa».
 
 
Dal punto di vista impiantistico, quali sono i lavori da svolgere per l’installazione di un impianto domotico e quanto sono onerosi?
 
«Da un punto di vista Honeywell di controllo della temperatura, noi consigliamo sempre all’utente finale di avvalersi di un tecnico: dovendo svolgere un piccolo intervento sulla caldaia, è meglio accertarsi che i lavori siano svolti in modo ottimale. 
 
Anche per quanto riguarda il settore della sicurezza sono presenti sul mercato sistemi che possono essere installati in modo molto semplice.
 
Come dicevamo prima, infatti, radiofrequenza, periferiche con le batterie, riconoscimento automatico delle periferiche, interfacce per il collegamento online e per il settaggio sono procedure guidate, molto semplici. Grazie alla radiofrequenza, inoltre, è possibile gestire tutte le utenze che nel cloud possono “dialogare” e scambiare tutte le informazioni necessarie.
 
Il ruolo del professionista, comunque, rimane molto importante per il trasferimento di queste conoscenze al grande pubblico: non tutti si sono ancora interessati, ma la figura del tecnico può avere la funzione di spingere su questa tecnologia e diffonderne la cultura».
 
Per concludere, vorrei sottolineare il fatto che l’approccio della domotica è cambiato e continuerà a cambiare e l’idea della predisposizione per l’impianto domotico è un po’ obsoleta: al giorno d’oggi dover predisporre dei fili per gestire utenze diverse è anacronistico, così com’è superato il discorso del HUB centrale che raccoglie le informazioni. Questo è il primo cambio paradigmatico».
 
 
Quali sono gli incentivi statali riservati a questo settore?
 
«L’incentivo più interessante è rappresentato dalle detrazioni del 65% legate al sistema di controllo dell’impianto e alla misurazione dei consumi. Questo incentivo però era molto poco chiaro e praticamente inaccessibile, in quanto i criteri definiti erano impossibili da raggiungere da quasi tutti i prodotti sul mercato. Un incentivo interessante, dunque, ma purtroppo poco sfruttabile.
 
Sta dando buoni frutti, invece, l’incentivo collegato alle ristrutturazioni e alle innovazioni dal punto di vista dell’efficienza energetica, benché un po’ macchinoso.
 
Speriamo che per il futuro ci sia più chiarezza e che gli incentivi non siano legati solo a interventi importanti, ma anche minori e più specifici».
 
 
Quante abitazioni in Italia hanno installato un impianto domotico e come questo dato è destinato a cambiare?