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Conto Energia Termico, ANIMA: alle termiche destinato un settimo del fotovoltaico, misure insufficienti
L’iniziale cauto ottimismo che ANIMA/Confindustria aveva manifestato all’uscita del Conto Energia Termico è stato ridimensionato dopo la lettura del testo della bozza di Decreto inviato alla Conferenza Stato Regioni.
“Le misure contenute nella bozza del documento – ha commentato il presidente di ANIMA, Sandro Bonomi – non sono adeguate per raggiungere gli obiettivi al 2020 della Strategia Energetica Nazionale, dove il Conto Termico dovrebbe essere una delle misure portanti per uno sviluppo sano delle rinnovabili”.
Sotto accusa i fondi destinati al Conto Termico, di appena 900 milioni di euro, cioè un settimo della cifra destinata al fotovoltaico.
Nello specifico ANIMA indica tre aspetti del documento da sottoporre a revisione:
Pompe di calore
Il Conto Termico presenta una remunerabilità inferiore rispetto al 40% dichiarato, con una media del 15-20% per le pompe di calore ad aria e meno del 10% per quelle ad acqua.
Caldaie a condensazione
Dal testo risultano senza incentivazione quelle per il settore privato, per cui ANIMA presuppone che lo svantaggio causato si recuperi grazie alla detrazione fiscale del 55% spalmata su un recupero dell’investimento inferiore ai 5 anni.
Solare Termico
Visti gli obiettivi inseriti nel Piano d’Azione Nazionale per le Rinnovabili, che prevede di triplicare le installazioni entro il 2020, l’incentivo destinato al Solare termico nel documento risulta di molto inferiore alle attese. L’unico aspetto positivo è l’incentivazione destinata sia al pubblico che al privato.
“ANIMA prenderà tutte le iniziative possibili, cominciando dalle Regioni – conclude Bonomi – con l’obiettivo di apportare le necessarie modifiche alla bozza dell’8 novembre. La bozza del Conto Termico va modificata subito, assieme ad un irrobustimento del 55%, altra misura fondamentale per riattivare il mercato interno e porre le basi per un efficientamento energetico dell’Italia”.
“Le misure contenute nella bozza del documento – ha commentato il presidente di ANIMA, Sandro Bonomi – non sono adeguate per raggiungere gli obiettivi al 2020 della Strategia Energetica Nazionale, dove il Conto Termico dovrebbe essere una delle misure portanti per uno sviluppo sano delle rinnovabili”.
Sotto accusa i fondi destinati al Conto Termico, di appena 900 milioni di euro, cioè un settimo della cifra destinata al fotovoltaico.
Nello specifico ANIMA indica tre aspetti del documento da sottoporre a revisione:
Pompe di calore
Il Conto Termico presenta una remunerabilità inferiore rispetto al 40% dichiarato, con una media del 15-20% per le pompe di calore ad aria e meno del 10% per quelle ad acqua.
Caldaie a condensazione
Dal testo risultano senza incentivazione quelle per il settore privato, per cui ANIMA presuppone che lo svantaggio causato si recuperi grazie alla detrazione fiscale del 55% spalmata su un recupero dell’investimento inferiore ai 5 anni.
Solare Termico
Visti gli obiettivi inseriti nel Piano d’Azione Nazionale per le Rinnovabili, che prevede di triplicare le installazioni entro il 2020, l’incentivo destinato al Solare termico nel documento risulta di molto inferiore alle attese. L’unico aspetto positivo è l’incentivazione destinata sia al pubblico che al privato.
“ANIMA prenderà tutte le iniziative possibili, cominciando dalle Regioni – conclude Bonomi – con l’obiettivo di apportare le necessarie modifiche alla bozza dell’8 novembre. La bozza del Conto Termico va modificata subito, assieme ad un irrobustimento del 55%, altra misura fondamentale per riattivare il mercato interno e porre le basi per un efficientamento energetico dell’Italia”.
