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09.07.2015
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Centro Studi CNI: una ricerca evidenzia il distacco tra offerta formativa e sistema ordinistico

Il Centro Studi CNI ha condotto una ricerca sulla professione degli ingegneri rapportata alla loro formazione universitaria. Le criticità rilevate riguardano le discrepanze tra le diverse facoltà, le incongruenze tra formazione e ordine degli ingegneri e l'offerta formativa talvolta insufficiente.
La ricerca condotta dal Centro Studi del CNIEsercizio della professione di ingegnere e formazione universitaria: un rapporto da rinsaldare” rivela una serie di punti critici nel rapporto tra l’offerta formativa e la realtà della professione.

In particolare, le problematiche rilevate dallo studio si riferiscono al divario tra sistema formativo e sistema ordinistico; alla diversità dei contenuti presentati nei percorsi formativi di università diverse; all’offerta formativa talvolta inadeguata a offrire competenze sufficienti.

La ricerca è stata condotta per analizzare l’offerta formativa universitaria nell’ambito ingegneristico. Sono stati, infatti, messi a confronto i percorsi formativi di tutti i corsi di laurea di primo e secondo livello, suddivisi per classe di laurea, analizzando in modo dettagliato i settori scientifico-disciplinari coinvolti e i crediti assegnati per ogni insegnamento.

Luigi Ronsivalle, Presidente del Centro Studi CNI, ha dichiarato: «Dalla nostra ricerca emergono quattro criticità che descrivono la delicatezza e la complessità della questione legata alla formazione universitaria degli ingegneri. La prima è la possibilità di accedere all’albo degli ingegneri anche per i laureati provenienti da Dipartimenti focalizzati su metodi e discipline distanti dall’Ingegneria (Matematica, Fisica e Scienze Naturali); la seconda è l’impossibilità per alcuni laureati delle classi di laurea ingegneristiche di sostenere l’esame di Stato per l’abilitazione professionale; la terza è la non corrispondenza biunivoca tra corso di studi e settore dell’Albo professionale a cui è possibile iscriversi; la quarta è l’incoerenza tra corsi di primo e secondo livello per quanto riguarda l’accesso all’albo professionale».

La diversità e le incongruenze tra i vari corsi di studio sono evidenti. Un esempio riportato da Ronsivalle riguarda alcuni classi di laurea in cui lo studente con diploma di primo livello ha la possibilità di iscriversi alla sezione B dell’albo degli ingegneri, ma se prosegue gli studi conseguendo il secondo livello non ha la possibilità di iscriversi alla sezione A dell’albo.

Il Presidente riconduce le cause principali di tali problematiche alle numerose rivisitazioni delle norme in materia: tra tagli alle spese e cambiamenti normativi, gli atenei sono stati costretti a rivedere la strutturazione dei corsi e a ottimizzare le risorse.

D’altra parte, gli ordini professionali hanno avuto a che vedere con il DPR.328/2001, che ha cambiato completamente l’accesso agli albi professionali, in modo particolare all’albo degli ingegneri.

Occorrerebbe, secondo quanto rilevato dalla ricerca, una riforma dell’Università coerente con la riforma degli ordini professionali, oltre che un’attività di monitoraggio continua dell’offerta formativa ingegneristica italiana con la collaborazione della Conferenza per l’Ingegneria.