Case Green e transizione energetica: linee guida per l'efficienza e la climatizzazione residenziale
La direttiva europea EPBD 4 (Energy Performance of Buildings Directive), conosciuta anche come “Direttiva Case Green", entrata in vigore nel 2024, rappresenta il quarto aggiornamento della direttiva sulla prestazione energetica degli edifici e delinea un orizzonte ambizioso per la decarbonizzazione del patrimonio edilizio europeo, introducendo obiettivi particolarmente stringenti che ridefiniscono l'approccio progettuale e costruttivo dei prossimi decenni. Secondo la direttiva, che va collocata nel più ampio ambito volto alla neutralità climatica entro il 2050, tutti gli edifici privati di nuova costruzione dovranno raggiungere il target di zero emissioni a partire dal 2030 (scadenza anticipata al 2028 per gli edifici pubblici), mentre, parallelamente, è prevista una riduzione del consumo energetico degli edifici residenziali esistenti pari al 16% entro il 2030 e al 20-22% entro il 2035.
L'Italia, come tutti gli Stati membri, dovrà recepire questa direttiva nel corso del 2026; la struttura normativa nazionale attuale si caratterizza per un approccio metodologico che distingue chiaramente tra diverse categorie di interventi, ciascuna soggetta a specifici livelli di prestazione energetica: questa differenziazione riflette la consapevolezza che l'intervento sull'esistente presenta complessità e vincoli differenti rispetto alla nuova costruzione, richiedendo un approccio graduale che tenga conto delle peculiarità tecniche, economiche e architettoniche di ciascuna situazione. Gli edifici di nuova costruzione rappresentano il contesto in cui la normativa esprime la sua massima ambizione prestazionale dove i requisiti minimi assumono carattere di standard di eccellenza richiedendo il rispetto integrale di tutti i parametri energetici previsti dalla normativa senza possibilità di deroghe o adattamenti; la peculiarità più significativa di questa categoria risiede nell'obbligo di integrazione delle fonti rinnovabili che deve garantire la copertura di almeno il 50% dei consumi per la produzione di acqua calda sanitaria e del 50% della somma dei consumi per acqua calda sanitaria, riscaldamento e raffrescamento.
Le ristrutturazioni importanti di primo livello costituiscono la categoria più complessa e articolata del panorama normativo, caratterizzandosi per un approccio sistemico che coinvolge simultaneamente l'involucro edilizio e l'impianto termico; questa tipologia si configura quando l'intervento interessa l'involucro edilizio con un'incidenza superiore al 50% della superficie disperdente lorda complessiva dell'edificio, congiuntamente all'impianto di climatizzazione invernale e/o estiva asservito. La complessità di questa categoria deriva dalla necessità di coordinare interventi su sistemi tecnologici diversi ma interdipendenti, richiedendo una progettazione integrata che ottimizzi le prestazioni complessive dell'edificio attraverso l'equilibrio tra miglioramento dell'involucro e efficientamento impiantistico; i requisiti prestazionali applicabili sono sostanzialmente equiparabili a quelli previsti per le nuove costruzioni, fatta eccezione per l'obbligo di integrazione delle fonti rinnovabili che risulta attenuato in considerazione dei vincoli tecnici e architettonici tipici dell'intervento sull'esistente.
Le ristrutturazioni importanti di secondo livello rappresentano una categoria intermedia che si caratterizza per un approccio più mirato e flessibile rispetto alle precedenti; esse riguardano interventi che interessano l'involucro edilizio con un'incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda complessiva dell'edificio, potendo eventualmente includere l'impianto termico in funzione delle specifiche esigenze progettuali. L’approccio proporzionato bilancia ambizioni prestazionali e sostenibilità economica dell'intervento in cui i requisiti applicabili sono meno stringenti rispetto alle ristrutturazioni di primo livello e prioritariamente focalizzati sui componenti dell'involucro oggetto di intervento. La categoria della riqualificazione energetica abbraccia tutti quegli interventi che, pur non rientrando nelle definizioni precedenti, producono un impatto significativo sui consumi energetici dell'edificio; questi sono soggetti a requisiti minimi limitati ai singoli componenti oggetto di sostituzione o retrofit, seguendo una logica di miglioramento incrementale che, nel tempo, può contribuire significativamente all'upgrade prestazionale dell'edificio.

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