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23.11.2018
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Autoconsumo non residenziale: il Governo parte da qui per applicare la RED2

Nell’applicazione della normativa europea l’Italia potrebbe puntare sull’estensione dell’autoconsumo a nuovi sistemi non residenziali
Il Ministero dello Sviluppo Economico, nel seguire gli obiettivi di autoconsumo del Clean Energy Package europeo, potrebbe puntare sullo sviluppo di nuovi sistemi di distribuzione chiusi, alimentati con fonti rinnovabili o con sistemi di cogenerazione ad alto rendimento, e dotati di sistemi di accumulo energetico.
 
Questo è quanto si è potuto dedurre dalle parole pronunciate del sottosegretario del Mise Davide Crippa durante le audizioni sull’autoconsumo alla Commissione Industria del Senato, nel corso delle quali ha tra l’altro sottolineato l’importanza di valutare la natura dei siti per i quali si vogliono mettere a disposizione i sistemi di distribuzione.
 
Nel corso dell’incontro ha spiegato che “si potrebbero mettere a punto la regolamentazione e la regolazione … su un area limitata di consumo e di assetti prima di estendere tali soluzioni al più ampio settore residenziale mediante le comunità dell’energia”.
 
Dallo studio delle norme europee che sono attualmente in via di approvazione il sottosegretario ha riferito di aver rilevato che “l’ampliamento dei sistemi di distribuzione chiusi sembra lo strumento per promuovere l’autoconsumo nei settori industriale, commerciale e dei servizi, mentre le comunità dell’energia coinvolgono persone fisiche, Pmi e autorità locali”.
 
Per questo motivo, tenendo conto dell’evoluzione del quadro comunitario, anche in Italia “oggi è effettivamente da valutare l’attualità di una fase limitata al non domestico”.
 
Mettendo in atto un’evoluzione di questo genere, che comporta l’ampliamento della platea delle configurazioni realizzabili, secondo il sottosegretario Crippa si potrà ottenere “una più importante crescita dell’autoconsumo al 2030, come sarà rimarcato nel Piano energia e clima”. Crippa ha ritenuto tuttavia importante sottolineare che “a regole nazionali vigenti sulla raccolta degli oneri, le comunità dell’energia non beneficerebbero dell’esenzione dagli oneri per l’energia che transitasse sulla rete pubblica”. Pertanto si apre una primo questione “politica” riguardante “le modalità” con cui autoproduttori e autoconsumatori saranno tenuti a compartecipare ai costi di sistema.
 
Un aspetto centrale da considerare nell’applicazione interna di questi nuovi strumenti normativi riguarda la tipologia di configurazioni di autoconsumo da abilitare, difatti “la nuova direttiva elettricità consente qualsiasi tipo di configurazione multipla di autoconsumo, anche con importanti estensioni dimensionali e senza qualificare il modo in cui l’energia venga prodotta, dunque in ipotesi anche con fonti fossili.
 
Quest’ultima considerazione ha allarmato il presidente della X commissione Gianni Girotto il quale ha commentato dicendo: “non vorremmo che si infilassero tra le righe anche sistemi da generazione fossile”.
Il sottosegretario Crippa ha quindi replicato a questa affermazione suggerendo l’introduzione in fase di recepimento di “un meccanismo selettivo (ma non discriminatorio) che consenta di premiare solo le configurazioni ritenute meritevoli. Una metodo già utilizzato in modo parziale nell’applicazione della direttiva Red2, che è stato utilizzato per l’esentare gli oneri per incentivare gli impianti Fer fino a 30 kW.
 
Al di là delle specifiche che verranno individuate dalla nuova normativa per l’autoconsumo l’intenzione del Mise è quella di “non arrivare ultimi”, puntando invece a recepire subito la Red2”, rimaniamo quindi in attesa di maggiori dettagli sulle modalità di attuazione delle politiche comunitarie in fatto di energie rinnovabili.
 
Fonte: ANSA