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Assotermica: il Decreto Ecobonus penalizza le caldaie a condensazione
Si rischia che fino al 2015 vengano distribuiti impianti non a condensazione, mentre camini e canne fumarie probabilmente non verranno adeguate in tempo.
L'approvazione del Decreto sull'efficienza energetica è nel mirino di Assotermica, la federata ANIMA che rappresenta i produttori di impianti termici e componenti, a causa di alcuni tentativi di rimpasto di emendamenti al Decreto, in cui sono state considerate normative tecniche sull'evacuazione dei prodotti della combustione ormai superate, senza agevolare in questo modo l’adozione delle caldaie a condensazione ad alta efficienza.
Tutto ha origine dalla riformulazione di una proposta dei costruttori di apparecchi e componenti per impianti termici, che era frutto di un’analisi tecnica oggettiva e di un’intesa con i principali soggetti interessati, ovvero le associazioni dei produttori di camini e canne fumarie e il Comitato Italiano Gas come Ente di normazione tecnica. L’obiettivo era di risolvere l’attuale situazione di incertezza interpretativa sulle modalità di scarico a parete dei fumi di combustione, ma soprattutto di adeguarci alle prossime previsioni dell’Unione Europea, che a settembre 2013 pubblicherà il Regolamento Ecodesign per il riscaldamento e, di fatto, vieterà l’immissione sul mercato di caldaie non a condensazione a partire da settembre 2015.
In questo frangente di tempo si rischia che continuino ad essere distribuiti dispositivi tradizionali, mentre i sistemi fumari (camini, canne fumarie) probabilmente non verranno adeguati per tempo, con il rischio di incorrere in ulteriori sanzioni dell'UE.
"Il rimpasto degli emendamenti, al contrario, ha come risultato immediato quello di ricondurci ancor più nell'incertezza applicativa - ha sottolineato Paola Ferroli, presidente di Assotermica - favorendo sul mercato nazionale una nicchia di caldaie con emissioni poco più basse dei modelli standard, ma non a condensazione, ovvero una tecnologia ormai obsoleta con costi più alti per il consumatore finale, in quanto realizzate solo per il mercato italiano mentre i principali Paesi europei ed i mercati emergenti stanno decisamente virando verso la condensazione".
Il danno economico al settore, che con importanti investimenti sta riorganizzando le proprie piattaforme produttive, sarebbe importante e farebbe retrocedere la produzione di apparecchi di riscaldamento, al terzo posto in Italia e punto di forza della SEN, agli ultimi posti del sistema industriale e produttivo italiano.
“Ormai le aziende vincenti devono pensare in ottica di export e non solo in termini di mercato italiano o dei suoi regionalismi - dichiara la Presidente Ferroli – Se le riformulazioni dei nostri emendamenti venissero confermate, non ci saranno i benefici di scala che i numeri ben più alti delle produzioni di caldaie a condensazione per i mercati europei ed extra-europei ormai garantiscono. Il Governo rischia così di agire in modo controproducente per l'industria italiana ed europea, per i lavoratori e per le sue produzioni ad alta tecnologia, a vantaggio di una libertà di scelta fittizia e ingannevole, del tutto incoerente con gli indirizzi di efficientamento energetico indicati dall'UE e sin qui declamati dallo stesso Governo nella Strategia Energetica Nazionale”.
Assotermica ha sempre lavorato per la trasparenza nella fase normativa ascendente, del confronto tra le parti, dello scambio di informazioni e della consapevolezza di un quadro normativo e competitivo ormai molto complesso e in continua evoluzione: “Apprezziamo l’intenso sforzo che è stato fatto per confermare, ad esempio, le detrazioni fiscali per la sostituzione delle caldaie - ha concluso Ferroli - ma non possiamo permetterci di vanificare tutto quanto a causa di raccomandazioni tecniche che non trovano alcun consenso nei settori industriali di riferimento né coerenza con gli indirizzi di efficientamento energetico indicati dall’UE”.
Tutto ha origine dalla riformulazione di una proposta dei costruttori di apparecchi e componenti per impianti termici, che era frutto di un’analisi tecnica oggettiva e di un’intesa con i principali soggetti interessati, ovvero le associazioni dei produttori di camini e canne fumarie e il Comitato Italiano Gas come Ente di normazione tecnica. L’obiettivo era di risolvere l’attuale situazione di incertezza interpretativa sulle modalità di scarico a parete dei fumi di combustione, ma soprattutto di adeguarci alle prossime previsioni dell’Unione Europea, che a settembre 2013 pubblicherà il Regolamento Ecodesign per il riscaldamento e, di fatto, vieterà l’immissione sul mercato di caldaie non a condensazione a partire da settembre 2015.
In questo frangente di tempo si rischia che continuino ad essere distribuiti dispositivi tradizionali, mentre i sistemi fumari (camini, canne fumarie) probabilmente non verranno adeguati per tempo, con il rischio di incorrere in ulteriori sanzioni dell'UE.
"Il rimpasto degli emendamenti, al contrario, ha come risultato immediato quello di ricondurci ancor più nell'incertezza applicativa - ha sottolineato Paola Ferroli, presidente di Assotermica - favorendo sul mercato nazionale una nicchia di caldaie con emissioni poco più basse dei modelli standard, ma non a condensazione, ovvero una tecnologia ormai obsoleta con costi più alti per il consumatore finale, in quanto realizzate solo per il mercato italiano mentre i principali Paesi europei ed i mercati emergenti stanno decisamente virando verso la condensazione".
Il danno economico al settore, che con importanti investimenti sta riorganizzando le proprie piattaforme produttive, sarebbe importante e farebbe retrocedere la produzione di apparecchi di riscaldamento, al terzo posto in Italia e punto di forza della SEN, agli ultimi posti del sistema industriale e produttivo italiano.
“Ormai le aziende vincenti devono pensare in ottica di export e non solo in termini di mercato italiano o dei suoi regionalismi - dichiara la Presidente Ferroli – Se le riformulazioni dei nostri emendamenti venissero confermate, non ci saranno i benefici di scala che i numeri ben più alti delle produzioni di caldaie a condensazione per i mercati europei ed extra-europei ormai garantiscono. Il Governo rischia così di agire in modo controproducente per l'industria italiana ed europea, per i lavoratori e per le sue produzioni ad alta tecnologia, a vantaggio di una libertà di scelta fittizia e ingannevole, del tutto incoerente con gli indirizzi di efficientamento energetico indicati dall'UE e sin qui declamati dallo stesso Governo nella Strategia Energetica Nazionale”.
Assotermica ha sempre lavorato per la trasparenza nella fase normativa ascendente, del confronto tra le parti, dello scambio di informazioni e della consapevolezza di un quadro normativo e competitivo ormai molto complesso e in continua evoluzione: “Apprezziamo l’intenso sforzo che è stato fatto per confermare, ad esempio, le detrazioni fiscali per la sostituzione delle caldaie - ha concluso Ferroli - ma non possiamo permetterci di vanificare tutto quanto a causa di raccomandazioni tecniche che non trovano alcun consenso nei settori industriali di riferimento né coerenza con gli indirizzi di efficientamento energetico indicati dall’UE”.
