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Assorinnovabili
• 04.04.2014
Questo articolo ha più di 3 anni
AssoRinnovabili: utilizzare le fonti rinnovabili per scongiurare conseguenze irreparabili
In Italia il trend è cambiato. Fino a qualche anno fa si produceva un terzo dell'elettricità con le rinnovabili ora la tendenza ha subito un rallentamento.

C'è ancora molto da fare sul fronte delle fonti rinnovabili, soprattutto in Italia, se non si vuole incorrere in conseguenze irreparabili. Questo quanto emerge dalle stime di AssoRinnovabili, in concomitanza della conferenza sul riscaldamento climatico, fornita dall’IPCC con il volume “Climate Change 2014: Impacts, Adaptation, and Vulnerability”.
Desta preoccupazione la pubblicazione che dimostrerebbe scientificamente che la causa principe del climate change risiederebbe proprio nell'attività umana e nel settore energetico, in particolar modo, a causa dello sprigionamento di CO2 e agenti inquinanti nell'atmosfera.
In Italia, anziché produrre una metodologia volta a contrastare la preoccupante situazione, si rallenta. Il 2013 si è rivelata un'annata statica per quanto riguarda nuove installazioni. Sebbene, grazie agli investimenti degli anni precedenti, le fonti rinnovabili siano riuscite a incidere per oltre un terzo dei consumi elettrici nazionali, nell'ultimo anno il trend è cambiato, registrando una frenata sulle nuove installazioni. L'incremento del parco rinnovabile è stato pari solamente al 4,5% dopo che nel 2012 si era registrata una crescita del 14,4% e nel 2011 del 36,7%.
Il Presidente AssoRinnovabili, Agostino Re Rebaudengo, ha dichiarato: “Le evidenze e gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai incontrovertibili, la politica e la società non possono rimanere inerti, devono immediatamente attuare concrete misure che ne limitino gli effetti negativi” e propone di “ragionare in termini di Life Cycle Assessment (LCA), sistema che misura le emissioni rilasciate nei processi di produzione industriale e permette di premiare le aziende e le attività più efficienti e meno inquinanti. L’applicazione del LCA eviterebbe anche la delocalizzazione delle imprese europee in paesi ‘meno attenti’ alle emissioni”.
Desta preoccupazione la pubblicazione che dimostrerebbe scientificamente che la causa principe del climate change risiederebbe proprio nell'attività umana e nel settore energetico, in particolar modo, a causa dello sprigionamento di CO2 e agenti inquinanti nell'atmosfera.
In Italia, anziché produrre una metodologia volta a contrastare la preoccupante situazione, si rallenta. Il 2013 si è rivelata un'annata statica per quanto riguarda nuove installazioni. Sebbene, grazie agli investimenti degli anni precedenti, le fonti rinnovabili siano riuscite a incidere per oltre un terzo dei consumi elettrici nazionali, nell'ultimo anno il trend è cambiato, registrando una frenata sulle nuove installazioni. L'incremento del parco rinnovabile è stato pari solamente al 4,5% dopo che nel 2012 si era registrata una crescita del 14,4% e nel 2011 del 36,7%.
Il Presidente AssoRinnovabili, Agostino Re Rebaudengo, ha dichiarato: “Le evidenze e gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai incontrovertibili, la politica e la società non possono rimanere inerti, devono immediatamente attuare concrete misure che ne limitino gli effetti negativi” e propone di “ragionare in termini di Life Cycle Assessment (LCA), sistema che misura le emissioni rilasciate nei processi di produzione industriale e permette di premiare le aziende e le attività più efficienti e meno inquinanti. L’applicazione del LCA eviterebbe anche la delocalizzazione delle imprese europee in paesi ‘meno attenti’ alle emissioni”.
