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04.03.2016
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Architetti: la crisi continua, nonostante la lieve ripresa per il settore delle costruzioni

Il 34% degli architetti percepisce meno di 9mila euro l’anno. Il V Osservatorio sulla professione di Architetto delinea le criticità di questo settore in difficoltà
La crisi per gli architetti continua, nonostante la lieve ripresa registrata nel 2015, tanto che il 34% degli iscritti all’Ordine percepisce un reddito inferiore ai 9mila euro l’anno.

Questi sono alcuni dati riportati dal V Osservatorio sulla professione di Architetto promosso dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori in collaborazione con il Cresme, che evidenzia come la crisi per gli architetti sia ancora abbastanza forte.

Gli architetti italiani sono sempre più spinti alla specializzazione, sia per attività tradizionali (capitolati, catasto, perizie estimative, sicurezza nel lavoro e collaudi), che per attività più innovative (certificazione di classi energetiche, GIS –Geographic Information System-, studi e progettazioni di fattibilità, project financing, facility management).

Gli studi professionali sono sempre più interdisciplinari, secondo quanto rilevato dallo studio; aumentano i professionisti che lavorano in coworking, ovvero condividendo gli spazi di lavoro e i costi fissi di gestione degli studi e si manifesta sempre più forte la necessità di ampliare la dimensione degli studi attraverso forme di aggregazione.

Sono oltre 154mila gli architetti italiani, ma continua a scendere il numero degli iscritti agli ordini provinciali, così come continua a rallentare il reddito medio annuo, che si attesta attorno ai 17mila euro, una cifra che ha subito una contrazione del -41% tra il 2008 e il 2015. Ma il dato più sconfortante è legato al numero di architetti che percepisce meno di 9mila euro l’anno, cresciuto dal 31,8% del totale dei professionisti nel 2013, al 34% nel 2015.

Solo 104mila euro a testa di mercato potenziale, hanno avuto a disposizione gli architetti nel 2015, conseguenza del crollo del settore delle nuove costruzioni e della progressiva riduzione del mercato della progettazione.

Ma veniamo ora alla solvibilità dei clienti, questione che continua a rappresentare un problema per gli architetti italiani.

Il 67% degli architetti ha dichiarato, nel 2015, di vantare crediti residui nei confronti dei privati (+6% rispetto al 2014); un terzo, invece, gli architetti in attesa di essere pagati dal settore pubblico. Da segnalare un lieve calo, nel 2015, dei giorni di attesa del pagamento da parte della PA (da 200 a 141).

Altro dato importante da segnalare, la presenza femminile nel mondo degli architetti: quasi il 42% degli architetti italiani ad oggi sono donne, dato in crescita del 10% rispetto a quanto accadeva nel 1998.

La crisi per gli architetti, secondo l’Osservatorio, sembra non volersi arrestare, testimoniata anche dall’assenza del “progetto”, che continua ad essere pagato male e non abbastanza valorizzato.