1° maggio 2025: prezzi dell’energia a zero grazie al fotovoltaico, ma servono accumuli per garantire la stabilità della rete
Il 1° maggio 2025 i prezzi dell’energia elettrica all’ingrosso sono scesi a zero per diverse ore in tutta Italia. Un evento senza precedenti che conferma il ruolo chiave del fotovoltaico nella transizione energetica, ma evidenzia anche l’urgenza di investire in sistemi di accumulo per garantire la stabilità della rete.

Il primo maggio 2025 segna una tappa storica nel percorso di transizione energetica in italia: per la prima volta il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso ha raggiunto valori pari o vicini allo zero per un periodo prolungato - dalle 10:00 alle 17:00 – in tutte le zone del mercato elettrico nazionale.
Un risultato reso possibile da una combinazione di bassa domanda, dovuta alla festività, e forte produzione fotovoltaica, che ha coperto una quota significativa del fabbisogno elettrico.
Prezzi nulli per 6 ore: un segnale del cambiamento in atto
Secondo i dati pubblicati dal Gestore dei Mercati Energetici, il Prezzo Unico Nazionale (PUN) ha toccato quota zero €/MWh tra le 15:00 e le 16:00, restando comunque sotto 1€/MWh per 6 ore consecutive.
Nello specifico, si è passati dai 13,33 €/MWh delle 10:00 fino ai 0.01 €/MWh delle 14:00, per poi arrivare allo zero assoluto. Un’anomalia positiva che testimonia l’efficacia del fotovoltaico nel ridurre il corso dell’energia, con impatti diretti anche per le imprese con contratti legati al prezzo all’ingrosso.
Una rete pronta ad accogliere il cambiamento
L’Associazione Italia Solare ha accolto con favore il risultato, sottolineando, tuttavia, la necessità di rafforzare la resilienza del sistema elettrico. Come ha evidenziato il presidente Paolo Rocco Viscontini, è fondamentale garantire la sicurezza della rete attraverso regole chiare e strumenti di gestione efficaci, tra cui un ampio ricorso ai sistemi di accumulo.
La mancanza di capacità di stoccaggio, infatti, può trasformare un eccesso di energia in un problema, come accaduto recentemente in Spagna, dove si sono verificati blackout in presenza di surplus rinnovabile.
Il ruolo chiave degli accumuli e delle tutele per i produttori
La flessione dei prezzi, seppur vantaggiosa per i consumatori, pone delle criticità per i produttori fotovoltaici, che rischiano di non riuscire a coprire i costi operativi in caso di frequenti curtailment o prezzi nulli prolungati.
In questo contesto, l’estensione della remunerazione per la mancata produzione anche al fotovoltaico, prevista dalla delibera ARERA 128/2025, rappresenta un passo avanti fondamentale. Si tratta di una misura finora riservata all’eolico, che ora contribuisce a tutelare anche gli impianti solari in caso di limitazioni imposte per esigenze di rete.
In parallelo, strumenti come il meccanismo FerX e i PPA (Power Purchase Agreement) offrono soluzioni stabili per garantire ricavi costanti e incentivare nuovi investimenti nel settore.
Domanda elettrica in calo, solare in crescita
Anche i dati di Terna confermano il quadro favorevole alla produzione solare: nella giornata del 1° maggio la domanda ha toccato un picco massimo di 29,5GW alle 12:00, per poi calare sotto i 26 GW nel tardo pomeriggio.
Proprio in quelle ore il fotovoltaico ha espresso la sua massima potenza, diventando la prima fonte di generazione elettrica a livello nazionale. Una fotografia chiara dell’evoluzione in atto, dove la generazione distribuita da fonti rinnovabili si sta affermando come elemento centrale nella copertura del fabbisogno.
L’eccezionale andamento del mercato elettrico il 1° maggio rappresenta un segnale forte della trasformazione in atto. Ma affinchè questa evoluzione sia sostenibile, occorre pianificare con lungimiranza: investire in accumuli, aggiornare le infrastrutture di rete, e garantire un equilibrio tra convenienza economica e sicurezza del sistema. Solo così il fotovoltaico potrà continuare a offrire benefici concreti, diventando un pilastro stabile della decarbonizzazione italiana.