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L’Ecobonus nel DL Crescita: possibilità di sconto immediato, opposizione dalla CNA
La possibilità di fornire sconto immediato del valore di Ecobonus e Sismabonus spaventa professionisti e piccole imprese

All’indomani dall’approvazione con formula “salvo intese” del DL Crescita da parte del Governo, nel settore edile si stanno scatenando dubbi e perplessità sul modo in cui potrà variare la materia economica in merito all’incentivazione degli interventi di riqualificazione per cui si può usufruire di Ecobonus e Sismabonus.
Dalle prime indiscrezioni e dalle bozze che sono circolate nei giorni antecedenti il Consiglio dei Ministri si evince l’intenzione di introdurre la possibilità di utilizzare degli sconti immediati sulle spese effettuate per questa tipologia di interventi.
Sembra infatti che l’esecutivo abbia intenzione di offrire ai cittadini la possibilità di far usufruire dell’agevolazione per intero nel momento in cui si effettua l’acquisto, senza dover attendere il rimborso Irpef nel corso di 10 anni.
Questa novità sarebbe contenuto nell’articolo 9 del DL e si applicherebbe alle spese per interventi finalizzati all’aumento dell’efficienza energetica (Ecobonus) ed ai lavori connessi al Sismabonus, che consentono quindi di aumentare la sicurezza e la resistenza degli edifici agli eventi sismici.
La nuova normativa darebbe la possibilità al consumatore di scegliere tra due modalità di recupero dell’investimento: da un lato scegliere la modalità classica di fruizione dell’agevolazione fiscale, pagando immediatamente il totale della cifra per poi chiedere lo sconto fiscale nei 10 anni successivi, oppure – e qui il nodo focale della nuova impostazione del DL – ottenere immediatamente l’intero sconto previsto dalla detrazione.
Perché ciò sia possibile sarà però il fornitore a dover recuperare in 10 anni sotto forma di credito d’imposta la cifra scontata al cliente.
Chiaramente la possibilità di adozione di questa soluzione, piuttosto gravosa per imprese e professionisti, ha creato scompiglio nel settore, che ha subito voluto esprimere il suo scontento attraversi comunicati ufficiali. In primis CNA, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, ha definito questa nuova possibile impostazione “un gentile omaggio alle multiutilities ed a qualche ex monopolista”, questa la dichiarazione del Responsabile Nazionale CNA Installazione Impianti Guido Pesaro.
Pesaro ha poi proseguito spiegando i contenuti dell’articolo 9 secondo il punto di vista degli interessi che rappresenta: “In pratica si scarica direttamente sull’impresa gran parte dell’onere finanziario derivante dal costo dell’intervento. Prevedere poi che questa misura sia opzionale, significa mentire sapendo di mentire. Quale cittadino sarebbe infatti così ingenuo da scegliere di utilizzare le detrazioni, il cui importo può scontare in dieci anni, potendo usufruire della stessa somma tutta e subito?”
Le obiezioni della CNA continuano poi sottolineando come è difficile immagine che siano le aziende artigiane e le piccole imprese ad avere crediti d’imposta nei confronti del fisco. Al contrario, a trarre maggior vantaggio da questa impostazione saranno più probabilmente le multiutilities e gli ex-monopolisti dell’energia che – CNA commenta – negli ultimi anni hanno abusato della propria posizione dominante e dei dati di cui già erano in possesso dalla propria precedente attività di monopolio per entrare slealmente nel mercato della riqualificazione energetica.
“Una concorrenza sleale che – secondo il Reponsabile Nazionale - viene accentuata da questa falsa opzione concessa al cittadino che in realtà è un invito puro e semplice ad utilizzare, per gli interventi di riqualificazione energetica, i servizi proposti dalle multiutilities e dagli ex, ma evidentemente neanche tanto ex, monopolisti.”
La Confederazione ha quindi messo in dubbio, e non in modo leggero, i contenuti dell’articolo 9 del nuovo DL Crescita recante modifiche alla disciplina degli incentivi per gli interventi di efficienza energetica e rischio sismico (Ecobonus e Sismabonus): “E’ evidente - ha concluso Pesaro - che ci attiveremo in tutte le sedi per far cancellare una norma che è contro le piccole imprese, proprio quelle che l’Esecutivo, a parole, dice di voler difendere. E pensare che questo dovrebbe essere il Governo del cambiamento…”
Dalle prime indiscrezioni e dalle bozze che sono circolate nei giorni antecedenti il Consiglio dei Ministri si evince l’intenzione di introdurre la possibilità di utilizzare degli sconti immediati sulle spese effettuate per questa tipologia di interventi.
Sembra infatti che l’esecutivo abbia intenzione di offrire ai cittadini la possibilità di far usufruire dell’agevolazione per intero nel momento in cui si effettua l’acquisto, senza dover attendere il rimborso Irpef nel corso di 10 anni.
Questa novità sarebbe contenuto nell’articolo 9 del DL e si applicherebbe alle spese per interventi finalizzati all’aumento dell’efficienza energetica (Ecobonus) ed ai lavori connessi al Sismabonus, che consentono quindi di aumentare la sicurezza e la resistenza degli edifici agli eventi sismici.
La nuova normativa darebbe la possibilità al consumatore di scegliere tra due modalità di recupero dell’investimento: da un lato scegliere la modalità classica di fruizione dell’agevolazione fiscale, pagando immediatamente il totale della cifra per poi chiedere lo sconto fiscale nei 10 anni successivi, oppure – e qui il nodo focale della nuova impostazione del DL – ottenere immediatamente l’intero sconto previsto dalla detrazione.
Perché ciò sia possibile sarà però il fornitore a dover recuperare in 10 anni sotto forma di credito d’imposta la cifra scontata al cliente.
Chiaramente la possibilità di adozione di questa soluzione, piuttosto gravosa per imprese e professionisti, ha creato scompiglio nel settore, che ha subito voluto esprimere il suo scontento attraversi comunicati ufficiali. In primis CNA, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, ha definito questa nuova possibile impostazione “un gentile omaggio alle multiutilities ed a qualche ex monopolista”, questa la dichiarazione del Responsabile Nazionale CNA Installazione Impianti Guido Pesaro.
Pesaro ha poi proseguito spiegando i contenuti dell’articolo 9 secondo il punto di vista degli interessi che rappresenta: “In pratica si scarica direttamente sull’impresa gran parte dell’onere finanziario derivante dal costo dell’intervento. Prevedere poi che questa misura sia opzionale, significa mentire sapendo di mentire. Quale cittadino sarebbe infatti così ingenuo da scegliere di utilizzare le detrazioni, il cui importo può scontare in dieci anni, potendo usufruire della stessa somma tutta e subito?”
Le obiezioni della CNA continuano poi sottolineando come è difficile immagine che siano le aziende artigiane e le piccole imprese ad avere crediti d’imposta nei confronti del fisco. Al contrario, a trarre maggior vantaggio da questa impostazione saranno più probabilmente le multiutilities e gli ex-monopolisti dell’energia che – CNA commenta – negli ultimi anni hanno abusato della propria posizione dominante e dei dati di cui già erano in possesso dalla propria precedente attività di monopolio per entrare slealmente nel mercato della riqualificazione energetica.
“Una concorrenza sleale che – secondo il Reponsabile Nazionale - viene accentuata da questa falsa opzione concessa al cittadino che in realtà è un invito puro e semplice ad utilizzare, per gli interventi di riqualificazione energetica, i servizi proposti dalle multiutilities e dagli ex, ma evidentemente neanche tanto ex, monopolisti.”
La Confederazione ha quindi messo in dubbio, e non in modo leggero, i contenuti dell’articolo 9 del nuovo DL Crescita recante modifiche alla disciplina degli incentivi per gli interventi di efficienza energetica e rischio sismico (Ecobonus e Sismabonus): “E’ evidente - ha concluso Pesaro - che ci attiveremo in tutte le sedi per far cancellare una norma che è contro le piccole imprese, proprio quelle che l’Esecutivo, a parole, dice di voler difendere. E pensare che questo dovrebbe essere il Governo del cambiamento…”