Focus Innovazioni

18.11.2014
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In Toscana il primo impianto geotermico a biomassa al mondo di Enel Green Power

Enel Green Power ha investito oltre 15 milioni di euro per l'integrazione di una centralina a biomasse al servizio di un impianto geotermico preesistente in Toscana. Si tratta del primo sistema ibrido al mondo di biomasse e geotermico per la produzione di energia.
Enel Green Power ha annunciato orgogliosamente nei giorni scorsi l’avvio del cantiere per la realizzazione del primo impianto geotermico a biomassa al mondo, per un investimento complessivo di più di 15 milioni di euro e fine lavori prevista entro la prima metà del 2015.

Il Comune di Castelnuovo Val di Cecina, in Toscana, regione dall’esperienza “ormai centenaria in geotermia”, come ha affermato l’amministratore delegato di Enel Green Power, Francesco Venturini, ospiterà l’impianto in questione, un sistema ibrido che integra in maniera innovativa due fonti rinnovabili, come biomassa e geotermico, destinate a espandersi enormemente in futuro.

Se non in Italia, recentemente protagonista di una controversia oramai internazionale per i tagli al fotovoltaico e la scarsa consapevolezza nei confronti delle potenzialità delle rinnovabili in generale, geotermico e biomasse compresi, almeno all’estero.

Sembra infatti, come riportano autorevoli studi internazionali, che Cina, India Sud Africa investiranno nei prossimi anni diversi miliardi di dollari in mega-progetti con protagoniste le fonti rinnovabili, che vedranno il primato del gigante asiatico in quanto a produzione di energia da fonti pulite entro il 2030.

Nel caso specifico dell’impianto in Toscana, la biomassa vergine, prelevata da un’area circostante fino a 70 km di distanza, verrà utilizzata come combustibile per surriscaldare il vapore geotermico, che potrà raggiungere temperature fino a un massimo di 380°C, al fine di incrementare la potenza netta per la produzione di elettricità e l’efficienza energetica del ciclo geotermico.

Si stima che, con 5MW di potenza aggiuntiva installata ad integrazione dei 13MW della centrale geotermica “Cornia 2” già presente in situ, si assisterà a un incremento nella produzione di energia fino a 37GWh/anno e al mancato rilascio di 17mila tonnellate annue di CO2 in atmosfera. Da non dimenticare neppure la ricaduta occupazionale del progetto, che impiegherà dai 35 ai 40 addetti.

Altri benefici indiretti dell’iniziativa saranno i sottoprodotti agricoli e agroindustriali, già attualmente convertiti in biomassa, la manutenzione del patrimonio forestale con conseguente prevenzione del rischio idrogeologico e la disponibilità di calore di tipo cogenerativo.