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11.07.2019
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Il parere CNA sul Decreto FER1: va bene, ma non è abbastanza

I primi commenti della CNA sul nuovo Decreto FER1 analizzano aspetti positivi e criticità, manca ancora un progetto organico
Dopo la firma del Decreto FER1, arrivano i commenti del settore in merito ai contenuti del nuovo provvedimento, un testo normativo pensato per incentivare la produzione di energia rinnovabile grazie a fondi per 5,8 miliardi di €.
 
Tra le prime a pubblicare un comunicato stampa ufficiale c’è la CNA nazionale, la quale ha analizzato approfonditamente gli aspetti positivi del provvedimento e ne ha messo in luce gli aspetti critici.
Il Decreto FER1 è infatti vissuto come un’opportunità per gli operatori del settore delle rinnovabili, che hanno ora una spinta in più per riprendere a investire, con la possibilità, oggi, di andare a costruire una filiera nazionale delle FER.
 
Il testo individua dei regimi di sostegno differenziati in base alla maturità delle tecnologie ammesse agli incentivi e dei costi fissi che le caratterizzano. Ai fondi si potrà accedere attraverso metodologie già consolidate: per tutti gli impianti di potenza inferiore o uguale a 1MW si utilizzerà la procedura di iscrizione a registro, mentre per gli impianti di potenza superiore a 1 MW la procedura sarà quella delle aste.
 
Alcuni degli aspetti positivi del nuovo approccio nazionale alle FER riguardano il nuovo il nuovo interesse per la valorizzazione degli interventi per la ricostruzione di impianti esistenti (limitando così l’impatto ambientale di queste attività e il consumo di suolo), e in ugual misura è apprezzato il nuovo impegno preliminare che le amministrazioni dovranno prendersi nell’individuare le aree su cui realizzare gli impianti.
L’analisi degli spazi da destinare agli impianti sarà propedeutica alla determinazione dei contingenti di potenza, permetterà di limitare e ridurre gli impatti sulla collettività, possibilmente snellendo anche i procedimenti autorizzativi successivi.
 
Un altro aspetto valutato positivamente è il reinserimento del fotovoltaico nel Decreto, dopo che per un periodo la sua inclusione era stata messa in dubbio. La CNA rileva però una criticità per le PMI in questo frangente, rimangono infatti esclusi gli incentivi per impianti fotovoltaici di potenza inferiore ai 20 kW, proprio la tipologia di sistemi più diffusi sul territorio nazionale, su cui investono più ampiamente le piccole imprese e le famiglie.
 
Questa esclusione, quindi, viene letta come incoerente rispetto all’obiettivo individuato dal PNIEC 2030 di aumentare l’autoproduzione, per il quale si pensava di sfruttare prioritariamente gli impianti installati sui tetti. La CNA ritiene invece che sarebbe necessario prevedere misure adeguate per incentivare proprio gli impianti fotovoltaici di potenza inferiore, ottimizzandone il rapporto costi/benefici.
 
A ben vedere, sono proprio queste le tipologie di impianti che negli ultimi anni hanno consentito di ottenere ottimi risultati di rimozione dell’amianto, provocando un’evoluzione positiva a tutto spettro, che coinvolge sia l’ambito ambientale, sia quello sanitario e quello della sicurezza dei cittadini. Se nel nuovo Decreto FER1 gli incentivi per la rimozione e sostituzione dell’amianto sono rimasti, è stato però posto un limite troppo stringente alle tipologie (per potenza) degli impianti che vi possono far accedere.
 
Questo orientamento rischia infatti di essere controproducente. Se è pur vero che per i privati rimane la possibilità di sfruttare le detrazioni del 50%, le imprese non avrebbero alcun incentivo a investire nell’autoproduzione, rallentando così l’avanzamento verso gli obiettivi al 2030 e, tra l’altro, potrebbe avere l’effetto imprevisto di andare a rallentare le attuali tendenze di diffusione degli impianti fotovoltaici su piccola scala.
 
Ad opinione della CNA il Decreto FER1 risulta quindi positivo sotto certi versanti, deve essere però considerato come un primo passo verso una programmazione più strutturata e funzionale all’intero sistema nazionale, una sorta di “misura ponte” che avvicini a delle soluzioni più concrete per l’attuazione del Piano nazionale energia e clima.